sabato 15 dicembre 2018

Terza domenica di Avvento


“Rallegrati… non temere… non lasciarti cadere le braccia!” annuncia il profeta. “Siate sempre lieti…non angustiatevi per nulla” invita l’apostolo Paolo. La Parola di Dio oggi ci invita alla gioia. E sono inviti che risuonano in situazioni non facili: il popolo a cui il profeta si rivolge sta vivendo un periodo di crisi sociale e religiosa, di oppressione e di fatica; i cristiani a cui Paolo parla stanno iniziando a sperimentare le prime persecuzioni.
Nonostante questo contesto sociale e religioso difficile nasce l’invito a gioire.
Così oggi, in questo nostro contesto storico anch’esso non facile e carico di paure, questo invito si rinnova.
Quali sono i motivi che giustificano questo invito? perché gioire quando tutto sembra chiamare in gioco solo angoscia e sfiducia?
Sia il profeta che l’apostolo ci dicono le motivazioni. Esse si fondano su una certezza: Dio è fedele nell’amore. Da qui la consapevolezza che, qualunque cosa possa succedere, “il Signore è vicino”, “il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente…il Signore ha revocato la tua condanna, ti rinnoverà con il suo amore”.
E oggi, qui per noi, un segno di questo amore: Maria Madre dell’amore misericordioso, anticipo e preparazione del grande segno che è il Natale di Gesù, Dio con noi.
Nasce tuttavia una domanda; ed è la stessa che risuona più volte nel Vangelo di oggi “Che cosa dobbiamo fare?”.
Davanti a Giovanni il Battista che, come dice il testo di oggi, annunciava la buona notizia che il Signore è vicino, si chiedevano: “Che cosa dobbiamo fare?”.
Così anche noi ci chiediamo che cosa dobbiamo fare perché possiamo vivere nella gioia, perché possiamo fare esperienza della misericordia di Dio che ci rinnova e che, come chiesa in Sinodo, siamo chiamati ad annunciare e testimoniare.
Nel vangelo troviamo indicazioni preziose. Forse ci saremmo aspettati da Giovanni chissà quali faticosi impegni e cambiamenti da assumere. Invece la sua risposta è estremamente semplice: primo, vivi bene. Vivi la tua vita con giustizia, onestà, nella condivisione e con solidarietà. “Non esigete…non maltrattate, non estorcete, accontentatevi delle vostre paghe… Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”.  Piccoli passi, gesti semplici, opere di misericordia, verso una vita più giusta, onesta, vera. Verso relazioni autentiche e solidali, vissute nella fraternità e nella condivisione. Quello che dice anche Paolo: “La vostra amabilità sia nota a tutti”.
Secondo passo suggerito dal Battista: accogli Colui che viene:Viene colui che è più forte di me… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”, darà a ciascuno la forza di rinnovare la propria vita.
Giovanni non ci dà un elenco di cose da fare, ma ci invita ad aprire il cuore e la vita a Gesù che ci dona la misericordia del Padre e a diffonderla lì dove viviamo ogni giorno, verso tutti, senza distinzioni.
Se c’è una cosa da fare è lasciarci abbracciare da Dio, dalla sua misericordia; è accogliere Gesù.
Come questo può avvenire? E’ qui che Maria ci indica la strada: fai silenzio in te, ascolta la Parola, sii umile e semplice, fai spazio a Lui, al Suo Spirito, lasciati riempire dalla sua Presenza.
Facendo così, come ha fatto lei, ci lasceremo abbracciare e amare dal Dio Misericordia che “ci rinnova col suo Amore”.
E’ il cammino sinodale che siamo invitati a compiere con tutta la Diocesi  e che deve guidarci a diventare comunità cristiane che vivono – dentro e fuori – la misericordia. Comunità che si lasciano rinnovare dall’amore di Dio per essere sempre più capaci di annunciarlo e testimoniarlo dentro la storia.
In questo cammino ci accompagna la guida sicura di Maria madre della Misericordia, madre di Gesù: sicuramente non mancherà per nessuno il suo Soccorso.

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