sabato 14 luglio 2018

11 luglio, festa di san Benedetto


Mercoledì 11 luglio, festa di S.Benedetto, un centinaio di persone - chi partendo dal Santuario della Madonna del Soccorso in Ossuccio e chi dall’abbazia dell’Acquafredda in Lenno - hanno raggiunto, dopo una buona ora di cammino, l’antica abbazia (1083) di San Benedetto in Valperlana. Un monastero voluto dall’allora vescovo di Como Rainaldo quale luogo per attuare una profonda riforma della vita cristiana, ai quei tempi fortemente decadente…
Ciò che ha spinto queste persone a inoltrarsi fino in fondo valle non è stato il desiderio di una passeggiata alla ricerca di ristoro e di frescura. Ben altro ha guidato i loro passi; un desiderio più profondo, quasi un richiamo che ogni anno risuona da quella valle spingendo gente diversa e da luoghi differenti (dalla Valtellina alla bassa comasca, gente del lago e della città) a darsi appuntamento: sono più di 18 anni che in questa data ci si ritrova per celebrare alle ore 11.00 l’Eucaristia.
E’ il richiamo di s.Benedetto, della sua Regola, della sua vita luminosa, fortemente evangelica a risvegliare il bisogno di attingere ancora una volta da lui quei valori limpidi ed essenziali che danno sostegno e orientamento alla vita.
Silenzio e ascolto per ricercare Dio; preghiera e lavoro per custodire il creato e generare bellezza; accoglienza dell’altro e ospitalità per costruire relazioni solidali, fraterne, imparando a riconoscere Gesù nell’ospite pellegrino. Valori che oggi, più che mai, necessitano per ridare unità alla vita di ciascuno di noi e per ricostruire una società, un’Europa (di cui Benedetto è patrono) più accogliente e fraterna.
Lì, nel profondo silenzio di quella valle, monaci dell’anno 1000 hanno fatto risuonare con il loro “ora et labora”;  valori che, al varcare dell’anno 2000, sono stati ripresi da monaci di oggi, da quel Ginepro che con la sua presenza decennale in questi luoghi ha ridato anima all’antico messaggio e ha ridato cura e salvezza al vecchio monastero.
Si torna quindi per fare memoria di questo passato, per risvegliare nel cuore, sempre in ricerca, quell’ ”Ascolta, figlio...” che introduce a una regola di libertà e di sapienza profonda; per ritrovare persone che, abitate dalla bellezza e dalla profonda spiritualità di questo luogo, hanno in anni passati lavorato volontariamente per tenere in vita questo gioiello romanico ma soprattutto per non far spegnere una proposta di vita fortemente alternativa quanto profondamente cristiana. Persone che vogliono ancora una volta insieme far sì che non venga meno questo richiamo, che non si perda la cura di queste ‘pietre parlanti’, cosicché altri, tanti altri, soprattutto giovani, possano, oggi e in un domani, attingere al sempre attuale e moderno messaggio che viene da s.Benedetto, che altro non è che il messaggio del Vangelo: “con la guida del vangelo, inoltriamoci nelle Sue vie per meritare di vedere nel suo regno Colui che ci ha chiamati” (R.s.B.).



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