Il tempo nuovo dell’Avvento si apre con alcuni verbi che risuonano per tutti noi come guida e stimolo.
Svegliatevi. Camminate. Rivestitevi.
E’ Paolo nella seconda lettura, ma anche Gesù nel vangelo ascoltato, che ci invitano, con una certa decisione, a svegliarci. “E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno” dice Paolo. E Gesù aggiunge: “Vegliate, tenetevi pronti”.
Oggi, dobbiamo onestamente riconoscerlo, rischiamo di passare gran parte della nostra vita addormentati, non ci aspettiamo più niente, non ci accorgiamo di quello che succede o ce ne disinteressiamo (vedi: guerre, clima, miseria e povertà…). “Come ai giorni di Noè… non si accorsero di nulla finchè venne il diluvio e travolse tutti”. Se non ci svegliamo e non prestiamo attenzione a quello che sta accadendo dentro di noi e intorno a noi, ci ritroveremo travolti dal diluvio senza accorgerci che il tempo stava diventando brutto, sottovalutando le prime gocce. Dobbiamo svegliarci perché non sappiamo mai quello che può avvenire nella nostra vita: possiamo essere presi o lasciati. La vita è segnata dall’incertezza, solo noi possiamo fare la differenza. Ogni momento della vita è quello in cui posso essere preso o lasciato: come mi troverebbe oggi la vita? Sveglio o addormentato? Pronto o distratto? Indifferente o responsabile?
Svegliarsi allora vuol dire metterci in cammino.
Camminate è il secondo verbo che ci viene proposto. Isaia nella prima lettura lo ripete: “Venite, saliamo sul monte del Signore perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”. E i sentieri del Signore sono i sentieri della pace, della riconciliazione, della giustizia; della trasformazione di spade in aratri, di lance in falci, cioè in attrezzi che servono per coltivare, per generare vita. Per lo più nella nostra vita maneggiamo quotidianamente spade e lance, riversiamo le nostre energie sui conflitti, cerchiamo di difenderci e di attaccare, ma dove ci porta questa violenza? Ci sono tante forme di violenza: possiamo essere violenti anche con il silenzio, con i giudizi, con l’indifferenza.
C’è da compiere un cammino di trasformazione, di cambiamento di vita; di rovesciamento di criteri, di scelte, di impostazioni per assumere in noi “le sue vie”.
“Camminiamo nella luce del Signore” suggerisce il profeta. Dalle tenebre del male alla luce del Signore. Ecco la trasformazione richiesta a chi vive sveglio, pronto, attento, responsabile.
Così facendo allora comprendiamo anche il terzo verbo dell’avvento: rivestitevi.
Lo pronuncia Paolo nella seconda lettura: “Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo”. “Invece” dice, per indicare appunto che il rivestirsi di Gesù chiede un cammino di trasformazione che descrive così: “gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi di Gesù Cristo”.
L’Avvento ogni anno ci ricorda che: “Il Signore è più vicino ora di quando diventammo credenti”. Il Signore è ogni giorno più vicino perché ogni minuto che passa si avvicina il momento in cui lo incontreremo.
Svegliamoci per evitare che il Signore passi senza che ce ne accorgiamo.
Camminiamo trasformando la nostra vita, rivestendola di Gesù attraverso l’ascolto della sua Parola, il nutrimento dei suoi sacramenti, così da riconoscerlo nella sua venuta.
Lui che è venuto nel tempo e nella storia, tornerà un giorno che non conosciamo. Ma fin d’ora viene ogni giorno. Solo chi è sveglio, in cammino, lo può riconoscere e, lasciandosi illuminare e guidare, fare esperienza dalla sua presenza che dà vita alla nostra vita.