Parlavamo domenica di ‘esplosione di luce’…
ebbene, oggi dobbiamo constatare che da questa esplosione di luce, che è Gesù
in mezzo a noi, deriva un capovolgimento totale di idee, di scelte, di vita.
‘Sottosopra’:
è la parola che meglio ci aiuta a capire cosa succede quando Dio entra – lo si
lascia entrare - nella nostra storia.
La Parola di Dio oggi ci parla di
rovesciamento di prospettive.
Un passare da prospettive umane a
prospettive divine. Col rischio di rimanerne scandalizzati, perché qui tutto
viene messo sottosopra. Ciò che per la sapienza umana è successo, carriera,
forza, potere, avere, viene rovesciato. Per Dio tutto ciò, che noi pensiamo
essere il sopra, il più importante, passa sotto. La sapienza di Dio è l’esatto
rovescio della sapienza umana. Non che Dio scarti, disprezzi ciò che noi
riteniamo così importante; no. Ma lo supera, lo mette sotto; rovescia i
parametri. Prima viene altro. Altro è più importante di tutto ciò.
Partiamo dalla prima lettura. Dio sceglie
un popolo. Ma come e dove? A partire da poveri e umili, da un ‘resto’, da una minoranza formata da chi
è giusto, fedele, mite e che vive ‘confidando
nel Signore’. Un bel criterio di scelta, veramente sottosopra a confronto con
i nostri modi di valutare e scegliere.
Paolo, nella seconda lettura lo ricorda ai
suoi cristiani di Corinto. “Dio sceglie
ciò che è debole, ignobile, disprezzato per confondere le grandezze mondane”.
L’invito è chiaro: solo “grazie a Lui voi
siete in Cristo Gesù” il quale è salvezza totale; noi siamo qualcuno non per i nostri meriti, per le nostre opere,
per ciò che ci crediamo di essere ma grazie al Suo Amore. Sottosopra anche qui!
Se poi riprendiamo la pagina del vangelo
non ci viene affatto difficile riconoscere che pure qui è tutto sottosopra.
Poveri, afflitti, miti, pacifici, misericordiosi, leali, assetati di giustizia
(tutta gente che oggi non esiteremmo a definire di scarto, ingenui e sognatori)
loro sono i veri felici, i beati.
Sottosopra quindi anche il criterio di felicità. Essa non sta nell’avere, ma
nell’essere; non sta in qualcosa (che oggi c’è e un domani può cessare… salute,
soldi, posizione…), ma in Qualcuno che agisce ed è presente in ogni momento, in
ogni situazione della nostra vita e ne garantisce il valore, il senso e la
riuscita finale. L’agire di Dio in noi è ciò che apre la vita alla vera
felicità. Pur in mezzo a fatiche e lotte, a prove e sofferenze, perché Lui vive
tutto ciò insieme con noi, se… Certo tutto dipende da un se, si realizza solo
se… Se lo accogliamo e gli facciamo spazio. Se non continuiamo a presumere di
noi stessi e a seguire una illusoria sapienza umana. Se abbiamo il coraggio di
buttare sottosopra la nostra vita, la scala di valori che ci siamo fatta, una
certa sicurezza su ciò che veramente conta, frutto più di condizionamenti, che
neanche di personale riflessione e valutazione.
La Parola ascoltata ci offre dunque criteri
per valutare quanto siamo su una strada di verità e di realizzazione; più
ancora quanto siamo veramente il popolo di Dio, la comunità cristiana voluta da
Gesù.
Dov’è oggi il popolo che Dio si è scelto?
Dove sono oggi comunità autenticamente cristiane? Credo che da quanto detto
dobbiamo rispondere: solo dove c’è un ‘resto’
umile e povero, che sa confidare nel Signore; dove ci sono uomini e donne,
laici e preti, che non cercano la carriera, la posizione privilegiata, una vita
sopra le loro possibilità, bensì cercano solo di fare spazio all’agire di Dio,
si lasciano da Lui mettere sottosopra per poter meglio assaporare, con la Sua
gratuita e graziosa presenza, la felicità e la bellezza della vita. Felicità e
bellezza che solo dalla comunione d’amore con Lui possono essere generati: ora (‘di essi è il regno di Dio’), subito,
dentro questa non facile nostra storia, e poi, un domani, (‘saranno’) oltre questa storia dove solo chi avrà vissuto
confidando in Lui ne gusterà anche la profonda e definitiva comunione d’amore.
Oggi noi cristiani dobbiamo sempre più essere capaci
di ‘vivere sottosopra’ se vogliamo essere veramente il popolo di Dio e
camminare sulle strade del vangelo. Non possiamo considerarci cristiani e
seguire continuamente i criteri di una sapienza umana mettendo sopra di tutto
valori puramente mondani e nello stesso tempo dichiarandoci discepoli di Gesù.
Occorre coraggio per rovesciare questo modo di essere e di vivere.
E perché no:
occorre poi coraggio per mettere sottosopra questo nostro mondo per orientarlo
alla vera felicità che è solo in Dio, lavorando insieme per un rinnovamento
delle nostre comunità e della società. Sottosopra: non è per un capriccio di
cambiare tutto, ma per il desiderio smisurato di metterci sulla giusta strada,
per aprirci un futuro di speranza, per aiutarci a dare a questa nostra vita
quel vero senso che andiamo cercando. Sottosopra. Rovescia la tua vita come ha
fatto Gesù. E’ lui l’uomo delle beatitudini. Il primo che, non solo le ha
pronunciate, ma soprattutto le ha vissute. Rovesciando i cosiddetti criteri
della tradizione e del buon senso e aprendo, per tutti coloro che desiderano la
vera felicità, una strada che porta veramente alla meta, passando certo per il
vicolo stretto della croce, ma per poi aprirsi allo smisurato scenario della
vita nuova, bella, felice che germoglia per tutti coloro che, piccoli e umili,
sanno confidare pienamente nell’amore del Padre.
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