sabato 16 dicembre 2017

Terza domenica di Avvento.



Un fremito di gioia attraversa la Parola di Dio in questa terza domenica di avvento.
Soprattutto prima, seconda lettura e salmo fanno risuonare questo invito: “Io gioisco pienamente, la mia anima esulta”, “siate sempre lieti”, “L’anima mia magnifica il Signore, il mio spirito esulta”.
L’invito a gioire sembra invece assente nel vangelo, dove emerge la figura del Battista, testimone, voce che grida.
Ma è proprio qui che ci viene annunciato il motivo della gioia. Proprio lui il Battista ci indirizza a quella gioia che non consiste in qualcosa, ma in qualcuno: “in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”. E questo ‘uno’ è il Messia il Cristo, Gesù figlio di Dio.
La gioia è una Presenza. La presenza, tutta da scoprire, di Dio in mezzo a noi, accanto a noi.
Lui c’è; noi purtroppo ancora non lo conosciamo, ancora fatichiamo a riconoscerlo. E per questo in noi la gioia non abita.
A volte ci illudiamo di conoscerlo perché lo immaginiamo secondo i nostri criteri o bisogni; ma un Dio così non potrà mai donarci gioia. Occorre che ci mettiamo nell’atteggiamento di chi lo cerca con umiltà, di chi è disposto ad aprirsi alla sorpresa di un Dio diverso, alla novità di una presenza inaspettata.
“In mezzo a voi sta uno”: qui va cercato, in mezzo alla nostra vita, alle nostre relazioni quotidiane, in mezzo a uomini e donne che ogni giorno si incontrano e scontrano, si amano e si odiano. Lui sta qui. E saperlo qui è già motivo di gioia perché è vinta la solitudine.
Resta la fatica –la salutare fatica- di riconoscere il suo volto nel volto dei fratelli e delle sorelle. Ma quando si riesce ad aprire lo sguardo e riconoscere la Sua presenza nel volto dell’altro si fa l’esperienza dell’incontro, la gioia affiora e si dilata nella vita.
Indispensabile per questo lo stile che ci suggerisce Paolo: “Pregate ininterrottamente... Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male”: così si può fare esperienza di Colui che sta in mezzo a noi: riconoscerlo, incontrarlo, gustare la Sua presenza che ci fa lieti.
Ma c’è di più. E questo di più è la sorprendente novità di un Dio che ci ama. Non solo “sta in mezzo a noi”, di più: sta in noi! Abita, è presente in noi.
Le parola del profeta Isaia sono chiare: “Lo Spirito del Signore Dio è su di me…io gioisco pienamente nel Signore…mi ha rivestito….mi ha avvolto…”, ha cioè stretto un’alleanza così forte, un’alleanza sponsale, che io e Lui siamo uno.
Abitati da Lui siamo nella gioia, sempre, anche quando dolore tristezza ci affliggono, perché Lui vive con noi ogni momento della nostra vita. La Sua presenza fascia le piaghe dei cuori spezzati, porta libertà, è motivo di fiducia e di speranza.
E’ l’esperienza che Maria canta nel suo Magnificat: “Grandi cose ha fatto per me”…
Dunque: “In mezzo a voi sta uno che non conoscete”.  Ma anche: “Dentro di voi sta uno che non conoscete”.
La nostra storia, la nostra vita è abitata da Lui. Questo il Natale!
Da questa certezza viene quella gioia che accompagna il nostro non sempre facile cammino.
E con Lui, riconosciuto presente, anche noi siamo chiamati a diventare testimoni di questa luce.  “Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di Lui”.  Come Giovanni diventiamo pre-cursori, anticipatori di Lui; non mettendo davanti noi stessi, ma aprendo la strada a Lui: “Tu, chi sei? Io non sono…”. Sono voce, annuncio, ma Lui è Luce, Parola, Presenza, Gioia.
Impariamo a stare in mezzo alla gente semplicemente come voce, come richiamo, come semplice segnale che rimanda all’Altro, che indica, orienta a Colui dal quale tutti noi ricaviamo luce, significato, vita.
C’è una luce nascosta tra le tenebre della nostra storia faticosa di oggi. Una luce da scovare in mezzo a tanta oscurità. Insieme a tanti nostri fratelli e sorelle, credenti o meno, facciamoci tutti ricercatori del Nascosto, ricercatori di una luce che possa ridare lineamenti di speranza e di vita al nostro tempo. La Sua Presenza ci spinga a collaborare insieme per realizzare il Suo Regno, quella storia nuova, “rovesciata” che Maria canta nel Magnificat.
Il Natale ci trovi pronti a ritrovare i motivi profondi della gioia, non nella vanità e superficialità delle cose, ma in Colui “che sta in mezzo a noi”. Il Natale ci renda indicatori di quella gioia che nasce da una Presenza scoperta e condivisa: Gesù.

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