sabato 23 maggio 2015

Pentecoste



“Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra”. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo”…
Sono parole che abbiamo da poco ascoltato nel salmo e nella sequenza di questo giorno di Pentecoste. Giorno del compimento della Pasqua, cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù.
Parole che vanno oltre a questo fatto inaudito della risurrezione. Infatti si parla di Spirito che crea e dà respiro a ogni cosa. Quello Spirito che è la vita perché è Dio stesso. “Senza la tua forza, nulla è nell’uomo”… Non possiamo vivere senza di Lui. Ed è Lui che dà la vita a ogni cosa e fa risorgere dai morti il Cristo e in Lui tutti noi.
Ebbene questo Spirito abita in noi. E’ la consapevolezza che nasce in questo giorno di Pentecoste. Noi siamo da sempre abitati da Lui, ogni cosa respira grazie a Lui. Esserne consapevoli significa allora riconoscerci figli amati del Padre, proprio perché in noi è il Suo stesso Spirito. Fratelli di Cristo, perché abitati dallo stesso Spirito. Famiglia di fratelli perché in tutti noi dimora lo stesso Spirito.
Cosa possiamo comprendere di Lui? Solo quanto la Parola ci rivela.
Innanzitutto che non si tratta di una cosa, o di un dono particolare. Si tratta di Dio stesso e della sua vita. Di Lui che abita in noi. Nel vangelo ha un nome; Gesù lo definisce “il Paraclito”, cioè “colui che sta vicino, al fianco”. Esso ci accompagna da sempre… Ma con Gesù noi diventiamo consapevoli della sua Presenza e del suo ruolo. Egli, dice Gesù, “darà testimonianza di me”, “vi guiderà a tutta la verità”, “vi annuncerà le cose future”.
E’ il comunicatore della vita del Padre e del Figlio; in lui noi veniamo sempre più resi capaci di entrare nella vita stessa di Dio, nella relazione d’amore con Lui e quindi di esserne così i testimoni. Questo avviene in una graduale, ma continua comunicazione e comprensione della Parola che Gesù ci ha dato: “dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”, “prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. 
C’è uno stretto legame tra Spirito e Parola: non per nulla, nel brano degli Atti degli Apostoli, Luca narra la Pentecoste usando l’immagine delle lingue di fuoco e dei diversi linguaggi umani. Quasi ad evidenziare che lo Spirito è la nuova lingua, è la Parola stessa che ora risuona e a tutti è comunicata. Tutti possono comprenderla, perché questa Parola è Spirito e vita e va oltre ogni barriera culturale, sociale, religiosa.
Lo Spirito abita in noi dunque per aprirci il cuore alla comprensione della Parola di Cristo e così orientarci all’incontro con il Padre che ci ama.
Lo Spirito abita nella Parola e con essa abita in noi. Siamo in Lui e in Lui camminiamo quando ascoltiamo la Parola e viviamo immersi in essa.
Spirito e Parola: un linguaggio nuovo che scalda i cuori; un vento, soffio che spinge al largo, ad aprirsi, ad andare… che mette in cammino.
A questo ci invita Paolo nella seconda lettura. “Camminate secondo lo Spirito”. Che significa: lasciati guidare ogni giorno da quello Spirito che nel tuo cuore fa risuonare la Parola di verità e di vita, guidandoti così nelle tue scelte.
Il fine della vita cristiana è l’acquisizione dello Spirito Santo, diceva San Serafino di Sarov. A questo dobbiamo tendere. Siamo chiamati a vivere nello Spirito per diventare così capaci di portare non i frutti che derivano dal nostro io egoista, ma che maturano dallo Spirito stesso di Dio che abita in noi. “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Sono i frutti nuovi che fanno maturare il Regno di Dio in noi e nel mondo. Sono quanto tutti abbiamo bisogno oggi.
Pentecoste è veramente l’inizio di una nuova opportunità.
Quella di una vita di figli amati e non più di schiavi; quella di poter generare i frutti dello Spirito e non più dell’egoismo; quella di poter dare un’impronta nuova a questa nostra storia spesso arenata nel male e spingerla, al vento dello Spirito, verso la bellezza e l’amore di Dio.
Pentecoste: occasione di ripresa per un rinnovato cammino personale e per le nostre comunità; un cammino di conversione allo Spirito e di spazio a Lui e alla sua Parola, se vogliamo essere segno dell’Amore che Gesù ci ha donato e forza rigenerante della storia dentro la quale abbiamo la missione di essere i Suoi testimoni.


Senza lo Spirito Dio è lontano, Cristo resta nel passato, l’Evangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione,  l’autorità dominio, la missione propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi.
Ma, in Lui, il cosmo si solleva e geme nelle doglie del regno, Cristo Risorto è presente, l’Evangelo è potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è servizio liberante, la missione è Pentecoste, la liturgia è memoria e anticipazione, l’agire umano è deificato. 
(Ignazio IV, Hazim, Patriarca greco-ortodosso)

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