sabato 19 gennaio 2019

II° domenica del Tempo ordinario - C


Un’immagine che accompagna il racconto biblico è quella delle nozze: viene usata nella Bibbia per descrivere la relazione tra Dio e il suo popolo quale relazione di amore.
Le parole del profeta nella prima lettura lo dicono chiaramente: sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata… come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.
Immagine bellissima che ci parla di un Dio che è Amore e cerca il nostro amore fino a una comunione che ci fa uno con Lui. 
Immagine che si traduce nel segno concreto del banchetto nuziale quale luogo dove questo amore viene celebrato, condiviso, manifestato. Questo nella Bibbia dove si parla di banchetti, come nel vangelo odierno; questo anche oggi nella nostra vita cristiana: non è forse l’Eucaristia che celebriamo il banchetto che manifesta, celebra e sigilla il patto d’amore nuziale tra Dio e noi sua famiglia?
Questo ci dice che la vita cristiana è innanzitutto gioia, incontro, comunione, abbraccio d’amore fedele e gratuito che ci avvolge e coinvolge.
Ma tornando all’immagine delle nozze e del banchetto, domandiamoci: cosa c’è di più tragico del fallimento di una esperienza come questa?
Il vangelo ci fa respirare questa possibilità, questa tensione lì a Cana di Galilea. Purtroppo è una possibilità che anche oggi può ripetersi. “Non hanno più vino”: che sta a dire non hanno più le risorse, la capacità di esprimere e vivere quella relazione d’amore che di fatto dovrebbe segnare la vita per sempre.
“Non hanno più vino”: indica questo vuoto d’amore che può generarsi per la nostra fragilità e debolezza a vivere una relazione autentica e vera con Dio stesso e con ogni altra persona.
E così avviene che la vita cristiana, invece che essere relazione d’amore chiamata a manifestarsi nel segno del banchetto, della comunione, dello stare insieme, della gioia e dell’ amore, fallisce e viene meno.
Ci troviamo a non avere più vino dentro le nostre famiglie, nelle nostre comunità, dentro questa nostra tormentata società, se non addirittura in noi stessi quando si spegne l’entusiasmo, la fede stessa e l’amore…
Possiamo fermarci su alcuni esempi attuali.
Stiamo celebrando la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Perché i cristiani sono divisi tra loro? Certo ci sono motivi storici e teologici, ma alla base perché è venuto meno il vino dell’amore che ci unisce allo Sposo.
Siamo in una società che fatica ad aprirsi e accogliere chi è diverso, straniero, povero, disabile. Ricordiamo oggi, nella nostra diocesi, la figura di d.Renzo Beretta ucciso 20 anni fa da una persona squilibrata ma che lui ha saputo accogliere ed amare. L’esempio di questo prete ci dice che è solo il vino nuovo dell’amore che può renderci capaci di amare fino al dono di noi stessi. E oggi dobbiamo constatare che non abbiamo più questo vino e così la nostra società cessa di essere ‘banchetto’,  luogo di condivisione e diventa società carica di paura e di chiusura se non di odio.
Non abbiamo più vino dentro le nostre comunità cristiane, che certo si ritrovano, celebrano il banchetto dell’eucaristia ma a volte senza l’entusiasmo di una festa di nozze e più con un cuore freddo, con volto rassegnato e stanco, in un clima di grigiore che tutte rende pesante e poco invitante. Come faranno i giovani a fare propria la scelta cristiana se la vedono così scolorita, insignificante? La giornata mondiale della gioventù che si celebrerà settimana prossima permetta a tanti giovani di fare esperienza di una chiesa viva, banchetto di nozze per questa umanità ferita. 
Maria, la madre attenta e vigilante, che percepisce le nostre manchevolezze  interceda, anche oggi come ha fatto a Cana, presso suo Figlio: “Non hanno più vino”
E di nuovo indichi a tutti noi la strada: “Qualsiasi cosa vi dica fatela!”. Sì perché la strada per trasformare una vita cristiana annacquata e stanca altra non è che quella di fidarsi di Gesù e della Sua Parola, viverla: così vedremo anche noi e assaporeremo la bontà del vino nuovo, gusteremo la bellezza dello Spirito dell’Amore che, distribuendo a tutti e a ciascuno doni diversi, ci spinge verso una comunione d’amore, perché la vita possa essere per tutti un banchetto di festa e di gioia, anticipo della comunione senza fine con lo Sposo che sempre ci ama e ci attende.

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