Quanti secondi ci saranno voluti per pronunciare quelle parole? Può bastare un attimo e da malfattore puoi diventare beato, da peccatore destinato all’inferno salti su in paradiso, come primo e sicuro “santo” di tutto il calendario. Quei pochi secondi sono serviti al ladrone per “snocciolare” la sua vita. In quel momento, come in un film che va avanti veloce, egli intuisce che accanto ha un innocente, il Signore di un regno a lui sconosciuto, ma di cui ha improvvisamente avvertito il profumo. Mentre tutti gli altri spettatori della morte di Gesù chiedono una dimostrazione di forza e di potenza, il ladrone lo chiama per nome: «Gesù, ricordati di me». Sarà stato appena un sospiro, appena un sussurro tra lamenti, un soffio intriso di dolore e di rimpianti. E mi domando, come ha fatto a riconoscere in quell’uomo che gli stava affianco, penzolante come lui da una croce, il Signore di un regno che prometteva ancora vita? Come ha potuto intravedere la regalità in quel crocifisso nudo, inerme, deriso e spogliato perfino della dignità di uomo? «Io nel vedere quest’uomo che muore, madre ho imparato l’amore» gli fa cantare Fabrizio de André, come a dire che anche al limite estremo della vita, l’amore può cambiarti, addolcirti, salvarti. E che quest’amore arriva improvviso e fulmineo, come una folata di vento, a patto di vederlo e di riconoscerlo. Anche sfigurato e nascosto in una vertigine di morte. I veri re non sono quelli che si ammantano di trionfo e di splendore, con le medaglie sul petto e le corone d’oro sul capo. Il regno di Dio è il chicco di senape, invisibile e modesto, ma destinato a far cantare gli uccelli che possono lì annidarsi tranquilli e sicuri. Il regno di Dio è un pugno di farina che misteriosamente lievita e fermenta, è un campo dove insieme crescono grano buono e zizzania. «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi» ( Lc. 17,20). In mezzo ai crocifissi è crocifisso anche Lui. Lui che è venuto per fare di ognuno un re libero, capace di far crescere l’amore e abitare la vita con audacia, di riconoscere l’oro nelle ferite, di dar valore ai frammenti e ai più piccoli dettagli. Lui che è venuto a rendere ogni uomo e donna un ponte tra cielo e terra, in una sospensione che ha radici nell’eterno e ali per l’infinito.
«Oggi, con me…» gli dice Gesù: riuscite ad immaginare gli occhi increduli e lucidi del ladrone guardarsi intorno nel paradiso? Riuscite a vedere quel ladrone che avanza sottobraccio all’Amico dell’ultima ora, anzi, dell’ultimo attimo, e che entra perplesso e meravigliato nel regno?
Che emozione, che commozione. E allora venga il tuo regno, fatto per i piccoli e i poveri del mondo, intenso come tutte le lacrime e bello come il più bello tra i sogni.
(Da Avvenire - d.Luigi Verdi)
Nessun commento:
Posta un commento