sabato 2 aprile 2022

"Apro anche nel deserto una strada" - V° domenica di Quaresima

“Se uno è in Cristo è una creatura nuova”. Così ci ha detto la Parola di Dio domenica scorsa. E questo tema della novità, che fiorisce attraverso Gesù, ritorna anche in tutte le letture di oggi.

A iniziare dalla pagina del profeta Isaia: “Non ricordate più le cose passate. Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”. E Paolo aggiunge: “Dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, Gesù Cristo. Da Lui sono stato conquistato Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo”. E non da ultimo la pagina del Vangelo che viene a confermare questo annuncio: mentre l’uomo vede il passato e di fa giudice, Gesù vede il futuro e si fa misericordia, liberazione, speranza. E quella donna, condannata dal giudizio umano, viene resa nuova dall’amore divino. Per lei si apre un futuro nuovo, di speranza, di ricostruzione della propria vita.

“Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”.

Forse il dramma è proprio qui. Non ce ne accorgiamo.

Andiamo avanti immersi nei nostri schemi, nelle nostre abitudini, chiusi in un passato di fallimento e delusioni, in un presente cupo e carico di paura, e non ci accorgiamo che Dio ha rovesciato tutto, “grandi cose ha fatto il Signore per noi”,  ha scompigliato i nostri schemi, ha buttato all’aria i nostri giudizi, ha gettato alle spalle i nostri peccati.

In Gesù fa germogliare la novità sconvolgente del suo amore misericordioso che ha la forza di aprire un futuro là dove tutto sembrava fosse perduto. Ha la capacità di ridare speranza a chi, a causa del suo passato, si sente soffocare dall’angoscia e dalla disperazione. Ha la forza di trasformare questa nostra storia ferita dalla guerra, dall’odio, dal male in una storia di fecondità e di pace. Lui apre strade nuove, come ricorda il profeta; apre strade pur in mezzo al deserto.

E tutto questo compie attraverso Gesù.

La sua presenza è la novità assoluta: una presenza che cambia il destino di ciascuno di noi.  Cambia il nostro modo di guardare verso noi stessi e verso gli altri, imparando a riconoscerci tutti fragili e peccatori (“Chi di voi è senza peccato…”?), chiamandoci a vivere la misericordia e il perdono reciproco. Cambia il nostro modo di guardare a Dio e ci svela il suo vero volto non di giudice ma di Padre. La presenza di Gesù poi cambia anche il nostro modo di guardare alla storia personale e sociale perché ci fa comprendere che non c’è fallimento che non possa essere superato; non c’è caduta dalla quale non ci si possa rialzare; non c’è peccato che non possa essere perdonato.

Una novità totale ci è posta innanzi: novità nella relazione con noi stessi, con gli altri e con Dio. A queste relazioni nuove, regolate non tanto dalla Legge, dal giudizio, dalla paura, ma dalla forza dell’Amore, Gesù vuole condurci.

Così come ha condotto anche Paolo – che nella 2 lettura ci riporta la sua esperienza: conquistato da Cristo, proprio mentre era caduto così in basso perseguitando i suoi fratelli, si apre anche per lui un futuro nuovo. E invita anche noi a camminare verso questa novità: “Io non ritengo ancora di esservi giunto questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta… perché sono stato conquistato da Gesù Cristo”.

Corriamo anche noi verso la Pasqua vicina, pronti a lasciarci conquistare da Cristo, dal suo sguardo di misericordia, dalle sue parole di verità, dai suoi gesti di perdono.

Da lui rinnovati risolleviamoci da ogni nostro fallimento e caduta per incamminarci verso un futuro che possiamo scrivere nuovo con quella libertà e responsabilità che il Signore ci invita a esercitare: “Va’ e d’ora in poi non peccare più!”.

Da Lui conquistati ritorniamo a “scrivere per terra”, a scrivere su questa terra gesti e parole di pace, di perdono, di misericordia, di mitezza, di giustizia. Certi che “chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia”.

 

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