8 SETTEMBRE –
Festa della Natività della B.V. Maria
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL SOCCORSO
Sacro Monte di Ossuccio (CO)
OMELIA DEL VESCOVO DI COMO, CARD. OSCAR CANTONI
Ogni
volta che veniamo in questa casa di Maria si ha l'impressione di essere
finalmente giunti a casa, perché attesi, desiderati e accolti come figli che
trovano riparo e consolazione dalla propria Madre.
Tale è il mio e il vostro sentimento in questo
momento di fede, e insieme di gioia e di festa. Siamo Figli amati, che
ritornano a casa per festeggiare la propria Madre, nel giorno della memoria
della sua natività. Ella precede come
l'aurora "il sole che sorge dall'alto”, Cristo Signore. A Maria affidiamo
le nostre speranze, ma anche confidiamo le nostre paure, le fatiche nostre e
quelle dei nostri figli.
Come ci narra il vangelo di oggi, con la sua incarnazione,
Dio non è più un essere misterioso, nascosto tra le nubi, bensì Qualcuno che ci
viene accanto e familiarizza con noi. Come ogni uomo, il figlio di Dio, Gesù
Cristo, ha preso carne, ossa, voce e sangue inserito in un popolo preciso,
dentro un cammino storico ben determinato, non sempre lineare, per indicarci
fin da subito che siamo solidali gli uni gli altri, che nessun uomo é un'isola,
che tutti siamo inclusi in un piano di salvezza, in cui ciascuno deve fare la
sua parte, in una collaborazione reciproca.
Il progetto di Dio ha una sua logica, non sempre
capita da noi uomini. Egli ci chiede una presenza attiva e corresponsabile.
È intervenuto nella vita di Giuseppe, lo sposo
di Maria, perché la accogliesse con ogni premura e Giuseppe ha accolto e
obbedito.
Attraverso un angelo, che ha fatto una
improvvisa irruzione nella casa di Maria a Nazareth, le ha chiesto di diventare
madre del suo Figlio, strumento attraverso cui recare al mondo la salvezza e la
gioia e Maria ha risposto con il suo sì, "eccomi"!
Dio chiede anche a noi di essere vigilanti per
poter rispondere oggi ai suoi appelli e divenire con Lui co- protagonisti di
una storia di salvezza, a favore di tutti.
La nostra risposta, come quella di Giuseppe,
come quella di Maria, determina precise conseguenze storiche, che interessano
tutti gli altri.
Anche noi possiamo sentirci attivi e
responsabili nel costruire la pace e la fratellanza, oggi, in un mondo che
soffre proprio per mancanza di questi due elementi indispensabili per la vita
del mondo.
La pace si costruisce e si realizza nel mondo
solo se noi, per primi, diventiamo coraggiosi uomini e donne di pace.
Non è semplice divenirlo, è una lotta interiore
che non è tolta a nessuno, perché in noi abita spesso un desiderio di rivalsa
nei confronti di torti subiti, la voglia di distinguerci o di primeggiare, la
fatica nel riconoscere umilmente i nostri errori e chiederne perdono. Ogni
volta che reagiamo con freddezza o con acredine o semplicemente con
istintivita' nei confronti degli altri, è compromessa addirittura la pace nel
mondo!
Perché se la pace è dono di Dio, nello stesso
tempo è affidata alla nostra responsabile audacia nel volerla e poi nel
costruirla.
Sull' esempio di Maria, chiediamo l'umiltà del
cuore perché la pace possa trovare spazio dentro di noi, innanzitutto, e poi in
coloro che hanno nelle loro mani il destino del mondo e le sorti dei popoli.
Chiediamo a Maria di appoggiare il nostro
sincero desiderio di guardare all'altro come un fratello, nell'unica famiglia
umana.
Affidiamo a Maria, nostra madre, il desiderio di
pace che avvertiamo nel profondo di noi stessi. E preghiamo perché i nostri
governanti non si preoccupino solo degli interessi del loro popolo, ma si
impegnino per promuovere nel mondo intero la pace, nelle nazioni in guerra e
soprattutto nella martoriata Ucraina.
Oscar card. CANTONI
Nessun commento:
Posta un commento