Il guardare alla famiglia di Gesù, di
Maria e Giuseppe ci fa bene. Perché non
si tratta di una famiglia astratta, di un ideale lontano e irraggiungibile, di
una storia fuori dalla storia…
E’ quella di Gesù, una famiglia concreta,
umana. Una famiglia incarnata e radicata.
Incarnata. Si compie in lei il mistero del
Natale, dell’incarnazione di Dio dentro la storia. Dio si fa carne; assume la
carne mortale, la nostra vita umana in tutto e per tutto. Lo fa a iniziare dalla
famiglia; vuole aver bisogno di una famiglia per essere Dio con noi.
E si tratta di una famiglia totalmente immersa
nella storia del suo tempo, partecipe alla vita sociale e religiosa del popolo
cui appartiene, così come il vangelo di oggi ci descrive.
Subito segnata, fin dalla nascita del piccolo
Gesù, da prove e fatiche: pensiamo a come nasce questo bambino, nella notte di
Betlemme…
La vedremo poi costretta a emigrare e
fuggire; perseguitata e osteggiata da un potere occulto che sfrutta e opprime
pur di conservare i propri privilegi.
Da subito immersa in una storia non facile,
complessa, chiamata a vivere il dramma di tutti: la lotta quotidiana tra bene e
male, tra accoglienza e rifiuto, tra morte e vita.
Non possiamo allora non pensare a quante
famiglie ieri come oggi, sono costrette ad affrontare fatiche e sofferenze, a
emigrare a causa delle guerre concepite e generate dai potenti, costrette a
spostamenti forzati per avere qualcosa da mangiare, ad andare in esilio per
godere di una maggiore dignità e libertà e spesso rifiutate da altri che non le
accolgono e che questa dignità non riconoscono: un dramma che papa Francesco
nel messaggio per la giornata della Pace che celebriamo domani richiama a tutti
noi.
Gesù, Maria e Giuseppe diventano così il
simbolo e modello di tutte le famiglie che vivono incarnate in una storia
spesso ostile e difficile.
Ma questa famiglia tuttavia resiste; non si
lascia travolgere, né disgregare dalle fatiche e lotte quotidiane.
E resiste non perché privilegiata rispetto
ad altre, né perché favorita da aiuti dall’alto. Resiste perché sa essere
famiglia ‘radicata’.
Radicata innanzitutto nella legge del
Signore. Da buona famiglia ebrea vive nella fedeltà alla Legge di Dio che già
le antiche scritture annunciavano.
Vive inserita nella storia di alleanza
(iniziata con Abramo): Maria e Giuseppe sanno, come Abramo, radicarsi nella
fiducia in Dio e nell’attento ascolto della sua voce, della sua Parola.
“Per
fede”…
come Abramo e Sara, così Giuseppe e Maria affrontano il cammino insieme, certi
che le promesse di Dio non vengono meno. Ripensando alla storia del loro popolo
non dimenticano che Dio è il Dio vicino che non toglie le prove, ma le
condivide; non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza, non salva dalla
persecuzione, ma nella persecuzione. E si fidano. Lo ascoltano. Dio cammina
accanto e insieme con loro.
Dio non si stanca anche oggi di camminare
accanto ad ogni famiglia, accanto alle nostre paure e fatiche con la Sua Parola
che illumina, guida, salva.
Guardiamo oggi alla famiglia di Gesù e
affidiamo a lei tutte le nostre famiglie.
Chiediamo la capacità di vivere incarnati,
di stare dentro una storia spesso ostile e contraria alla famiglia stessa. Di
stare nelle fatiche e nelle prove, radicati nella fiducia nella sua Parola.
Radicati: è questo il segreto. Senza radici
basta una bufera e si è travolti.
Le radici devono affondare nella fede in
Dio, quella fede che ci fa ascoltatori attenti della Sua Parola così da
stringere legami d’amore con Lui rafforzati attraverso la preghiera vissuta
insieme in casa.
E poi le radici devono affondare anche in quel
legame con la comunità di appartenenza, la chiesa: in essa – famiglia di
famiglie – come di fatto dovrebbe essere, insieme ci si accoglie e ci si aiuta,
si offre e si riceve sostegno e incoraggiamento, si attinge alle sorgenti della
fede che ci rigenera e rinnova per vivere con perseveranza e fedeltà nella
chiamata che il Signore ha rivolto a ciascuno.
La famiglia di Nazaret in tutto ciò è
modello e incoraggiamento perché le sue radici sono proprio lì, in Dio e nella
comunità.
Il Vangelo di oggi esprime questo
radicamento e ne evidenzia i frutti: “Gesù
cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di Lui”.
Sia così per i nostri figlie, per le nostre famiglie, per ciascuno di noi.