sabato 29 febbraio 2020

Polvere...di stelle! - Prima domenica di Quaresima


“Siamo polvere dell’universo. Ma siamo polvere amata da Dio” così ha detto papa Francesco all’inizio della Quaresima.
“Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere dal suolo” così si apre la prima lettura di oggi e poi continua: “e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”.
L’amore di Dio dà vita a noi, polvere del suolo, rendendoci esseri viventi, portatori di vita, della Sua vita. Dio ha creato l’uomo per la vita e tutto opera, sempre, perché questa vita si realizzi in pienezza. Il Dio dei castighi, delle sciagure, delle pestilenze non è il Dio cristiano, non esiste affatto. Se Dio c’è è il Dio della vita che con il suo Soffio (= Spirito) dà vita a tutte le cose.
La Parola ci guida piuttosto a riconoscere che altra è l’origine del male. Esso deriva da noi che, chiudendoci al Soffio vitale, prestiamo voce  al nostro io finendo così per ritornare “nudi”, ritornare a scoprirci “polvere dal suolo”. E’ il rifiuto di Dio, nella presunzione di voler essere noi Dio.
“Sareste come Dio”, insinua il tentatore che abita dentro la nostra mente provocando la nostra libertà. E da allora la tentazione non ci ha più lasciati; e da allora possiamo, ancora oggi, pensare di fare a meno di Dio, anzi di essere noi Dio.
Questa presunzione generata dall’orgoglio e dalla superbia porta l’uomo, l’umanità, fuori dal giardino, nel vuoto deserto, nel nulla dell’io, illudendolo di potere tutto quando invece è  nudo. Questo semina dentro la storia una radice malefica che lentamente distrugge il giardino splendido, fatto di relazioni attente e rispettose verso i simili e verso il creato. Di fatto desertificando queste relazioni, spegnendo la vita che ci abita, distruggendo ogni cosa fino all’autodistruzione.
Peccato: “abbiamo peccato”. Così noi cristiani chiamiamo questo orientamento sbagliato della nostra libertà.  “E con il peccato in tutti gli uomini si è propagata le morte” sottolinea Paolo nella seconda lettura.
A questo punto si potrebbe mettere la parola ‘fine’. Tutto torna alla polvere, tutto è vanità come diceva Qoelet.
Invece della parola fine possiamo usare la parola ‘inizio’, nuovo inizio. Non certo per merito nostro, ma per l’amore gratuito e smisurato di Dio; proprio perché Lui è il Dio della vita!. “La grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti”.
In Gesù Dio ricrea l’uomo, lo rende di nuovo “giusto”, capace di riorientare la sua vita, la sua libertà al suo creatore e Padre, riscoprendosi figlio amato.
Con Gesù tutti noi possiamo trovare la forza per vincere la sempre presente tentazione di presumere di poter fare a meno di Dio, di voler puntare e contare solo su noi stessi, di voler mettere alla prova Dio stesso soprattutto davanti al male che accompagna il nostro cammino. “Sta scritto: non metterai alla prova il Signore tuo Dio”. “Sta scritto”: così Gesù, condividendo il nostro essere “polvere dal suolo”, la nostra fragile umanità, ribatte a ogni tentazione; fidandosi della Parola del Dio della vita, del Padre che non abbandona mai i suoi figli ma manda sempre i suoi angeli che “gli si avvicinarono e lo servivano”. Siamo amati e guidati.
Sta a noi aprirci liberamente e gioiosamente a questo amore per trovare in esso quel Soffio di vita che ci rende “essere vivente”, figlio amato. Per riuscire a far tornare giardino questo deserto, questa umanità, attraverso nuove relazioni di fiducia, di rispetto, di amore solidale; attraverso una cura nuova del creato, un atteggiamento più umile nei confronti della natura, aperti al mistero della Vita che ci avvolge e che, se da una parte ci fa scoprire tutta la nostra fragilità, dall’altra esalta la nostra unicità e grandezza dentro questo universo destinato ad essere giardino, capace di generare frutti sempre nuovi di amore.
La Quaresima è il tempo propizio per riorientare le nostre scelte, per tornare al Dio della vita che in Gesù ha soffiato su tutti noi il suo Spirito di Amore.
“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, parole di vita per ciascuno di noi. Da esse lasciamoci guidare con fiducia per fare di nuovo esperienza di una Pasqua di risurrezione!

martedì 25 febbraio 2020

Cammino quaresimale


Rispettando le indicazioni emanate dalla Regione e dalle varie autorità competenti anche il Mercoledì della Ceneri e nei prossimi giorni (domenica compresa), non si terranno celebrazioni né incontri qui in Santuario. La lectio quaresimale prevista alle ore 16.30 delle domeniche di quaresima sul libro dell’Apocalisse (come annunciato nel sito nella sezione Proposte e news, e comunicato alle parrocchie del Vicariato) viene sospesa e rinviata probabilmente nelle domeniche del tempo pasquale (seguirà nuovo avviso).


