sabato 5 giugno 2021

Prendete per diventare ciò che ricevete - Solennità del Corpo e Sangue di Gesù

 

L’Agnello immolato, Gesù, che ha donato la Sua vita per amore, è vivo. Vinta la morte, risorto, dona alla chiesa lo Spirito santo e fa di ognuno di noi la dimora del Dio amore, della Trinità. Questo abbiamo celebrato e vissuto nelle precedenti domeniche.

Oggi, la festa del Corpo e sangue di Cristo, oltre che richiamare alla nostra memoria questi doni d’amore, ci offre concretamente la modalità per farli crescere in noi.

In Gesù sei risorto, sei figlio di Dio, abita in te l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito. Lo sai? Lo sperimenti? Vivi questa vita piena e eterna che è in te? Come puoi farla crescere, nutrirla, alimentarla?

Ecco l’Eucaristia: essa ti viene donata quale cibo che rafforza questa alleanza nuova di comunione e di amore. Un corpo e un sangue, quello di Cristo, che si unisce al tuo corpo e al tuo sangue per sancire definitivamente e alimentare una comunione senza fine. Non più come l’antica alleanza (1 lettura) che chiedeva in cambio osservanze e sacrifici. Bensì un’alleanza nuova, gratuita, libera, puro e immeritato dono d’amore, di cui Gesù Cristo è il “mediatore” (2 lettura).

Nel vangelo viene descritto quel momento unico dove questo dono si è compiuto una volta per tutte. Riviviamone le parole e i gesti che ancor oggi rinnoviamo e ripetiamo in ogni Messa (e a volte con tanta superficialità e incomprensione).

“Prendete, questo è il mio corpo... questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti.”

Prendete. La prima parola, il primo invito. Gesù non ci dice: inginocchiatevi, adorate… No. Ci dice molto di più: “Prendete”. Scrive E.Ronchi: “Io voglio essere preso dalle tue mani come dono, stare nella tua bocca come pane, nell’intimo tuo come sangue, farmi cellula, respiro, pensiero di te. Tua vita”. Qui è il miracolo, il dono immenso: prendete. Gesù ha dato ai suoi due comandi semplici e in ogni Eucaristia noi li riascoltiamo: prendete e mangiate, prendete e bevete. A che serve un Pane, un Dio, chiuso nel tabernacolo, da esporre di tanto in tanto alla venerazione? Prendete! Dio in me, il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola, una stessa vocazione e missione: che ci incamminiamo a vivere l’esistenza umana come l’ha vissuta lui.

Fate questo in memoria di me”: non è solo ripetere una liturgia, dei gesti, delle parole, bensì vivere come Lui, fare del nostro corpo e del nostro sangue, della nostra vita avvolta nella sua vita, un dono d’amore per Dio e per i fratelli. Prendete per diventare ciò che ricevete. 

Per questo l’Eucaristia è stata sempre per i santi riferimento fondamentale, sorgente di donazione e di santità. Ce lo ricorda bene anche suor M.Laura Mainetti che oggi verrà beatificata.

Il nostro vescovo la definisce “donna eucaristica”. Lascio a lui la parola: Non è un semplice caso che il giorno della beatificazione di suor Maria Laura coincida con la festa del “Corpus Domini”. Con l’Eucaristia non siamo più noi che viviamo, ma è Gesù che vive in noi: le nostre azioni nascono dalla comunione con Lui, dal momento che siamo stati creati per la comunione e per il dono di noi stessi. Siamo chiamati ad attingere dal cuore di Cristo energie sempre nuove d’amore, così da diventare anche noi fonte di vita per gli altri, donando quindi la nostra vita, in un modo o nell’altro, agli altri. È ciò che la Chiesa intende proclamare con la nostra amata suor Maria Laura. Dichiarandola beata, la Chiesa vuole aiutarci a divenire noi pure come lei. Il suo corpo, mediante una esistenza offerta fino al martirio, è strumento eloquente e luminoso per diffondere ovunque l’amore di Dio per tutti. La testimonianza della nostra Beata sia uno stimolo eloquente perché anche noi, mangiando e bevendo il Corpo e il Sangue del Signore risorto, viviamo in comunione con Lui e con il Padre, capaci perfino di giungere, proprio come suor Laura, al dono supremo del perdono”. Quel perdono offerto alle giovani che la stavano uccidendo… quasi a dire: prendete, questo è il mio corpo dato per voi…

L’esempio dei Santi dunque sia anche per noi una luce per riscoprire l’essenziale: l’indispensabile necessità di nutrirci di Cristo, del suo corpo e del suo sangue, perché cresca in noi la vita divina e la nostra vita diventi dono di amore a immagine di Gesù.


 

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