domenica 28 novembre 2021

"Vieni Signore Gesù!" - Prima domenica di Avvento

Avvento: annuncia una venuta, risveglia un’attesa. Attesa e venuta trovano la loro sintesi in una invocazione che ripeteremo ogni giorno in questo tempo: “Vieni Signore Gesù”.

Gesù è colui che viene sempre. E’ venuto nel passato, verrà in futuro, viene e si fa presente ogni giorno.

Noi siamo il popolo che invoca questa venuta, che vive in attesa di incontrarlo, di accoglierlo, di seguirlo ogni giorno, sempre.

Il tempo dell’Avvento allora diventa tempo per riaccendere questo desiderio di Lui, unico necessario; per risvegliare in noi l’attesa così che non ci lasciamo addormentare e “appesantire in dissipazioni e affanni della vita”.

Perché attenderlo? Come attenderlo?

Perché abbiamo bisogno di liberazione, di giustizia, di essere risollevati. E solo Lui noi crediamo essere il liberatore, il giusto, il salvatore. Così lo annuncia la Parola: “Signore nostra giustizia” è il suo nome; “risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina”.

Immersi in una storia lacerata e fragile, carica di ombre di morte e di distruzione rischiamo di lasciarci abbattere e chiudere in noi stessi, nell’angoscia e nell’ansia, nella paura e nello sgomento per quanto accade attorno a noi.

Questo rende ancor più urgente l’invocazione “Vieni Signore Gesù”, rende più forte l’attesa della sua venuta.

Ma come attenderlo?

Come ultima disperata possibilità di riscatto? Come pretesa che sia Lui a sistemare tutto ciò che non va? Come pretesa che punisca chi se lo merita e chi fa il male? Oggi rischiamo più che di attendere di pretendere. Sia nei confronti di Dio come pure nelle nostre relazioni umane. Siamo pieni di pretese verso tutti e tutto; e queste pretese ci impediscono di attendere e accogliere quanto di buono e di liberante la vita e le persone, Dio stesso, ci offrono. Sì perché attendere non è pretendere. Attendere chiama in gioco il vegliare, il vigilare, come ricorda Gesù nel vangelo, il non lasciarsi assopire e addormentare dalle nostre pretese, il tenere alto lo sguardo per saper vedere orizzonti nuovi dentro scenari oscuri.

Attesa è sapere che Lui è già venuto e continuamente viene, è qui.  E’ sapere tuttavia che la sua presenza è nascosta ai più. Solo chi sa vigilare sa riconoscerla. La sua presenza infatti è silenziosa, quasi invisibile, come un germoglio che non si fa notare portando tuttavia vita, fecondità, novità.

“Farò germogliare un germoglio giusto” annuncia il profeta. Questo germoglio che spunta sul tronco secco della nostra storia e della nostra vita è Lui, Gesù.

Sappiamo riconoscerlo? Sappiamo vederlo veniente e presente in mezzo a noi? Sappiamo accoglierlo?

Ecco l’avvento: il tempo della venuta e dell’attesa perché abbiamo ad aiutarci insieme a vivere il nostro tempo presente con occhi vigilanti, con sguardi attenti capaci di vedere oltre le apparenze, con un cuore caldo capace di amore. “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti per rendere saldi i vostri cuori, alla venuta del Signore” ricorda Paolo ai primi cristiani messi alla prova da persecuzioni, fatiche, dubbi.

L’Avvento accompagni i nostri passi verso il Natale che altro non è che la capacità di riconoscere Colui che oggi viene ed è in mezzo a noi per portare giustizia, liberazione dal male, salvezza.

Tempo dunque carico di speranza e di gioia perché ci annuncia che Dio non ci abbandona in mezzo a una storia che sembra crollare ma anzi viene e continua a camminare con noi perché abbiamo, con Lui, a risollevarci e lavorare insieme per far maturare tutti i germogli di bene, di giustizia, di pace, di amore che sono seminati dentro i solchi di questa nostra storia. Camminiamo insieme allora invocando “Vieni Signore Gesù”, “vegliando in ogni momento pregando” per riconoscerlo e lavorando con Lui per generare gesti, relazioni, novità dentro questa storia sconvolta e decadente ma pur sempre amata e abitata dalla Sua Presenza.

 

0 Gesù, che mi chiami 

a prepararmi alla tua venuta

con parole forti 

e sconvolgenti,

guarda alla mia piccolezza 

e alla mia povertà.

Non voglio attardarmi 

a cercare o ad aspettare 

segni particolari;

mi basta la tua parola 

che mi invita a non avere paura

ma a credere che, con la forza del tuo Santo Spirito,

potrò liberarmi dagli ostacoli che mi impediscono

di farti spazio nel mio cuore e nelle mie giornate.

Aiutami a sollevare lo sguardo

per contemplare la tua venuta nella gloria,

mentre mi preparo, nell'attesa vigilante e operosa,

a fare memoria della tua prima venuta

nella debolezza della nostra natura umana.

Amen.

 

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