sabato 6 giugno 2015

Festa del Corpo e Sangue di Gesù.



La Parola di Dio nella festa del Corpus Domini, mette a confronto l’antica alleanza (tra Dio, Mosè e il popolo d’Israele) e la nuova tra Gesù e l’intera umanità.
Questo per ricordarci che Eucaristia è gesto di Alleanza nuova e definitiva; che Eucaristia è Pasqua che di nuovo e sempre si rinnova. Alleanza e Pasqua sono i due costanti richiami nelle letture ascoltate. In particolare il vangelo si colloca “il primo giorno degli azzimi quando si immolava la Pasqua” e risponde a una domanda: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?”.
La pasqua dunque è il compimento dell’alleanza tra Dio e il suo popolo e di essa l’eucaristia è il segno efficace che la attualizza oggi e sempre. Dunque attraverso l’Eucaristia oggi noi riviviamo la Pasqua e rinnoviamo l’alleanza con il Signore.
Il termine alleanza può oggi suonare strano… Lo si usa in particolare in politica per indicare strategie di alleanza appunto, al fine di conquistare o mantenere il potere. Questo non ci aiuta certo a capire tutta la ricchezza e il valore di questa parola. Alleanza, nella Bibbia, è il patto di amore e non di potere che Dio stesso vuole stabilire da sempre con l’umanità.
Patto che nasce da un suo libero dono d’amore: essa è impegno definitivo di stare al nostro fianco sempre. Patto di un amore gratuito, fedele, indistruttibile. Questa l’alleanza promessa ad Abramo, realizzata con Mosè e il popolo di Israele. Attuata poi definitivamente in Gesù, attraverso la sua persona, il suo corpo e il suo sangue, dato per noi “il sangue dell’alleanza versato per le moltitudini”.
Marco struttura il racconto della cena del Signore su quanto abbiamo letto nel Libro dell’Esodo al termine dell’alleanza, nella prima lettura. Lì si legge che Mosè prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo, poi prese il sangue e ne asperse il popolo e disse “Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole”.
Gesù non ripete quell’antico rito, ma fa qualcosa di completamente nuovo: “prese un pane, benedì, lo spezzò, lo diede loro dicendo: «prendete, questo è il mio corpo»”. Ecco già la prima differenza con l’antica alleanza.
Nell’antica alleanza Mosè ha presentato un libro che conteneva la legge, la volontà di Dio; ebbene, con Gesù inizia un’epoca nuova nel rapportarsi con Dio. Il credente, con Gesù, non è più, come nell’antica alleanza, colui che obbediva alle leggi, ma colui che accoglie l’amore del suo Signore.
Mentre il libro della legge è un codice esterno all’uomo che l’uomo deve impegnarsi a osservare e molti non ci riescono, o non vogliono, la nuova alleanza non è basata su un libro, qualcosa di esterno all’uomo, ma sulla effusione interiore della stessa vita divina.
Dio non governa gli uomini emanando leggi che questi devono osservare, ma comunicando loro la sua stessa capacità d’amore, il suo stesso spirito, la sua stessa forza d’amore.
Quindi non più un codice, una legge, ma un uomo – Gesù – che ci comunica la sua vita.
Poi Gesù ”prese il calice”. Quindi Gesù “rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti”. Ecco un altro aspetto nuovo dell’alleanza: essa non è soltanto per il popolo d’Israele, ma è per tutta l’umanità.
Questo sangue non è il sangue dei vitelli e dei capri, spruzzato esternamente sulle persone, ma, dice Gesù, “questo è il mio sangue dell’alleanza”. Come ricorda la lettera agli Ebrei “in virtù del proprio sangue… egli è mediatore di una nuova alleanza” che ha come destinatari “le moltitudini”, tutte le genti.
Tutti siamo coinvolti in questa nuova alleanza, in quanto tutti siamo stati amati fino al dono della sua stessa vita. Al di là del nostro essere consapevoli e del nostro lasciarci coinvolgere, il suo amore ci raggiunge così come siamo e dove siamo: un amore “versato per tutti”.
Il momento tuttavia in cui la comunità, il credente, partecipa e riceve questa ‘immersione nel sangue’, cioè nell’alleanza con il Signore è l’Eucaristia, la cena del Signore che noi chiamiamo ‘la Messa’.
In essa avviene una comunicazione interiore della stessa vita divina. E’ questo che dona all’uomo la capacità d’amore.
Questa è la novità proposta da Gesù. Questa la celebrazione dell’Eucaristia: rinnovamento dell’alleanza pasquale che ci comunica la stessa capacità d’amore di Gesù, la vita di Colui che è nostro alleato, Dio stesso.
È una nuova alleanza, tanto nuova da essere quasi inconcepibile. L’amore di Dio si manifesta pienamente con questa alleanza, dove l’impegno è solo suo.
Noi abbiamo tutto e solo da guadagnare: non ci viene chiesto nulla, se non che beviamo quel sangue, mangiamo quel corpo, e ci lasciamo trasformare da questo nuovo cibo e da questa nuova bevanda.
Trasformare al punto da iniziare e continuare poi a vivere come Lui, a “fare questo” in sua memoria; cioè a fare anche noi della vita un dono, entrando in alleanza con i nostri fratelli e sorelle, con l’umanità intera e il creato. 
L’Eucaristia ci chiama a diventare costruttori di alleanza, non di potere ma di amore, di comunione.
Questa capacità ci viene data proprio dalla comunione stessa con Gesù, che ci mette in comunione con il Padre e nel loro Spirito con tutta l’umanità. Una comunione che tutti ci unisce nell’unico amore che ci precede, si offre a noi, ci nutre e ci sostiene.S
e questa è la Messa è veramente da stolti non parteciparvi o parteciparvi senza consapevolezza, senza rinnovare in essa ogni volta quell’alleanza nuova che sostiene e nutre la nostra vita quotidiana e che ha la capacità di rendere nuova anche questa nostra storia, aprendola all’alleanza e alla comunione tra tutti i popoli

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