sabato 21 gennaio 2023

"Parola che unisce" - Terza domenica del tempo ordinario.

Viviamo oggi due richiami: alla Parola e all’unità. E’ la domenica dedicata alla Parola di Dio e la domenica all’interno della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Due occasioni che si fondono tra loro e ci provocano a ripensare al nostro cammino di fede guardando al cammino di Gesù così come il vangelo di oggi lo racconta.

“Quando seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao, nel territorio di Zabulon e di Neftali”. Un cammino che si avvia come continuità, conseguenza, di quanto fatto da Giovanni, la voce messa a tacere. La voce in prigione, il Verbo, la Parola in circolazione! E questo muoversi della Parola avviene in una terra arida; Zabulon e Neftali sono luoghi di popoli pagani e idolatri, terre di grandi incroci di popolazioni e di commercio. Rappresentano il nostro mondo, complesso e variegato, dedito agli affari e all’idolatria del dio mercato. Gesù va al cuore del mondo organizzato del male, dove si vive senza Dio nel cuore e senza luce nella mente. Gesù non inizia dal tempio, dalla città santa, ma dalla strada, dove gli uomini vivono e muoiono. Lì la Parola fatta carne viene e semina vita.

Questo “perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta»”. Questa è l’immagine più reale della nostra società e del nostro modo di vivere: popolo che vive nelle tenebre e che abita il buio paese della morte. Questa è la nostra situazione. E’ Dio stesso che ci mostra dove siamo. Le tenebre si riferiscono allo spegnimento della luce interiore, della coscienza individuale e collettiva, il paese della morte rappresenta il nostro modo di organizzare la vita che secondo Dio è un progetto per la morte. La luce che il popolo vedrà è Gesù, la sua Parola, la sua proposta liberante di vita nuova, per costruire e progettare il mondo nella via della fraternità e dell’unità, della vita e non per la morte.

“Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»”. La Parola inizia a circolare e a indicare la strada. Cambiare vita: questo chiede di riconoscere che stiamo costruendo per la morte, che abbiamo perso la strada, magari senza volerlo e confusi dal Male. Avere l’umiltà di non discutere sulla Parola di Dio così chiara, l’umiltà di non rigirarla a nostro consumo e per nascondere le nostre tenebre. Il Regno dei cieli, il regno della vita è qui vicino, con noi: questo annuncia la Parola e questo chiede “convertitevi”, orientati ad esso.

“Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli… E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini»”. Nel suo cammino ci coinvolge e affida a noi come a loro, il compito di “pescare” gli uomini e le donne dalla loro oscurità interiore e riportarle alla speranza, alla luce della verità che la Parola genera, alla comunione-unità riconoscendo l’altro fratello e sorella, costruendo fraternità.

“Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Subito è il presente l’adesso di Dio. Davanti a Dio c’è solo il presente. Solo ora, un questo istante tu vivi e puoi cambiare la tua vita e puoi renderla luminosa, liberandola delle reti del male che la avvolgono grazie alla Sua Parola, e apportatrice di comunione, di vita per quanti incontri sul cammino.

“La Parola ci spinge fuori da noi stessi per metterci in cammino incontro ai fratelli con la sola forza mite dell’amore liberante di Dio. La Parola di Dio viene ad abitare in noi e noi abitiamo in essa. Ci ispira buoni propositi, sostiene l’azione, ci dà forza e serenità. Nelle giornate confuse, assicura al cuore un nucleo di fiducia e di amore che lo protegge dagli attacchi del maligno.” (papa Francesco). Questa Parola, che qui ogni domenica ascoltiamo, sia luce ai nostri passi, conforto nelle nostre fatiche, coraggio per scelte di comunione e di unità da realizzare nelle nostre case e comunità, tra le nostre chiese, con ogni uomo e donna di buona volontà.

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