Anche se non possiamo ritrovarci insieme, anche se non possiamo vivere riti che da sempre hanno contrassegnato l’inizio della Quaresima, anche se non possiamo nutrirci dell’Eucaristia cuore e centro di tutta la nostra vita cristiana, tuttavia possiamo e dobbiamo tutti metterci in cammino per muovere i nostri passi in questi quaranta giorni, sotto la guida dello Spirito, verso la luce della Pasqua. L’amore di Dio manifestato nel suo Figlio morto e risorto ci attira e ci chiama a convergere verso di Lui. Preghiera, ascolto della Parola, digiuno e carità, orientino il nostro cuore e la nostra vita a Lui, per arrivare a celebrare insieme una Pasqua di risurrezione che ci renda capaci di vivere la gioiosa novità del nostro Battesimo che, unendoci alla Pasqua di Cristo morto e risorto, ci ha resi figli amati di Dio.




lunedì 24 febbraio 2020

Comunicazioni e lettera del Vescovo


SANTUARIO B.V. DEL SOCCORSO

Il Vescovo di Como, Sua Eccellenza Monsignor Oscar Cantoni, in consonanza con il metropolita di Lombardia, in ragione dell’ordinanza emanata dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di concerto con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, dispone
la sospensione delle Celebrazioni Eucaristiche
con  concorso di popolo,
nonché di ogni evento di aggregazione comunitario
a partire dall’orario vespertino di domenica 23 febbraio 2020 e fino a data da definire a seguito dell’evolversi della situazione.


Di conseguenza sono SOSPESE
fino a nuove indicazioni:

-          le S.MESSE feriali e festive
-          gli incontri di lectio domenicali
-          i pellegrinaggi organizzati


Lettera di mons. Vescovo alla Diocesi

Carissimi fratelli e sorelle,
severe misure precauzionali sono state adottate giustamente dalle autorità civili, visto che la nostra Regione lombarda è, in Italia, tra quelle più esposte al pericolo del contagio dal Coronavirus. Anche la nostra Chiesa di Como ha aderito alle disposizioni date, limitando la vita comunitaria nelle sue manifestazioni più comuni, soprattutto i momenti liturgici e quelli formativi. Le nostre liturgie comunitarie sono temporaneamente sospese (tranne i funerali, da celebrarsi secondo le disposizioni diocesane) e ciò è fonte di tristezza e di possibile disorientamento tra i fedeli.
Viviamo un momento difficile, di grande provvisorietà, ma dobbiamo aiutarci a mantenerci uniti e sereni, nonostante la paura e l’incertezza, senza provocare situazioni di panico. Se la vita delle nostre comunità parrocchiali è ridotta, non di meno si deve rallentare la nostra comunione, che si manifesta con una vigile attenzione verso le singole persone, soprattutto i più anziani, che non possono essere lasciati soli e gli ammalati. Siamo vicini come comunità cristiana a quanti operano nel campo della sanità, esponendo le loro persone al rischio di contagio, a tutti coloro che sono impegnati nella tutela pubblica, e a quanti promuovono la ricerca scientifica in vista di individuare cure e vaccini adatti.
In questo periodo la famiglia può ritrovare la sua vocazione originaria di “Chiesa domestica”, così che è facilitata nel pregare insieme anche attraverso i mezzi di comunicazione. E’ il momento per ritrovare l’unità familiare, tante volte diminuita dalle frequenti occasioni di dispersione a causa dei tanti (troppi) impegni dei singoli componenti.
E’ questo un tempo opportuno per ulteriori considerazioni perché gli eventi di questi giorni ci interpellano come credenti. Giungono a noi, del tutto impreparati ad affrontarli, e devono essere interpretati alla luce della fede in Dio, che anche nel presente non cessa di essere padre buono e misericordioso.
Si rifletta sulla nostra comune vulnerabilità, condizione umana troppo spesso dimenticata, quasi che l’uomo di oggi sia diventato onnipotente. Non cessiamo, nonostante il progresso tecnico e della scienza, di essere creature deboli e fragili. Questa situazione di precarietà e di disorientamento, in cui tutti siamo dolorosamente coinvolti, ce lo insegna con chiarezza. In questi frangenti emerge il grado della nostra umanità. C’è chi vive “alla caccia dell’untore”, cercando di evitare accuratamente gli altri, quali possibili portatori del virus. C’è invece chi, pur consapevole dei possibili rischi, tiene conto della presenza degli altri e si pone in atteggiamenti benevoli di solidarietà e condivisione. Possiamo utilizzare questa situazione dolorosa, che tuttavia Dio permette, per ravvivare la vera carità e riscoprire il vero valore della vita.
In attesa di ritrovarci di nuovo insieme, nelle nostre assemblee eucaristiche, moltiplichiamo la preghiera, valorizzando la comunione spirituale e la recita del santo rosario. E’ questo il modo di accompagnare da credenti questa dolorosa situazione, confidando nel Dio della vita e affidando a Maria, madre e regina delle famiglie, le sorti della nostra condizione umana. Sono vicino a ciascuno di voi con affetto di padre e su tutti invoco la benedizione di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo.

