Proprio mentre è notte, Dio entra nella vita di Giuseppe per fare luce. E lo aiuta a guardare più in là.
Il presente, anche se drammatico, acquista senso all’interno di una promessa più ampia, quella che Dio aveva fatto a Israele otto secoli prima, attraverso il profeta Isaia: ”Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi”. Il Vangelo di Matteo vuole annunciare infatti il compimento di quella Parola. Alla fine del Vangelo, Gesù ci ricorderà ancora una volta quella promessa: ”Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine de mondo” (Mt 28,20). Qualunque sarà la strada che dovrete attraversare, nelle vostre fatiche e nelle vostre tenebre, io sono con voi, perché sono L’Emmanuele.
Alla fine del suo percorso, Giuseppe si veglia. È giorno, si è fatto luce nella sua vita. Vede le cose con chiarezza e allora può decidere. Giuseppe non rimane intrappolato nei sogni; ad un certo punto occorre fidarsi di Dio e rischiare. Occorre agire secondo quello che nel dialogo con Dio, ci sembra giusto. È l’esito del discernimento: dalla considerazione ponderata nel profondo della coscienza, fino alla decisione finale.
La nostra vita attraversa talvolta momenti di buio come al buon Giuseppe. Ci troviamo davanti ad eventi ai quali non riusciamo a dare un senso. E quando non c’è chiarezza, facciamo fatica a decidere dove andare, dove mettere i piedi, quale strada intraprendere.
Forse non a caso quest’ultima domenica di Avvento ci sorprende in uno dei momenti, dal punto di vista astronomico, più bui dell’anno: il nostro mondo attraversa una fase di oscurità profonda. Il messaggio delle letture di questa domenica viene a dirci allora che, anche quando la nostra vita, attraversa le tenebre, Dio non smette mai di essere con noi; cammina con noi nel buio della vita, perché Egli è L’Emmanuele, la Luce che torna a sfolgorare nella nostra vita.
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