sabato 15 novembre 2025

«Sei tu, mio Signore, la mia speranza» (Sal 71,5) - XXXIII domenica del tempo ordinario

 IX° Giornata mondiale dei poveri.

Preghiera ispirata al messaggio del Papa per questa giornata. 

O Dio Padre dei viventi, 

Tu sei il Dio della speranza. Nostra rupe e nostra fortezza, Tu sei il nostro sostegno. In Te ci rifugiamo in mezzo alle prove della vita. Tu sei la nostra prima e unica speranza, il nostro compagno di strada.

Abbiamo bisogno di Te, della Tua amicizia, della Tua benedizione, della Tua Parola, della celebrazione dei Sacramenti per crescere e maturare nella fede. 

In Te troviamo il nostro tesoro. Senza di Te, qualunque cosa abbiamo serve a renderci ancora più vuoti.

 

O Signore Gesù, Verbo incarnato, Tu hai assunto la nostra povertà per rendere tutti ricchi attraverso le nostre voci, le nostre storie, i nostri volti. Con la nostra esistenza e anche con le parole e la sapienza di cui siamo portatori, provochiamo tutti a toccare con mano la verità del Tuo Vangelo. Accresci la nostra fede in Te, che ci hai salvato con la Tua morte e risurrezione e che tornerai di nuovo in mezzo a noi. Il nostro cuore sia sempre fisso in Te, che sei la nostra speranza.

 

O Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, che susciti in noi l’attesa della città celeste, illumina e fortifica i nostri fratelli cristiani, perché si impegnino per le nostre città terrene, rendendole fin d’ora somiglianti alla patria beata. Fa’ che tutti gli uomini e le donne di buona volontà affrontino e rimuovano a livello internazionale le cause strutturali della povertà, creando nuovi segni di speranza per testimoniare a noi con gesti concreti la carità che Tu misteriosamente effondi in loro.

 

O Maria Santissima, Consolatrice degli afflitti, e Sant’Antonio di Padova, Patrono dei poveri, pregate per noi, affinché quest’Anno Giubilare possa incentivare lo sviluppo di politiche di contrasto alle antiche e nuove forme di povertà, oltre a nuove iniziative di sostegno e aiuto ai più poveri fra di noi, perché tutti possiamo avere una casa, cibo, cure mediche, istruzione. Amen!

sabato 8 novembre 2025

"Siete edificio di Dio" - Festa della dedicazione della basilica Lateranense

Gesù è un rivoluzionario, veramente.

E non tanto perché rovescia i tavoli e scaccia i mercanti dal tempio, quanto piuttosto perché va oltre il tempio, lo supera, facendo di sé stesso il nuovo e vero tempio, il luogo dove incontrare e adorare Dio: “parlava del tempio del suo corpo”.

Ecco la vera rivoluzione che troverà conferma con la sua risurrezione dopo i tre giorni della ‘distruzione’, della morte.

Una novità che Gesù stesso annuncia, dopo questo episodio, nell’incontro con la Samaritana quando alla domanda su dove adorare Dio, se a Gerusalemme o sul monte (Garizim), Gesù risponde affermando: “Viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità”.

Ma allora viene da chiederci: che senso hanno i templi, le chiese, le basiliche?

Le chiese di mattoni, come la prima chiesa che oggi ricordiamo quella del Laterano, hanno senso nella misura in cui aiutano, facilitano l’incontro con quel tempio vivo che è Gesù.

Gesù stesso ci fa comprendere che resta il tempio come luogo. Lui stesso lo frequenta, anzi lo difende “Lo zelo per la tua casa mi divorerà”. Tuttavia deve essere veramente spazio di preghiera e di incontro con Dio. Se così non fosse rischia di diventare mercato delle nostre iniziative, cerimonie, feste e quant’altro.

Il nostro radunarci in chiesa allora ritrova il suo vero significato.

Qui veniamo perché sappiamo che possiamo attingere a quell’acqua viva che il profeta descrive nella 1 lettura. Acqua apportatrice di vita, di fecondità, di guarigione che rende anche noi canali dispensatori di questo dono di grazie a favore dell’umanità tutta. Quell’acqua che è lo Spirito di Dio riversato in noi proprio attraverso l’acqua del Battesimo.

In questi luoghi noi siamo chiamati a diventare, come ci ha detto Paolo (2 lett.) “edificio di Dio” perché qui noi costruiamo la nostra vita su quel “fondamento che è Gesù Cristo”, nutriti dalla sua Parola e dal suo pane di vita che ci edifica in un solo corpo con lui e tra noi, lasciando che “lo Spirito di Dio che abita in noi” ci guidi nel nostro cammino.

Tempio di Dio siamo noi, è la carne dell'uomo ci ricorda Gesù. Tutto il resto è decorativo. Tempio santo di Dio è il povero, il piccolo, l’emarginato. Tempio santo di Dio ogni uomo e donna che vivono in questo santuario che è l’umanità intera e il creato. (Leone XIV in Dilexit te).

C'è grazia, presenza di Dio in ogni essere. Passiamo allora dalla grazia dei muri alla grazia dei volti, alla santità dei volti.

Di questi luoghi fisici, delle chiese, abbiamo bisogno certo per diventare sempre più il corpo di Cristo la sua chiesa/comunità. Quella chiesa di Cristo, che lo sa riconoscere in ogni corpo, in ogni umana creatura anche la più piccola e fragile, e che continua a renderlo presente nel mondo con la testimonianza di una vita secondo il vangelo, sotto la guida dello Spirito che rende capaci di vivere in comunione e fraternità.

Così il mondo intero diventa “tempio santo” e noi ogni giorno ci accorgeremmo che stiamo camminando in un’unica grande cattedrale, la cattedrale del creato, dove riconoscerci fratelli e sorelle, chiamati a camminare insieme nella pace.