L’episodio dei Magi non è una bella
storiella a lieto fine dove i buoni Magi hanno la meglio sul cattivo Erode…
E’ piuttosto il racconto – sempre
attuale - della storia dell’umanità. I Magi rappresentano infatti l’umanità
intera, i popoli di ogni lingua, cultura, religione, filosofia…
Una umanità – oggi come allora – in
cammino, in ricerca.
Sì, perché c’è in tutti e per tutti
una ‘stella’, un invito, un richiamo che muove il cuore a cercare pienezza,
senso, luce per la vita.
Per questo l’umanità è da sempre in
cammino, in movimento e solo chi, come Erode, presume di avere in mano la
verità, non lo capisce; c’è infatti chi invece di cercare, di camminare, di
aprirsi, vive chiuso nelle proprie sicurezze, nella presunzione del proprio io,
magari cercando di giustificare tale chiusura aggrappandosi alle proprie
tradizioni o alla propria religiosità di cui tuttavia è incapace di leggere e ascoltare
la voce delle Scritture...come Erode appunto.
E così capita, oggi come allora, che
chi apparentemente è più lontano arriva a trovare e incontrare Colui che della
vita è il senso, mentre chi di fatto dovrebbe meglio conoscerLo, per dono di
fede, si trova incapace di leggere i segni e di aprire il cuore e la vita al
Dio, così diverso e imprevedibile da come noi lo immaginiamo, che ci visita e
si manifesta.
E così capita che il cosiddetto
ateo, il diversamente credente, arrivi a riconoscere il Dio uomo, bambino,
pronto ad accoglierlo nell’umanità povera dentro la quale si manifesta, mentre
colui che si reputa già suo discepolo e credente non lo sa né riconoscere né
accogliere.
Questa è l’Epifania: cammino,
ricerca, incontro ma anche rifiuto. E’ il dramma di sempre, anche di oggi.
Coloro che dovrebbero essere i primi
a riconoscerlo si ritrovano a far la parte dell’Erode, di chi, per paura e per
non perdere i propri privilegi, si chiude in se stesso e chiude ogni
possibilità anche agli altri.
Coloro che da questi vengono
giudicati lontani, infedeli, atei… invece ecco che sono i più disponibili alla
ricerca e all’incontro.
L’Epifania ci rivela
proprio questo paradosso, aprendoci gli occhi sul mistero nascosto da secoli, quel disegno di
Dio che chiama, mette in cammino, l’umanità intera per renderla partecipe della
comunione di vita con Lui così come Paolo annuncia nella seconda lettura: “che le genti (= lontani e pagani) sono chiamate,
in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad
essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo”.
L’invito allora è imparare dai Magi, dai lontani; l’invito è ascoltare
e lasciarci guidare da quella Parola di luce che già per bocca dei profeti annunciava:
“Cammineranno le genti alla
tua luce… Alza gli occhi intorno e
guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da
lontano”
L’invito è imparare
a vedere, riconoscere Dio che si manifesta nella debolezza dell’umanità, nel
bambino, nel piccolo, nell’ultimo.
L’invito è offrire
al Bambino, all’ultimo degli uomini, riconosciuto in tutta la sua dignità, il
massimo della nostra adorazione, attenzione e ricchezza.
Ecco la strada dei
Magi, dell’umanità in cammino; strada che porta alla fine queste persone, e chi
come loro la percorre, a traboccare di gioia e a camminare in novità di vita,
su vie diverse e nuove.
Può e deve essere quella
dei Magi anche la nostra strada. L’Epifania diventa allora festa di conversione
del cuore per noi cristiani; festa di movimento, di ricerca, di passi che si
incrociano con i passi di tutta l’umanità, per scoprirci tutti incamminati
verso la comune meta: la comunione che si attua nel Dio manifestato e scoperto
dentro questa nostra umanità chiamata a camminare su strade di fraternità, di
accoglienza, di giustizia e di pace.
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