Ecco la bella notizia di cui abbiamo bisogno: non abbiate paura. Più volte risuona oggi questo invito.
La paura è da sempre il nostro nemico originario: già Adamo ed Eva per paura si nascondono…; per paura si nascondono i talenti…; si ha paura in mezzo alla tempesta; per paura si fugge nella notte della passione e della croce…
La paura avvolge e paralizza la vita. Occorre innanzitutto imparare a riconoscerla. Oggi prevale la paura del virus e degli effetti negativi che porta con se (problemi lavorativi, economici, ma anche ansia, scoraggiamento; e poi la paura della malattia e della morte…). Ma quante altre paure… Viviamo a volte con la paura degli altri, che ci impedisce di guardare l’altro per quello che è realmente; nasce così la paura dello straniero, del diverso, insieme a pregiudizi, incomprensioni, fino a violenze e odio.
Nei giovani serpeggia spesso la paura di un futuro incerto, del domani e di quanto la vita porterà con sé…
E poi ognuno conosce le paure più intime, personali: le fragilità, le debolezze, le incoerenze, rinnegamenti della nostra fede..… ferite che generano paura e ci chiudono in noi stessi.
L’analisi potrebbe così continuare a lungo.
Gesù non è però venuto per fare la lista delle nostre paure e giudicarci bensì a liberarci, a guarirci dalla paura, a incoraggiarci: non abbiate paura… E lo ripete con insistenza. Soprattutto ci invita a individuarne l’antidoto che può sconfiggere la paura.
Noi pensiamo che ciò che vince la paura è il coraggio. Ma non è così. Se la paura è un veleno che ci paralizza, l’antidoto che la vince e che ci permette poi di trovare anche il coraggio, si chiama fede. La fede è il contrario della paura. Dove c’è la vera fede non può abitare la paura. “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”…
Ma “a molti credenti manca solo la vera fede” dicevano i Padri del deserto. Quale vera fede? Certo quella in Dio! Sì, ma in che Dio? A volte rischiamo di avere un’immagine di Dio che suscita Lui stesso paura, sgomento, che ci mette in continuo stato di apprensione… La nostra fede è nel Dio che Gesù ci ha rivelato come Padre. Il Padre che si prende cura di noi come e più dei passeri del cielo e perfino dei capelli del nostro capo. Quel Padre che vede in ciascuno di noi un figlio suo amato e che non abbandona nessuno in balia della morte. Non abbiate paura dunque, voi valete di più…; è una dichiarazione d’amore: ai miei occhi tu vali, voi valete! Il non abbiate paura non sta quindi nel fatto che le difficoltà spariscono, non è invito consolatorio (‘andrà tutto bene’), ma sta nel fatto che dentro tutto ciò che siamo e viviamo Dio è coinvolto, è partecipe, è vicino come Padre che non ci abbandona.
Sta qui la sorgente che genera rinnovata fiducia e coraggio.
Una fede che genera nuove relazioni: apre al coraggio di guardare all’altro come a un fratello, a una sorella, a riconoscerne la dignità e il valore in ogni momento della sua vita, a costruire relazioni di fraternità, di uguaglianza, di pace e di giustizia.
Apre pure al coraggio di fare della vita un dono totale al Signore, al suo servizio, a servizio della sua chiesa, nella scelta della consacrazione, della missione, del servizio sacerdotale così da “riconoscerlo davanti agli uomini” senza timore, così da “annunciare dalle terrazze” quello che Lui ci suggerisce nell’intimo del cuore. Davanti a noi la figura bella di suor Maria Laura Mainetti: il suo esempio, il suo coraggio!
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