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sabato 5 maggio 2018

Sesta domenica del Tempo pasquale.


Oggi Gesù ci dice: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
I tempi difficili che viviamo concedono poco alla gioia.
Tutti ne siamo alla ricerca. La confondiamo spesso con attimi fugaci di felicità, con le scintille di un momento piacevole, ma non riusciamo a entrare in possesso di una gioia duratura, profonda.
Da dove viene questa gioia che Gesù vuole donarci? “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Essa viene dalle “cose” che ci ha detto, è lì che dobbiamo andare a cercarla, a ritrovarla, a farla nostra.
Quali sono le “cose” che Lui ci ha dette? Le abbiamo ascoltate: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi”.  Dio è amore“l’amore è da Dio… In questo sta l’amore: è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo figlio…”.
Sei amato da Dio, vieni dall’amore, cioè da Lui stesso e verso di Lui sei in cammino per partecipare alla pienezza del suo amore.
Questa è la radice, la sorgente della gioia. E’ la gioia stessa di Gesù che vive nell’amore del Padre e a Lui si affida anche nel buio della passione e della croce.
Questa gioia è interiore e viene da questa profonda esperienza; è l’esperienza di sentirsi profondamente amato: questa è la fonte della gioia.
Il Padre si occupa di me; e il suo amore allora diventa in me una spinta, un invito ad occuparmi degli altri. Infatti Gesù unisce al dono della gioia l’invito-comando all’amore: “Questo vi comando: “che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.
Gioia e amore diventano così la vita interiore ed esteriore del cristiano. Il segno distintivo del discepolo di Cristo.
Tuttavia noi diventiamo capaci di amore solo se “rimaniamo in Lui, nel suo amore” e da Lui lo apprendiamo. Possiamo veramente amarci gli uni gli altri come Gesù ci chiede nella misura in cui questo amarci viene da Lui e si conforma al Suo amore.
“Amatevi COME IO ho amato voi”. Essenziale questo COME. E’ ciò che qualifica l’amore e lo rende vero, autentico, portatore di vita e di gioia. Come Dio ama?. Raccogliamo solo qualche spunto dalla Parola ascoltata per poi approfondirlo sia personalmente, sia nella vita comunitaria…
- Innanzitutto è un amore che si apre al dono di sé e non si chiude nella ricerca del proprio interesse e soddisfazione personale. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita”. ”In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio perché avessimo la vita per mezzo di Lui”. Vuol dire che servire, donare sono lo stile del cristiano e delle comunità cristiane.
- E’ poi un amore che si mette alla pari e ci chiama a entrare in una relazione di comunione profonda. “Non vi chiamo più (non vi ha mai chiamato) servi… ma vi ho chiamato amici”. Non è ricerca di dominio, desiderio di usare l’altro. Ma è disponibilità a una comunicazione, a un dialogo che unisce e arricchisce: “amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”. Vuol dire che tra noi cristiani e nelle nostre comunità dobbiamo smetterla di trattare alcuni come servi, cristiani di sere B, ma sentirci tutti coinvolti a lavorare insieme per il Regno…
- Ed è un amore che non è dato come premio a chi lo merita, per i buoni risultati conseguiti… Esso previene gratuitamente, anticipa, va oltre la risposta che può ottenere: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto”. Amore che muove dalla gratuità e si gioca nella fiducia totale nei nostri confronti, nei confronti dell’altro. Vuol dire che più che quello che facciamo è ciò che siamo che conta, anche nelle nostre comunità…
- E infine si tratta di un amore senza confini. “Dio non fa preferenze di persone”: così, nella prima lettura, Pietro arriva a percepire che l’amore di Dio travalica tutti i nostri schemi, tutte le nostre distinzioni, i muri che erigiamo e le barriere soprattutto mentali che non smettiamo mai di costruirci. “Non fa preferenze di persone” e vuole arrivare al cuore di ogni uomo e donna per riempirlo di quella gioia vera che riempie di luce e di significato la vita. Vuol dire che ogni distinzione, divisione, chiusura, emarginazione, va contro l’amore di Dio…
Proviamo ad applicare queste indicazioni circa il “COME” dell’amore e avremo di che lavorare per crescere insieme come comunità e imparare sempre più a manifestare con la nostra vita la gioia di essere amati da Lui.

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