Commento di Ermes Ronchi.
La
nostra vita si mette in cammino, avanza, cammina, corre dietro a un desiderio
forte che nasce da una assenza o da un vuoto che chiedono di essere colmati.
Che cosa mancava ai quattro pescatori del lago per convincerli ad abbandonare
barche e reti e a mettersi in cammino dietro a quello sconosciuto, senza
neppure domandarsi dove li avrebbe condotti?
Avevano
il lavoro e la salute, una casa, una famiglia, la fede, tutto il necessario per
vivere, eppure qualcosa mancava. E non era un’etica migliore, non un sistema di
pensiero più evoluto. Mancava un sogno. Gesù è il custode dei sogni
dell’umanità: ha sognato per tutti cieli nuovi e terra nuova.
I
pescatori sapevano a memoria la mappa delle rotte del lago, del quotidiano
piccolo cabotaggio tra Betsaida, Cafarnao e Magdala, dietro agli spostamenti
dei pesci. Ma sentivano in sé il morso del più, il richiamo di una vita dal
respiro più ampio. Gesù offre loro la mappa del mondo, anzi un altro mondo
possibile; offre un’altra navigazione: quella che porta al cuore dell’umanità
«vi farò pescatori di uomini», li tirerete fuori dal fondo dove credono di
vivere e non vivono, li raccoglierete per la vita, e mostrerete loro che sono
fatti per un altro respiro, un’altra luce, un altro orizzonte. Sarete nella
vita donatori di più vita.
Gesù
si rivolge per tre volte a Simone: - lo pregò di scostarsi da riva: lo prega,
chiede un favore, lui è il Signore che non si impone mai, non invade le vite; -
getta le reti: Simone dentro di sé forse voleva solo ritornare a riva e
riposare, ma qualcosa gli fa dire: va bene, sulla tua parola getterò le reti.
Che
cosa spinge Pietro a fidarsi? Non ci sono discorsi sulla barca, solo sguardi,
ma per Gesù guardare una persona e amarla erano la stessa cosa. Simone si sente
amato.
-
non temere, tu sarai: ed è il futuro che si apre; Gesù vede me oltre me, vede
primavere nei nostri inverni e futuro che già germoglia.
E
le reti si riempiono. Simone davanti al prodigio si sente stordito: Signore, allontanati
da me, perché sono un peccatore. Gesù risponde con una reazione bellissima che
m’incanta: non nega questo, ma lui non si lascia impressionare dai difetti di
nessuno, dentro il presente lui crea futuro. E abbandonate le barche cariche
del loro piccolo tesoro, proprio nel momento in cui avrebbe più senso restare,
seguono il Maestro verso un altro mare. Sono i “futuri di cuore”.
Vanno
dietro a lui e vanno verso l’uomo, quella doppia direzione che sola conduce al
cuore della vita.
Chi
come loro lo ha fatto, ha sperimentato che Dio riempie le reti, riempie la
vita, moltiplica libertà, coraggio, fecondità, non ruba niente e dona tutto.
Che rinunciare per lui è uguale a fiorire.
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