Scommetti che…:
le nostre giornate e i nostri dialoghi sono spesso accompagnati da questa
frase. Scommetti che vince l’Inter? Scommetti che domani ci sarà il sole?
Scommetti che Tizio alla fine molla Tizia?....
Scommettere è,
alla fine, prendere parte, mettersi da una parte piuttosto che da un’altra…
La festa di oggi
la possiamo vivere come una scommessa…
Siamo al termine
di una anno liturgico durante il quale come cristiani abbiamo seguito Gesù,
passo passo.
Siamo pronti a scommettere
per Lui? A riconoscere che alla fine è Lui che vince? Sì perché attribuire a
Gesù il titolo di re, come oggi la chiesa fa, altro non è che riconoscere che è
Lui il vincitore, che la sua vita, la sua Parola, le sue scelte sono vincenti.
E il brano di
vangelo ci porta al momento cruciale, nel vero senso della parola…, dove siamo
tutti chiamati ad assumere la nostra posizione, a prendere parte per Lui o
contro di Lui, a scommettere dunque su chi vince veramente.
La frase centrale
è una scritta: “Costui è il re dei Giudei”.Su
questa affermazione i diversi personaggi sono chiamati a scommettere. Da una
parte quanti lo deridono (la maggior parte): popolo, capi, soldati. Dall’altra
malfattori/ladroni che in modo diverso prendono anch’essi posizione.
Il punto centrale
su cui la scommessa si muove è: “se tu
sei il re dei Giudei salva te stesso”. Salva te stesso: allora sì che ti
riconosciamo vincente, re, Messia…
Ci siamo anche
noi tra tutti questi personaggi; anche noi chiamati a prendere posizione. A scommettere.
Se sei Dio salva
te stesso, salva noi, me, tutti, rendici la vita facile, liberaci da tutti i
problemi… E’ la tentazione di scommettere su una logica di forza, di potere, di
dominio..
Non a caso il
vangelo ci presenta uno, l’unico, la minoranza, che vede Gesù con occhi
diversi, che arriva a fidarsi di lui a scommettere su di Lui. Il cosiddetto
buon ladrone, che probabilmente di buono aveva poco…, ma che alla fine sa
decidere da che parte stare. Le sue parole ci dicono cosa ha visto in Gesù: uno
che sta al nostro fianco, che condivide le nostre pene (“condannato alla stessa pena come noi”); uno che ha sempre fatto del
bene (“egli non ha fatto nulla di male”);
uno del quale ci si può fidare (“ricordati
di me”) perché nonostante tutto lo si riconosce vincente (“quando sarai nel tuo regno”).
Scommettere su
Gesù, riconoscerlo vincente, re, anche per noi cristiani significa oggi
accostarci a lui come il buon ladrone.
Riconoscere in
Lui il Dio che condivide le nostre pene, che fa bene ogni cosa, che non ci
abbandona pensando solo a se stesso (salva te stesso), ma si perde per noi, si
dona per salvarci con Lui nel suo regno, aprendoci le porte a una vita feconda,
piena, realizzata.
Significa per noi
riconoscere allora che ci si salva solo perdendoci, donandoci; che il più
grande non è chi salva se stesso, ma salva gli altri donando se stesso. Gesù, aveva
detto ai suoi discepoli che solo chi perde la sua vita la salva; ora sceglie di
salvare se stesso perdendosi, donandosi e non scendendo dalla croce. Questa è
la strada anche per noi: scegliere di vivere donandosi; perderci per ritrovarci
e salvarci. Gesù capovolge la logica di potere e di forza che regge L’idea umana
di re, di vincitore. Gesù vince perché si perde, condivide e così facendo salva
gli altri e se stesso.
La chiesa, di cui
ciascuno di noi è parte, scommette su Gesù, seguendo questa stessa strada, fino
a perdersi per stare con quanti si sono persi e condividere così la presenza
misericordiosa di Dio, far fiorire lì, dal basso, il suo Regno.
La festa di oggi
dunque ci invita da una parte a ringraziare (2 lettura) Dio che in Gesù ci dona
pienezza di vita. Dall’altra a sentirci uniti a Gesù; come dice la prima
lettura: “noi siamo tue ossa e tua carne”,
siamo uno con Te.
Questo non è
altro che scommettere che con Lui e facendo come Lui possiamo generare una
storia nuova, far fiorire il suo Regno che trova tutta la sua forza nell’amore
che si dona, condivide e serve, si perde per far sì che tutti possano
ritrovarsi, salvarsi, realizzare la propria vita.
Tornando alla
frase centrale: “Costui è il re dei
Giudei”?. No, non solo: Gesù è il re dell’umanità, dell’universo, è il
cuore della storia, perché è l’amore che non trattiene nulla e donando tutto
salva tutti.
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