Oggi Gesù ci dice: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia
sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
I tempi difficili
che viviamo concedono poco alla gioia.
Tutti ne siamo alla
ricerca. La confondiamo spesso con attimi fugaci di felicità, con le scintille
di un momento piacevole, ma non riusciamo a entrare in possesso di una gioia
duratura, profonda.
Da dove viene
questa gioia che Gesù vuole donarci? “Vi
ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia
piena”. Essa viene dalle “cose”
che ci ha detto, è lì che dobbiamo andare a cercarla, a ritrovarla, a farla nostra.
Quali sono le “cose” che Lui ci ha dette? Le abbiamo
ascoltate: “Come il Padre ha amato me,
anche io ho amato voi”. “Dio è amore” “l’amore è da Dio… In questo sta l’amore: è Lui che ha amato noi e ha
mandato il suo figlio…”.
Sei amato da Dio,
vieni dall’amore, cioè da Lui stesso e verso di Lui sei in cammino per
partecipare alla pienezza del suo amore.
Questa è la radice,
la sorgente della gioia. E’ la gioia stessa di Gesù che vive nell’amore del
Padre e a Lui si affida anche nel buio della passione e della croce.
Questa gioia è
interiore e viene da questa profonda esperienza; è l’esperienza di sentirsi
profondamente amato: questa è la fonte della gioia.
Il Padre si occupa
di me; e il suo amore allora diventa in me una spinta, un invito ad occuparmi
degli altri. Infatti Gesù unisce al dono della gioia l’invito-comando
all’amore: “Questo vi comando: “che vi
amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.
Gioia e amore
diventano così la vita interiore ed esteriore del cristiano. Il segno
distintivo del discepolo di Cristo.
Tuttavia noi
diventiamo capaci di amore solo se
“rimaniamo in Lui, nel suo amore” e da Lui lo apprendiamo. Possiamo
veramente amarci gli uni gli altri come Gesù ci chiede nella misura in cui
questo amarci viene da Lui e si conforma al Suo amore.
“Amatevi COME IO ho amato voi”. Essenziale questo
COME. E’ ciò che qualifica l’amore e lo rende vero, autentico, portatore di
vita e di gioia. Come Dio ama?. Raccogliamo solo qualche spunto dalla Parola
ascoltata per poi approfondirlo sia personalmente, sia nella vita comunitaria…
- Innanzitutto è un
amore che si apre al dono di sé e non si chiude nella ricerca del proprio
interesse e soddisfazione personale. “Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita”. ”In questo si è manifestato
l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio perché avessimo
la vita per mezzo di Lui”. Vuol dire che servire, donare sono lo stile del
cristiano e delle comunità cristiane.
- E’ poi un amore
che si mette alla pari e ci chiama a entrare in una relazione di comunione
profonda. “Non vi chiamo più (non vi
ha mai chiamato) servi… ma vi ho chiamato
amici”. Non è ricerca di dominio, desiderio di usare l’altro. Ma è
disponibilità a una comunicazione, a un dialogo che unisce e arricchisce: “amici, perché tutto ciò che ho udito dal
Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”. Vuol dire che tra noi cristiani e
nelle nostre comunità dobbiamo smetterla di trattare alcuni come servi,
cristiani di sere B, ma sentirci tutti coinvolti a lavorare insieme per il
Regno…
- Ed è un amore che
non è dato come premio a chi lo merita, per i buoni risultati conseguiti… Esso
previene gratuitamente, anticipa, va oltre la risposta che può ottenere: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi
e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto”. Amore che muove dalla
gratuità e si gioca nella fiducia totale nei nostri confronti, nei confronti
dell’altro. Vuol dire che più che quello che facciamo è ciò che siamo che
conta, anche nelle nostre comunità…
- E infine si
tratta di un amore senza confini. “Dio
non fa preferenze di persone”: così, nella prima lettura, Pietro arriva a
percepire che l’amore di Dio travalica tutti i nostri schemi, tutte le nostre
distinzioni, i muri che erigiamo e le barriere soprattutto mentali che non smettiamo
mai di costruirci. “Non fa preferenze di
persone” e vuole arrivare al cuore di ogni uomo e donna per riempirlo di
quella gioia vera che riempie di luce e di significato la vita. Vuol dire che
ogni distinzione, divisione, chiusura, emarginazione, va contro l’amore di Dio…
Proviamo ad applicare queste indicazioni circa il
“COME” dell’amore e avremo di che lavorare per crescere insieme come comunità e
imparare sempre più a manifestare con la nostra vita la gioia di essere amati
da Lui.
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