Voglio
gridare l'urgenza di una spiritualità creatrice, la sola capace di
scuotere il nichilismo dell'occidente, il suo freddo cinismo, e di
rispondere alla fame di pane e di dignità di tanta parte dell'umanità.
La contemplazione feconda l'azione, e l'azione la verifica. Sprofondare
in Dio mediante l'adorazione significa incontrare il Dio-Trinità, il
Dio-Amore che ci rinvia al servizio degli uomini. «Hai visto tuo fratello? Hai visto Dio!», dicevano gli antichi monaci.
Celebrare liturgicamente la vittoria di Cristo sull'inferno
e sulla morte significa necessariamente lottare contro tutte le forme
di inferno e di morte che devastano la cultura e la società. E
contemplare il volto di Cristo significa comprendere che ogni uomo è un volto che esige da me responsabilità e rispetto incondizionato.
Abbiamo bisogno di santi, questi peccatori perdonati e riconoscenti, questi uomini della risurrezione, perché solo il santo testimonia pienamente la libertà e diffonde
la luce. Abbiamo bisogno soprattutto di una santità dell'intelligenza,
capace di illuminare tutta la complessità della vita mondiale, capace di
aprire profeticamente le vie di un'umanità planetaria e trinitaria, unita e nel contempo rispettata nella sua molteplice diversità.
Abbiamo bisogno di vere comunità in cui la comunione non sia una parola vuota, in cui gli uomini reimparino a respirare la bellezza, la condivisione, l' amicizia, per diventare più responsabili e più creativi nella storia. La Chiesa del duemila sarà senz'altro un'immensa
diaspora di comunità liturgiche e profetiche che irradieranno, a
proprio rischio, un amore creativo e liberatore in mezzo agli uomini.
Si ha talora la percezione che l'umanità oggi sia posta
dinanzi a una scelta decisiva: o il suicidio nucleare, ecologico, la
disintegrazione delle anime, dei corpi, delle società, le mostruosità
genetiche, oppure il superamento spirituale. È ai cristiani riunificati che
spetta aprire le vie di questo superamento, in collaborazione con gli
umanisti aperti e con i fedeli di altre religioni quando sanno vincere
la tentazione dell'ideologia.
Di fronte alla minaccia di disintegrazione, la reintegrazione delle comunità eucaristiche e degli uomini eucaristici.
Di fronte alla scienza e alla tecnica fine a se stesse, la finalità
dell'uomo immagine di Dio e della terra-sacramento, segretamente
penetrata dalla gloria del Risorto.
Ignazio IV Hazim, Nous unir dans la verité ... , pp. 15-16.
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