Leggere questo
brano di vangelo lascia perplessi. C’è un cambiamento così improvviso di “clima”
che lascia stupiti: si passa dalla meraviglia allo sdegno in un attimo!
Non possiamo non
cercare di capire il motivo che ha causato questo mutamento. E credo che non
sia difficile cogliere il motivo nella cocente delusione che gli abitanti di
Nazaret sperimentano. Lui, Gesù, il
loro concittadino, che va facendo del bene tra gli stranieri e i pagani e non
in casa propria… Sembra sentire le loro voci di lamentela: “e noi, tuoi compaesani? Cosa fai per noi? Prima noi!”. E siccome
questo non avviene ecco lo sdegno e il rifiuto.
Questo
atteggiamento degli abitanti di Nazaret è dovuto a una sbagliata immagine del
Messia di Dio. Secondo loro doveva pensare al suo popolo, ai suoi…
Gesù invece, che
nella sinagoga si era presentato come il Messia su cui riposa lo Spirito del
Signore, rivela un’altra prospettiva, rivela il vero volto di Dio che è Dio per
tutti e di tutti e nessuno è escluso dal Suo amore.
Eppure questa
rivelazione non è una novità: Gesù porta infatti esempi dell’antico testamento
per far capire che Dio da sempre agisce con amore verso tutti, stranieri e
pagani compresi: ricorda loro di Elia e di Eliseo e di quanto hanno operato a nome
di Dio verso la vedova e il lebbroso straniero.
A questo punto si apre un’altra riflessione. Se i cosiddetti ‘suoi’ non sperimentano questo amore, non è perché Dio non li ama, ma perché loro non si fidano di Lui, avanzano solo pretese nei suoi confronti e sono chiusi verso gli altri considerandoli diversi e inferiori.
A questo punto si apre un’altra riflessione. Se i cosiddetti ‘suoi’ non sperimentano questo amore, non è perché Dio non li ama, ma perché loro non si fidano di Lui, avanzano solo pretese nei suoi confronti e sono chiusi verso gli altri considerandoli diversi e inferiori.
Comprendiamo come
la scena sia forte e drammatica. E attuale. Lo ricorda la preghiera che oggi ci
viene proposta e che dice: “nel profeta accolto dai pagani e rifiutato in patria manifesti il
dramma dell’umanità che accetta o respinge la tua salvezza”.
Cadiamo a
volte anche noi nella sottile tentazione del “prima noi”, del pretendere un Dio
per noi che ti risolve i problemi, che ti spiana la strada…
Gesù ci invita
a uno sguardo nuovo fatto di fiducia e di un amore concreto che sa andare oltre
ogni barriera e confine.
E’ quanto papa
Francesco ci ricorda con il suo esempio in questa giornata che dà inizio al suo
viaggio negli Emirati Arabi. Cercare dialogo, costruire ponti, imparare a
riconoscere che Dio è il Dio di tutti al di là dei diversi punti di vista, e
che è un Dio di amore, è carità, che chiama ad amare Lui e tutti senza
distinzioni.
E’ quanto ci
ricorda anche la Giornata nazionale per la vita umana: la vita è dono per tutti
e in tutti ha valore, dignità, in tutti va rispetta e amata.
Occorre che ci
mettiamo allora in cammino su quella che Paolo definisce, nella seconda lettura
“la via più sublime”: la
carità.
Questo deve
portarci a riconoscere innanzitutto che la carità è la vita stessa di Dio, la
Sua stessa vita: Dio è carità, amore.
Crescendo così
nel Suo Amore, - e sempre occorre crescere nell’amore, passando da bambini a
uomini, come dice Paolo,- diventiamo capaci di stare dentro la società del
nostro tempo quali 'profeti della carità' attraverso le nostre scelte, le nostre
parole, i nostri gesti, anche se non capiti e a volte scartati, come è stato
Gesù.
“Ma
Gesù passando in mezzo a loro si mise in
cammino”. E’ il finale a sorpresa di questo racconto. Non fugge, non si
nasconde, passa in mezzo a loro, mostrando che si può ostacolare la profezia,
ma non bloccarla.
Che
ci doni lo stesso coraggio di saper passare dentro le diverse situazioni della
nostra vita portando sempre la testimonianza che l’amore di Dio è più forte di
ogni chiusura e rifiuto.
Oggi Giornata per la Vita:
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