E’ una Parola densa di speranza e fiducia quella ascoltata oggi. Paolo ci incoraggia: “Siamo sempre pieni di fiducia” (2 lett.).
Quale il motivo?
Gesù ci invita ad aprire gli occhi e il cuore per vedere che Dio agisce in mezzo a noi. Il suo Regno, di cui parla, è la sua azione dentro la storia.
Noi facciamo fatica a vederla perché ci aspettiamo qualcosa di grandioso, di clamoroso; invece l’agire di Dio è ben diverso.
Già il profeta Ezechiele (1 lett.) descriveva questo agire con immagini chiare (l’albero alto soppiantato dall’albero basso) Dio è colui che rovescia i criteri dell’uomo: “Io sono il Signore che umilio e innalzo”. “Ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili”: da sempre questa è la via del regno.
Gesù conferma tutto ciò e parla dell’agire di Dio come di un seme che dentro i solchi della storia cresce e germoglia con i suoi tempi e modi. Un seme piccolo che tuttavia è destinato a diventare albero grande che raccoglie tutti i popoli.
Ecco il motivo della nostra fiducia e speranza che oggi, in questo tempo così incerto e oscuro, dobbiamo ravvivare. Dio opera dentro il terreno della nostra storia e lo fa silenziosamente e efficacemente. Il futuro è già qui se lo sappiamo intuire, ed è un futuro di vita, di fecondità.
A noi è chiesto innanzitutto la conversione dello sguardo: impariamo a vedere i semi. Non stiamo a guardare a tutto ciò che fa clamore, rumore, appariscenza. Proprio vero il detto: che fa più rumore un albero che cade che non una foresta che cresce. Andiamo a scovare, in noi e attorno a noi, i tanti semi di bene che Dio non si stanca mai di seminare e che stanno crescendo in mezzo a noi. Resteremo stupiti perché ne scopriremo assai più di quanto immaginiamo. Il mondo è pieno dei semi del regno e anche il nostro cuore è stato da essi fecondato.
Scopriamoli e poi custodiamoli, proteggiamoli, facciamoli crescere. “Ci sforziamo di essere a Lui graditi” dice ancora Paolo. Questo avviene nella misura in cui collaboriamo alla edificazione del regno di Dio, coltivando ogni seme di pace, di giustizia, di amore che scopriamo in noi e attorno a noi, ovunque essi si manifestino.
“È necessario porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza” scrive papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo che avrà come tema la speranza (Spes non confundit).
E ancora continua dicendo: “La testimonianza credente possa essere nel mondo lievito di genuina speranza, annuncio di cieli nuovi e terra nuova dove abitare nella giustizia e nella concordia tra i popoli, protesi verso il compimento della promessa del Signore”. In questo facciamo anche noi la nostra piccola parte, come piccoli semi del Regno che cresce in mezzo a noi.
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