sabato 17 gennaio 2015

Seconda domenica del Tempo ordinario / B



‘Segnali indicatori’ per un cammino di ricerca e di realizzazione.
E’ la prima indicazione che raccogliamo dalla Parola di Dio oggi. Eli per Samuele, il Battista per i suoi discepoli, Andrea per Simon Pietro. ‘Segnali indicatori’ che orientano a un altro: a Dio, a Colui che della fede è il cuore, il centro: Gesù stesso.
La fede passa per ‘testimonianza’: qualcuno indica a un altro, con la propria vita, l’esperienza che lo ha coinvolto e trasmette all’altro il desiderio di fare altrettanto. Eli orienta il giovane Samuele a riconoscere la voce di quel Dio che anche a lui aveva parlato. Il Battista indica ai suoi discepoli Colui che aveva atteso e preannunciato, pronto a mettere se stesso in secondo piano. Gli stessi primi discepoli si chiamano l’un l’altro per condividere un incontro, per far un cammino di ricerca, per arrivare a stare con Colui che scoprono essere il Dio con noi.
Non sono mai mancati e non mancano nemmeno oggi questi “segnali indicatori” che portano a Dio. Anche le diverse confessioni religiose (protestanti, anglicano, ortodossi con noi cattolici) sono segnali di un cammino articolato di ricerca che porta comunque a una sola meta: l’incontro con Gesù. L’unità dei cristiani per cui preghiamo in questa settimana sta proprio in questo cercare Lui e ritrovare in Lui quella comunione smarrita.
Ogni cristiano è chiamato comunque ad essere segnale indicatore che orienta a Gesù. La mia vita di battezzato in Cristo, unito a Lui in un solo corpo, a chi orienta? A Gesù o ad altro?
Penso in particolare ai genitori, agli educatori, ai catechisti. Tutti noi che abbiamo incontrato Gesù e lo seguiamo, siamo chiamati a risvegliare attorno a noi il desiderio di incontrarlo, la gioia di conoscerlo, la bellezza di vivere con Lui in una relazione di amore.
E Gesù lo si indica più che con parole, proprio con la nostra vita: più essa è intrisa di vangelo e più diventa segnale per chi ci incontra.
Più ascoltiamo e seguiamo Gesù e più di conseguenza possiamo diventare indicatori della sua presenza oggi.
In particolare i segnali indicatori che meglio portano a Gesù sono la capacità di accoglienza verso tutti, il superamento di ogni divisione, la costruzione della pace e della giustizia.
Si assommano in questi giorni diversi richiami in proposito: stiamo vivendo il mese della pace, è oggi la giornata mondiale per i migranti e i rifugiati, inizia la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Non si tratta di un soprapporsi di iniziative diverse, bensì di diversi richiami a una sola realtà: il vangelo. Quel vangelo che vissuto diventa capacità di dialogo con chi è diverso da noi, spazio di accoglienza per chi è rifiutato e migrante, sforzo quotidiano di tessere, con gesti concreti di riconciliazione e di non violenza, quella pace che tanto desideriamo.
E il vangelo è Gesù stesso. Se cerchiamo Lui, se ci mettiamo in cammino seguendo la sua voce che ci dice “Venite e vedrete”, arriveremo sicuramente a scoprire dove Lui è: nella comunione d’amore che lo unisce al Padre e a tutti noi. Arriveremo a dare alla nostra vita armonia e bellezza, superando chiusure, invidie, egoismi e divisioni. Ci riscopriremo essere, come ci ricorda Paolo, “tempio dello Spirito”, “membra di quell’unico corpo che è Gesù”, perché uniti a Lui al punto da essere resi nuovi. Un nome nuovo riceve Simone (“sarai chiamato Cefa”); indica l’inizio di una vita nuova che fiorisce proprio dall’esperienza dello stare con Gesù, del vivere in comunione con Lui. E sarà proprio questa novità di vita a renderci, per altri, ‘segnali indicatori’ che orientano verso Colui che sazia ogni nostro desiderio di ricerca.
Se ognuno di noi diventasse sempre più questo segnale; se tutti noi imparassimo a riconoscere, in tanti fratelli e sorelle anche se diversi da noi per tanti motivi, dei segnali che portano a Gesù, sicuramente diverrebbe più facile ritrovarci insieme uniti o quantomeno sentirci insieme tutti in cammino verso un’unica meta: lo stare con Gesù, il vivere con Lui e come Lui.
Questa è la missione grande che ci è affidata; questa la responsabilità che abbiamo come cristiani in questa nostra storia. In una umanità che stenta a trovare strade di pace e di armonia spetta a noi essere sempre più e meglio quei segnali indicatori che conducono verso colui che è la bella notizia, la novità offerta a tutti per rendere nuova questa nostra vita e per rinnovare il mondo stesso, rilanciando il suo cammino su strade di accoglienza, di giustizia, di comunione fraterna, di pace.

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