“Rallegrati… non temere… non lasciarti
cadere le braccia!” annuncia
il profeta. “Siate sempre lieti…non
angustiatevi per nulla” invita l’apostolo Paolo. La Parola di Dio oggi ci
invita alla gioia. E sono inviti che risuonano in situazioni non facili: il
popolo a cui il profeta si rivolge sta vivendo un periodo di crisi sociale e
religiosa, di oppressione e di fatica; i cristiani a cui Paolo parla stanno
iniziando a sperimentare le prime persecuzioni.
Nonostante questo contesto sociale e religioso difficile nasce l’invito a
gioire.
Così oggi, in questo nostro contesto storico anch’esso non facile e
carico di paure, questo invito si rinnova.
Quali sono i motivi che giustificano questo invito? perché gioire quando
tutto sembra chiamare in gioco solo angoscia e sfiducia?
Sia il profeta che l’apostolo ci dicono le motivazioni. Esse si fondano
su una certezza: Dio è fedele nell’amore. Da qui la consapevolezza che,
qualunque cosa possa succedere, “il
Signore è vicino”, “il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente…il
Signore ha revocato la tua condanna, ti rinnoverà con il suo amore”.
E oggi, qui per noi, un segno di questo amore: Maria Madre dell’amore
misericordioso, anticipo e preparazione del grande segno che è il Natale di
Gesù, Dio con noi.
Nasce tuttavia una domanda; ed è la stessa che risuona più volte nel
Vangelo di oggi “Che cosa dobbiamo
fare?”.
Davanti a Giovanni il Battista che, come dice il testo di oggi,
annunciava la buona notizia che il Signore è vicino, si chiedevano: “Che cosa dobbiamo fare?”.
Così anche noi ci chiediamo che cosa dobbiamo fare perché possiamo vivere
nella gioia, perché possiamo fare esperienza della misericordia di Dio che ci
rinnova e che, come chiesa in Sinodo, siamo chiamati ad annunciare e
testimoniare.
Nel vangelo troviamo indicazioni preziose. Forse ci saremmo aspettati da
Giovanni chissà quali faticosi impegni e cambiamenti da assumere. Invece la sua
risposta è estremamente semplice: primo, vivi bene. Vivi la tua vita con
giustizia, onestà, nella condivisione e con solidarietà. “Non esigete…non maltrattate, non estorcete, accontentatevi delle
vostre paghe… Chi ha due tuniche ne
dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”. Piccoli passi, gesti semplici, opere di
misericordia, verso una vita più giusta, onesta, vera. Verso relazioni
autentiche e solidali, vissute nella fraternità e nella condivisione. Quello
che dice anche Paolo: “La vostra
amabilità sia nota a tutti”.
Secondo passo suggerito dal Battista: accogli Colui che viene:
“Viene colui che è più forte di me… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e
fuoco”, darà a ciascuno la forza di rinnovare la propria vita.
Giovanni non ci dà un elenco di cose da fare, ma ci invita ad aprire il
cuore e la vita a Gesù che ci dona la misericordia del Padre e a diffonderla lì
dove viviamo ogni giorno, verso tutti, senza distinzioni.
Se c’è una cosa da fare è lasciarci abbracciare da Dio, dalla sua
misericordia; è accogliere Gesù.
Come questo può avvenire? E’ qui che Maria ci indica la strada: fai
silenzio in te, ascolta la Parola, sii umile e semplice, fai spazio a Lui, al
Suo Spirito, lasciati riempire dalla sua Presenza.
Facendo così, come ha fatto lei, ci lasceremo abbracciare e amare dal Dio
Misericordia che “ci rinnova col suo
Amore”.
E’ il cammino sinodale che siamo invitati a compiere con tutta la Diocesi
e che deve guidarci a diventare comunità
cristiane che vivono – dentro e fuori – la misericordia. Comunità che si
lasciano rinnovare dall’amore di Dio per essere sempre più capaci di
annunciarlo e testimoniarlo dentro la storia.
In questo cammino ci accompagna la guida sicura di Maria madre della
Misericordia, madre di Gesù: sicuramente non mancherà per nessuno il suo
Soccorso.
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