sabato 19 giugno 2021

"Io sono qui...Non temete! - XII domenica del tempo ordinario

La parabola della vita. Così definirei questo racconto. Intendendo con la parola parabola sia il racconto didattico, sia la linea geometrica che traccia il percorso del nostro vivere.

Possiamo cogliere di questo percorso tre passaggi… più uno.

Torniamo alla scena descritta dal vangelo.

Innanzitutto c’è un invito: “Passiamo all’altra riva”.

Questa è la vita: non una sosta stagnante bensì un viaggio affascinante. La vita è traversata, ricerca, coraggio di affrontare l’ignoto. E’ un invito a muoversi, a non stare fermi tranquilli nel porto sicuro. La vita è in ogni caso ‘passaggio’: qui non stiamo definitivi, sia che decidiamo di stare fermi nel porto delle nostre cosiddette sicurezze, sia che ci avventuriamo al largo, arriverà il momento di ‘passare all’altra riva’, all’oltre che ci attende.

Tuttavia uscire dal porto delle nostre sicurezze, accettare la sfida della navigazione, vivere col desiderio e la passione di conoscere, di crescere, di ricercare porta inevitabilmente ad affrontare fatiche, prove. E’ il secondo passo: l’improvvisa “grande tempesta” come la chiama il vangelo. Le tempeste fanno parte della traversata, dell’avventura in mare aperto. Tutti sappiamo di quante tempeste è fatta la vita di ciascuno: un’improvvisa e grave malattia, un incidente, un fallimento nel lavoro, una crisi in famiglia e nelle relazioni, una pandemia… e l’elenco potrebbe continuare. Tutti abbiamo provato cosa vuol dire trovarsi in “una grande tempesta di vento” dove “le onde si rovesciavano nella barca tanto che ormai era piena”.

E’ qui che la vita, messa alla prova, ci costringe a fare delle scelte. E’ il terzo passaggio; l’invito, le prove, le scelte: che fare? Cosa facciamo quando personalmente o con altri ci ritroviamo dentro una tempesta che viene a scombussolare e a mettere alla prova il nostro percorso di vita?

Ognuno di noi può certamente riconoscere cosa ha fatto e sperimentato nei diversi momenti di prova affrontati.

Si aprono almeno possibilità diverse: dal panico (la paura che ci assale e ci blocca) al tirare i remi in barca, come si usa dire, per indicare la rassegnazione, il disimpegno, la rinuncia ad affrontare la sfida. Nasce pure la percezione dell’abbandono da parte di persone in cui avevamo riposto la nostra fiducia e anche in Dio stesso che arriviamo, se non a bestemmiare, quanto meno a domandarci se dorma o meno. Ci sentiamo naufraghi in una storia dove Dio sembra dormire, anziché intervenire subito, ai primi segni della fatica, al primo morso della paura, appena il dolore ci mette alla prova. (E.Ronchi) Sale così il grido: “Non t’importa che siamo perduti?”

Ma è proprio a questo punto che la Parola di Dio vuole indicarci un passo in più: il passo della fede.

“Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. E’ la fede che scaccia la paura e che ci fa sentire viva, forte, vera la Sua vicinanza. Quella fede che si traduce in consapevolezza della Sua Presenza e in affidamento.

Mi importa di te certo, tantissimo, sembra voler dire Gesù con la sua presenza. E’ per questo sono venuto nella carne, per fare con te la stessa traversata, in mezzo a tante tempeste, e darti la certezza che io sono qui con te sempre.

Paolo dirà (2 lettura) “l’amore del Cristo ci possiede”, in Lui e grazie a lui tutto si apre a novità, nascono cose nuove, si aprono speranze e orizzonti di vita. E come scrive  D.Bonhoeffer «Dio non mi salva “dalla” tempesta ma “nella” tempesta. Non protegge dal dolore ma nel dolore. Non salva il Figlio dalla croce ma nella croce». E il  miracolo sta proprio nel riconoscerlo qui, presente, anche attraverso uomini e donne che ci sono accanto, che ci danno una mano, che infondono speranza nei momenti più difficili, che ci incoraggiano a non rinunciare nel guardare avanti… Fratelli e sorelle del quotidiano che ci ricordano che Dio non dorme ma è qui con noi, che ci riportano serenità e pace. E anche noi possiamo diventare per altri questa àncora di salvezza ogni volta che sappiamo dire a noi stessi: “Mi importa”, mi interessa, mi sta a cuore questo fratello e sorella che fa fatica. Ogni volta che questo avviene si compiono le parole del vangelo: “Il vento cessò e vi fu grande bonaccia”.

La fede che Gesù ci chiede non è la garanzia che non ci saranno mai tempeste nella vita, è invece la forza che infonde coraggio per affrontare il mare in burrasca con il Figlio di Dio, Gesù. Affidiamoci fiduciosi a Colui “che anche il vento e il mare gli obbediscono”.

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