Siamo all’inizio del vangelo di Marco, che
ci accompagnerà in questo nuovo anno liturgico; ma questa parola “inizio” ha una risonanza più forte e sta
ad indicare, non tanto l’inizio di un libro, ma l’incominciare di una realtà
nuova.
Siamo dinanzi a un “principio”, a un
ricominciamento, a un fiorire di novità dentro questa nostra storia.
E’ l’inizio di una “Buona notizia” che come seme e lievito si espande dentro la vita
dell’uomo di ieri e di oggi, perché questa buona notizia altro non è che Gesù, uomo
e figlio di Dio, Messia atteso, Dio con noi. “Inizio del vangelo di Gesù Cristo figlio di Dio”.
Questa la buona, bella e vera notizia; non
si tratta di ‘fake news’, che come virus di menzogna attraversano il mondo
delle comunicazioni contemporanee. E’ notizia vera, reale che ha un volto: Dio
ci ha messo la faccia in Gesù il figlio amato.
Dio dunque ha un volto e questo volto è
quello di Gesù; con Lui Dio è con noi, vive dentro la nostra storia e la nostra
umanità è la sua casa.
La sua presenza ha un solo scopo: salvezza.
“Non vuole che alcuno si perda” scrive
Pietro nella seconda lettura.
Con Lui ogni cosa è chiamata a rifiorire,
per tutti sono possibili nuovi inizi, insieme a Lui tutti possiamo riconoscerci
in verità figli di Dio.
“Consolate,
consolate il mio popolo… il Signore Dio viene”, annuncia il
profeta: è qui dentro questa nostra umanità.
E’ pieno il mondo della novità di Dio.
Occorre saperla riconoscere. Sono pieni i cuori delle persone; di tutte le
persone, di ogni religione e cultura: occorre imparare a prestare attenzione.
Novità che si nasconde come seme, novità che non ha bisogno di tanto clamore.
Giovanni il Battista, profeta essenziale e
lucido, sa vedere e riconoscere questa presenza nascosta. Per questo con
urgenza e forza grida, annuncia: “preparate
la strada”, preparate la vita ad accogliere Colui che porta novità, a Colui
che dona lo Spirito stesso di Dio, sì perché Lui ci “immergerà in Spirito Santo”, nella vita d’amore che è la vita di
Dio stesso.
Come si può tacere tutto ciò?
Come non far risuonare questa bella
notizia?
Già il profeta Isaia non stava più nella
pelle: “parlate, gridate, alza la tua
voce con forza tu che annunci liete notizie, alza la voce, non temere, annuncia…”
Quanta insistenza, quanta urgenza in questi appelli che hanno attraversato la
storia.
Invito che oggi giunge alle nostre
orecchie, al nostro cuore così da sentirci tutti coinvolti: e non solo a
preparare la via alla presenza del Signore ma anche a diventare via per lui.
Messaggeri di buone notizie in un mondo
invaso da notizie fasulle, messaggeri di speranza in una realtà cupa e avvolta
da crescente pessimismo, annunciatori di una Parola che ha la forza di
trasformare la vita e la storia.
Capaci di parole e gesti che abbassano
montagne e colmano vuoti, di parole e gesti che aprono nuovi cammini, generano
nuove relazioni.
“Viene
dopo di me Colui che è più forte di me”: Lui annunciamo, il più forte nell’amore e
non certo nella violenza; Lui che con la sua vita, le sue parole e i suoi
gesti, ci ha manifestato la forza rinnovatrice della mitezza, del perdono,
della tenerezza, dell’amore che arriva a dare la vita per i propri amici e
anche per i nemici. Questo ‘più forte’
è la buona notizia che oggi la chiesa, tutti noi cristiani, siamo chiamati a
far risuonare con forza e coraggio.
Non è compito solo di gente selezionata e
scelta (oggi ricordiamo i giovani che in Seminario si preparano ad essere
profeti della Buona notizia: li sosteniamo e li incoraggiamo con la preghiera).
Ma non solo loro. Tutti noi, in ogni ambito della nostra vita, in ogni giorno
che passa, siamo chiamati ad annunciare, con parole e opere, la Buona notizia
che è Gesù, il Dio con noi.
“Alza
la tua voce”:
è l’appello che la Parola ci rivolge.
Oggi il mondo ha bisogno di profeti che
sanno vedere, annunciare e collaborare nel costruire “i nuovi cieli e una terra nuova” dove abiti ‘il più forte’, il giusto che tutti ama e salva.
Il Natale sia occasione per questo
ricominciamento; sia spazio propizio per scambiarci, non vuoti e abituali
freddi auguri, ma la Notizia bella, buona e vera che è Gesù e la sua Parola.
Diventiamo questa ‘voce che grida’,
che incita alla speranza, al coraggio di saper ricominciare sempre di nuovo
nonostante tutto e tutti, alla gioia che nasce da gesti di amore distribuito
senza calcoli e a piene mani.
Profeti di un Dio che non si stanca mai di
nessuno di noi, non si stanca mai di questo mondo, anzi: con noi, qui in questa
umanità sta di casa, perché noi siamo i suoi figli amati, sempre e nonostante
tutto. Che bella notizia! Che storia diversa può finalmente ricominciare!
Nessun commento:
Posta un commento