+ Oscar Cantoni  Vescovo di Como                                     Como, 24 febbraio 2020


domenica 23 febbraio 2020

Amatevi altrimenti vi distruggerete! - VII domenica del tempo ordinario


Prima impressione davanti alla Parola ascoltata oggi: qui siamo su un altro pianeta! O non siamo piuttosto nel cuore stesso del messaggio cristiano? Messaggio che appunto ha lo scopo di cambiare i cuori e di cambiare – perché no? – anche il pianeta in cui viviamo.
Dobbiamo tuttavia cogliere la motivazione profonda di quanto Gesù ci propone. Essa sta nel riferimento al Padre, al Dio santo, che ci chiama ad essere riflesso di Lui: “Siate santi, perché io il Signore vostro Dio, sono santo” (così si apre la prima lettura); “Dunque siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”: così chiude il vangelo.
In cosa consiste questa ‘santità-perfezione’ cui siamo chiamati? La Parola lo rivela: la santità di Dio sta nell’essere diverso, perché capace di un amore smisurato. “Il Signore è buono e grande nell’amore” abbiamo proclamato nel salmo. Possibile questo anche per noi? Paolo nella seconda lettura ci dice: sì. E non certo per merito nostro, ma perché Lui ha scelto di essere in noi. Noi “siamo tempio di Dio … lo Spirito di Dio abita in noi… santo è il tempio di Dio che siete voi”. Noi casa di Dio, sua dimora. Ogni essere umano è il tempio di Dio. Da qui dunque una forza e uno sguardo nuovo. Guidati dallo Spirito che ci abita e da Lui plasmati veniamo resi capaci, in un cammino di pazienza e di conversione quotidiana, di manifestare quell’amore che già è stato seminato nei nostri cuori e che attende solo di poter germogliare dentro questa nostra storia, nelle nostre relazioni sociali e personali.
Innanzitutto occorre che lo Spirito ci aiuti a fare nostro lo sguardo stesso di Dio che sa vedere ogni vivente non con l’etichetta del amico-nemico, simpatico-antipatico, bensì in tutti i suoi figli amati. Ecco perché la strada che Gesù ci propone ha come scopo essere e vivere da figli di Dio: “amate… affinché siate figli del Padre vostro celeste”.
Le parole di Gesù allora sono stimolo a un cammino che deve portarci a saper sprigionare le migliori energie che ci sono in noi, a svelare la nostra identità di figli. “Non opporti al malvagio… Amate i vostri nemici”. Non replicare al male col male; spezza la catena perversa con il coraggio del bene: questo sta a dire il “porgi l’altra guancia”. Non significa passare per stupidi. Gesù non ci chiede di essere stupidi, tonti, ma buoni fino in fondo, miti, non violenti.
Ci invita dunque a non opporre alla violenza che viene addosso altra violenza, altrimenti questa cresce. Osa essere diverso: ecco cosa ci chiede Gesù; non chiudere i ponti con gli altri, impara a vedere il positivo che c’è in tutti, a vedere l’altro con lo sguardo stesso di Dio: più che prossimo, figlio suo.
Gesù intende eliminare il concetto stesso di nemico. «Amatevi, altrimenti vi distruggerete. È tutto qui il Vangelo» (D.M. Turoldo). Violenza produce violenza, in una catena infinita. Io scelgo di spezzarla. Di non replicare su altri ciò che ho subito, di non far proliferare il male.
E’ la strada per tendere a una ricchezza di umanità che possiamo e dobbiamo recuperare. In un pianeta dove le relazioni quotidiane, sia sociali che personali, sono segnate sempre più da forme di violenza assurda; una violenza che penetra come virus dentro le famiglie, nelle relazioni più intime e profonde e genera divisione, morte, apre catene infinite di ricatti, di vendette, di ritorsioni. Questa la storia che stiamo vivendo; qui dunque siamo chiamati a un sussulto di umanità, e come cristiani al coraggio di essere differenti, alternativi, di essere veramente (e non solo per modo di dire) figli di Dio. E si è figli solo se si assomiglia al Padre nel comportamento, se siamo anche noi come Lui è “buono e grande nell’amore”.
L’Eucaristia a cui partecipiamo non fa altro che da una parte alimentare e rafforzare la presenza di Dio in noi: qui si manifesta che “noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio”, che noi, che ci nutriamo di Cristo, parola e pane, siamo resi “tempio di Dio”, dimora del suo Amore. Dall’altra ci impegna e ci chiama a generare e testimoniare questo amore con la nostra vita costruendo, qui e poi fuori, la novità del Vangelo.