E’ voce forte ma che porta con sé una bella notizia: “Consolate consolate il mio popolo… Parlate al cuore… ditele che la tribolazione è finita, la colpa scontata. Il Signore Dio viene”.
E anche Pietro nella 2 lettura fa da eco a questa voce: “Il Signore è magnanimo, non vuole che alcuno si perda”.
E’ dunque voce che annuncia liete notizie. E’ voce che invita a riconoscere che nella storia è possibile un nuovo inizio: “Inizio del vangelo di Gesù” inizio di una buona notizia destinata a provocare “nuovi cieli e una terra nuova”. C’è una novità dentro la storia che può portare speranza, pace, serenità, pienezza di vita. Questa novità è Gesù “Colui che viene e che è più forte”, è il “Signore Dio”. Questi è colui che aspettiamo nell’avvento; o meglio Colui che già in mezzo a noi, siamo invitati a riconoscere e ad accogliere.
Davanti a questo annuncio la voce diventa imperativo, invito, esortazione: “Preparate la via al Signore”.
Bisogna fare strada alla Sua presenza, alla novità che porta con sé. Fare strada a Lui e non a noi stessi. Ecco perché c’è un’opera di abbassamento, c’è da decidersi a spianare e raddrizzare sentieri. Sono i sentieri del nostro cuore troppo persi nel buio e nella paura. Sono i muri dell’odio da abbattere, fratelli e sorelle da risollevare, da strappare fuori da valli di lacrime. E’ quel prepotente orgoglio che si leva dal nostro nulla, da demolire.
“Preparate la via”. Solo “allora si rivelerà la gloria del Signore”: la sua bellezza, la sua grandezza, il suo amore che fa nuove tutte le cose.
Quanto è attuale questo messaggio! Oggi noi tutti siamo desiderosi di novità che cambino l’attuale situazione, ma emerge altresì la nostra incapacità a individuare la strada per costruire il nuovo desiderato.
Quale strada per uscire da questi tempi difficili?
Tanti pensano che la strada sia un ritorno alla vita di prima, senza rendersi conto che proprio quella vita, così chiusa su noi stessi, alla ricerca dei nostri intessi, nello sfruttamento delle persone e del creato, ha aperto la strada a questa situazione di crisi globale. Occorre la fantasia di preparare strade nuove. Questo chiede il coraggio di abbandonare e cambiare le vie vecchie, di abbattere ciò che si pone come ostacolo alla novità, di riempire vuoti dovuti all’indifferenza, alle ingiustizie, alle discriminazioni. Un bel lavoro che tutti ci deve coinvolgere, a partire dalle nostre comunità cristiane.
Preparare la strada: questo la voce annuncia se vogliamo fare esperienza della buona notizia di un Dio che consola e apre nuovi orizzonti di speranza. Come possiamo? A piccoli passi.
Innanzitutto imparando a scorgere la novità di Dio dentro la storia, dentro di noi, dentro la vita quotidiana e le fatiche di ogni giorno; per far questo tuttavia occorre ridare a Dio e alla Sua Parola il primato. Della novità di Dio sono pieni i cuori delle persone; di tutte le persone, di ogni religione e cultura: occorre imparare a prestare attenzione; essa è presente ovunque ci sono uomini e donne capaci di parole, gesti, scelte contrassegnate dall’amore, dalla verità, della sincera ricerca del bene, della pace, della riconciliazione
Occorre poi vivere e costruire la novità. Con il coraggio dell’andare controcorrente (come Giovanni il Battista). Con l’audacia di scelte che facciano fiorire quella lieta notizia che ancora oggi attende di essere annunciata e vissuta. Scelte di consolazione (“Consolate, consolate”); scelte di nuovi linguaggi (“parlate al cuore”); scelte di pace, di riconciliazione (“fate di tutto perché Dio vi trovi in pace”).
Con le nostre scelte prepariamo la strada, permettiamo alla novità di Dio di manifestarsi dentro la storia, apriamo le porte a un nuovo inizio, a un futuro di speranza.
Avvento di novità dunque. Dobbiamo crederci. Lui accorcia le distanze; e noi? Prepariamogli la strada, camminiamo incontro a Lui su strade di novità, sulle strade del Vangelo.
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