domenica 11 giugno 2017

Santissima TRINITA'



Parlare di Trinità non è ridurre Dio a una questione di numeri e nemmeno parlare di una elaborata dottrina impossibile ad essere compresa. E’ piuttosto parlare di un’esperienza, di una storia: la storia stessa di Dio. Un Dio che non solo è origine, guida e fine di tutto, ma nella storia si è manifestato e si è fatto conoscere in tutta la sua bellezza e grandezza.
Parlare e celebrare la Trinità è quindi narrare e celebrare un’esperienza concreta: il nostro scoprirci amati da Lui e avvolti da sempre e per sempre nel suo abbraccio di vita.
Questa esperienza, questa storia dell’amore di Dio che oggi celebriamo è quanto durante tutto l’anno, durante i vari tempi liturgici, dall’avvento alla Pasqua, abbiamo vissuto e sperimentato; la chiesa riassume tutto ciò in quest’unica festa sotto il nome della santa Trinità, quasi per sintetizzare il grande mistero di Dio, della sua vita e insieme celebrarlo e lodarlo.
Trinità è il termine con il quale diciamo tutto l’immenso e smisurato amore di un Dio che dentro la storia ci ha sussurrato qualcosa di sé stesso, della sua vita perché lo abbiamo a conoscere e a incontrare.
 Con la parola Trinità diciamo innanzitutto che Dio è un Dio in movimento; un movimento che lo spinge a uscire, a manifestarsi, a farsi vicino e presente tra l’umanità stessa.
Già Mosè lo percepisce come il Dio che ‘scende’ e si ‘ferma’ in mezzo al popolo: “scese nella nube, si fermò presso di lui”; un “Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e fedeltà”. Questa manifestazione paterna di Dio, che perdona, ama, guida il suo popolo, trova poi in Gesù la sua piena rivelazione: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” afferma Gesù stesso. Un Figlio “mandato non per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui”. E questo amore non fa altro che espandersi dopo la Pasqua attraverso lo Spirito del Padre e del Figlio effuso sui discepoli e sull’intera umanità.
Un Dio in uscita dunque. Un’uscire per amare, per riversare su tutti noi un amore che è sorgente di vita, di misericordia, di pace e di comunione.
Sì perché lo scopo di questo ‘uscire’ di Dio, del suo venire verso noi, è il farci dono della sua vita, il farci entrare in una relazione profonda di comunione e di amore fino a diventare uno in Lui.
Dio esce verso di noi per far entrare noi in comunione con Lui: un amore di comunione dunque che vuole abbracciare l’umanità intera, la storia tutta.

Nella Trinità si svela così il volto stesso di Dio e ci viene indicato verso quale ‘destino’, o meglio ‘progetto’, la storia tutta è in cammino: un progetto di comunione, di pace, di convivialità; che altro non è che partecipare alla vita stessa di Dio.
Il Padre, il Figlio e lo Spirito sono una comunione d’amore così forte dove le differenze sono armonizzate nella convivialità e sono ricchezza che fonda la comunione stessa.
Ecco allora che nella Trinità ci è mostrato cioè che l’umanità tutta e in particolare la Chiesa è chiamata ad essere.
A immagine della Trinità la chiesa deve vivere un amore che sappia armonizzare ogni differenza nella comunione profonda e diventare così chiesa in uscita, come Dio, per portare questo amore che dona pace e fraternità nel mondo. In uscita per costruire comunione: dentro le famiglie, nei paesi, nella società, tra i popoli.
Dalla Trinità esce un modello di vita, un progetto di come costruire la storia stessa, le relazioni tra le persone.
Guardando alla Trinità, alla vita stessa di Dio, siamo chiamati a imparare ad accogliere ogni differenza nell’abbraccio dell’amore che fonde tutto in armonia e comunione.
E’ una strada indubbiamente non facile; è una sfida che noi cristiani per primi siamo chiamati ad affrontare.
La Trinità ci parla della storia di Dio e della nostra storia chiamata a costruirsi a Sua immagine: in una comunione capace di generare pace e armonia.
In questa sfida, che ogni giorno sperimentiamo non facile, abbiamo la consapevolezza che Lui opera e agisce in noi e in tutti: ogni uomo e donna porta in sé l’impronta della Trinità, è il nostro dna comune. Ed è proprio questo suo essere accanto e dentro noi nel cammino che ci dà forza e coraggio. E’ l’invito che Paolo rivolgeva ai Corinti e che oggi risuona per noi: “Siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo – la vita della Trinità stessa – siano con tutti voi”. 
Lodiamo, preghiamo, guardiamo alla Trinità per scoprirci ogni giorno immersi nel suo amore e costruire insieme relazioni sempre più improntate alla comunione, all’armonia, alla pace.

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