domenica 1 gennaio 2023

"Insieme" - Maria, Madre di Dio.

Previsioni, pronostici farciti di pessimismo davanti al nuovo anno che inizia. Sicuramente la situazione mondiale, a tutti i livelli, è preoccupante e segnata da tanti fattori negativi, che non stiamo ad elencare e che ben conosciamo.

Non possiamo però, soprattutto come cristiani, rassegnarci, né affrontare i nuovi giorni che ci vengono donati con paura e ansia. Il Natale che abbiamo celebrato e che trova oggi, sua ottava, il suo riferimento in Maria Madre di Dio ci incoraggia a vivere con speranza e con fiducia nella certezza che la storia è non solo nelle mani di Dio bensì abitata dalla sua presenza: Dio con noi, Verbo fatto carne. Un Dio che condivide, cammina al nostro fianco, grazie a una Madre sua e nostra, proprio perché abbiamo a vivere con fiducia e coraggio e anche con rinnovato senso di responsabilità e una maggior capacità di collaborazione.

Proprio a questo richiama papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace che oggi celebriamo. A partire dall’esperienza non ancora chiusa del Covid e da una riflessione sul dramma della guerra che segna in diverse parti l’umanità tutta, sottolinea come “Nessuno può salvarsi da solo”. Dobbiamo far crescerela consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina (è quanto ci ha detto oggi la seconda lettura). È urgente dunque ricercare e promuovere insieme i valori universali che tracciano il cammino di questa fratellanza umana”. Dobbiamo, prosegue, “rimettere al centro la parola ‘insieme’. Infatti, è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi. Solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali”.

Parole queste che oggi vogliamo fare nostre nelle scelte che seguiranno lungo i giorni che siamo chiamati a vivere. Artigiani di pace, costruttori di ponti, generatori di fraternità. E aggiungiamo anche l’invito che la prima lettura ci offre: portatori di benedizione. “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Questa benedizione che ci avvolge e ci custodisce deve trovare in noi non ostacolo bensì disponibilità, diventando canali di benedizione verso tutti, come lo è Maria, la madre di Dio.

Di paure, di crisi, di negativo è già piena la cronaca di ogni giorno. Noi come credenti abbiamo il dovere di indicare altro: di indicare la luce nelle tenebre. Di portare benedizione e non maledizione. Di dire a tutti con le parole e con la vita che “Dio mandò il suo Figlio nato da donna… non sei più schiavo, ma figlio!”, perché in Gesù Dio salva!

Il nuovo anno dunque sia vissuto nella ricerca e costruzione della vera Pace. Che per noi cristiani sta a voler dire: sia vissuto in Gesù, che è la nostra pace, il figlio di Dio che Maria ci dona. “Gli fu messo nome Gesù”, Colui che salva: Lui ci sia vicino, ci faccia sentire figli amati e fratelli e ci aiuti giorno per giorno a cambiare i nostri cuori, le nostre scelte, concretamente, come papa Francesco dice nel suo messaggio: “Siamo chiamati a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilità e compassione. Dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti; promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti e alle guerre che continuano a generare vittime e povertà; prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico; combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà. Lo scandalo dei popoli affamati ci ferisce. Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società. Solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace.

Buon anno dunque e buon lavoro…insieme!

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