“Come tutti i dogmi, anche quello della Trinità non è un freddo distillato concettuale, ma un forziere che contiene la sapienza del vivere, una sapienza sulla vita e sulla morte: in principio a tutto, nel cosmo e nel mio intimo, come in cielo così in terra, è posto un legame d’amore”. (E.Ronchi)
Questo legame è garantito dalle ultime parole di Gesù: “Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Lui, Gesù, è venuto a dirci e soprattutto a farci sperimentare che Dio è abbraccio d’amore presente e vicino tutti i giorni. Ci ha svelato il suo volto di Padre; lui, figlio, ha dato tutto se stesso per noi confermando che ci è vicino anche nella prova e nella morte; con lo Spirito ci rassicura che il suo Amore vince la morte e ci dona già ora la vita di figli, la vita stessa del Dio Trinità.
Scopriamo meglio questa sua presenza e vicinanza.
Oggi celebriamo innanzitutto la presenza di Dio nella storia. Come ci ha ricordato la 1 lettura: “Interroga pure i tempi antichi che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra… non si è mai udita una cosa simile che cioè che un popolo abbia udito al voce di Dio?”. Nella storia Dio si rivela come un Padre che si prende cura dell’umanità. Cammina accanto agli uomini e vuole condurli – questo è il suo intento e volontà – a partecipare alla sua stessa vita. Per questo entra come uomo nella storia attraverso il figlio Gesù, manifestazione del suo volto di Padre, condivide in tutto la nostra natura umana per elevarla, oltre la morte, alla vita divina. E per fare questo ci dona lo stesso Spirito che unisce Padre e Figlio affinchè ci unisca a Lui e tra noi in un solo corpo pur essendo molteplici e diversi. Ecco il progetto della Trinità che continua a manifestarsi nella storia e a spingerla verso il suo compimento.
Oggi quindi celebriamo anche la sua presenza in noi. Come ci ricorda la 2 lettura siamo stati immersi nella vita del Padre, del Figlio, dello Spirito santo. Siamo diventati “figli di Dio”: “avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi per mezzo del quale gridiamo ‘Abbà! Padre!’…e coeredi di Cristo”. Siamo così abitati dalla Trinità, segnati dal Suo Amore, creati e pensati a Sua immagine e somiglianza.
Infine oggi celebriamo la sua Presenza nella chiesa, la comunità dei battezzati. Il vangelo presenta una comunità imperfetta, segnata dall’infedeltà di Pietro, dal tradimento di Giuda, da una fede fragile e piena di dubbi, tuttavia, nonostante tutto questo “Gesù si avvicinò e disse loro”. Bella questa immagine di Gesù che si avvicina, si fa accanto e rinnova anche per noi la sua Parola, arrivando ad affidare, a questa comunità imperfetta, un compito straordinario: “Andate… fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo…”. per essere segno e anticipo della vita e del progetto trinitario nel mondo.
La Trinità si fa così esperienza di vita: un Dio che ti avvolge, ti coinvolge, ti fa segno di Lui attraverso la tua vita, qui, ora, dove sei e vivi, insieme a fratelli e sorelle che come te sono chiamati a vivere la medesima esperienza.
Da questa festa allora deriva non solo un sentimento di stupore e gratitudine, ma anche la consapevolezza di sentirci chiamati a collaborare all’opera della Trinità, a realizzare il suo progetto di comunione nell’amore che vuole abbracciare l’umanità intera. Credere nella Trinità comporta credere in una umanità riconciliata, fraterna, capace di generare convivialità e armonia tra le differenza, dove attraverso il dialogo e il rispetto si cresce come famiglia, capace di lavorare giorno dopo giorno per un domani di pace, di giustizia.
A questo ci chiama la Trinità. E di questo siamo incaricati. Non in forza delle nostre capacità, ma grazie alla presenza di colui che ha detto: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque!”
Il nostro essere cristiani quindi non si chiude in un fatto privato, intimistico, ma ci chiama in gioco per essere chiesa, comunità a immagine della Trinità e così insieme operare nella storia per far brillare la presenza di un Dio che, nella ricchezza del Suo amore, chiama tutti a entrare in comunione di vita con Lui. Dio nella storia, in me, nella chiesa. Io, ciascuno di noi, in Dio, nella chiesa, per edificare una storia a immagine della Trinità.