sabato 23 novembre 2024

"Un re altro" - Gesù Cristo, Signore e re dell'universo.

 

E’ certamente un processo strano quello che ci racconta il vangelo oggi, pieno di incomprensioni e di equivoci.

Pilato esprime subito la sua sorpresa con quell’espressione - “Sei tu il re dei Giudei?” - che più di un prendere atto di chi ha davanti, è piuttosto un rivolgersi con ironia a una persona: ‘proprio tu, un re?”.  Gesù non risponde, ma fa a sua volta una domanda a Pilato. “Dici questo da te oppure altri ti hanno parlato di me?”  Gesù lo invita a ragionare con la propria testa e non sotto l’influsso di quello che gli hanno detto le autorità religiose. E Pilato chiede: “Che cosa hai fatto? Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo”.

Un dibattito serrato dove emerge il vero significato della regalità di Cristo e di conseguenza la decisione di stare con lui o contro di lui. Vediamone i passaggi.

Innanzitutto Gesù, che si definisce re – “io sono re” - con l’espressione - “Il mio regno non è di questo mondo” - non sta contrapponendo il cielo alla terra, ma due mondi differenti: il mondo del potere e il mondo dell’amore. Nel regno del potere sono presenti il dominio, la menzogna, che causano morte negli uomini, nel regno dell’amore il servizio e la verità che invece comunicano vita. Quindi il regno di Gesù non è secondo la prassi del mondo, ma è in questo mondo, dentro e presente nella storia degli uomini.

Gesù insiste su questa differenza: “il mio regno non è di quaggiù”. Quindi Gesù esclude che il suo regno abbia qualche somiglianza con i regni dove si fa violenza, dove si abusa, dove il potere, il denaro sono il fine. Gesù dice: non passa di qui il mio regno.

Dopo questa precisazione Gesù conduce Pilato al cuore di questo Regno nuovo che Lui è venuto a portare. “Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità”.

È re, cioè il primo di tutti, ma come aveva detto Lui stesso: il primo è colui che si fa servo di tutti. Un re altro! Questa è la regalità che caratterizza Gesù. La sua regalità non è imitata dai governanti del mondo: essi coltivano interessi e ambizioni personali che non sono compatibili con l’idea di amore e quindi di servizio.

Il regno di Dio invece viene con l’arrivo di Gesù, suo Figlio, che ci rivela la verità. “Sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità”. E verità è appunto quella luce che ci fa vedere la nostra vita come frutto dell’amore del Padre e come dono di amore. Gesù testimonia la verità diventando egli stesso dono per tutti, servo di tutti, diventando garanzia di perdono con la sua morte in croce.

Quando si accoglie Lui, e si fa come Lui, si fa visibile il regno nuovo, il regno di Dio Padre, dove tutti sono fratelli. E questi fratelli sanno chi ascoltare perché “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. Ascoltano con amore Gesù, ritenendolo unico re della loro vita, dei loro pensieri, del loro cuore.

Qui sta la decisione che si è chiamati a prendere.

La festa di oggi, a chiusura dell’anno liturgico, vuole condurci a riconoscere in Gesù colui che ci svela e testimonia la verità su Dio, su noi stessi, sulla storia, sull’Universo.

Una storia “guidata” e in buone mani, dentro un disegno d’amore. Questa verità è l’amore stesso di Dio che si attua in Gesù e che vuole conquistare il mondo intero per renderlo un mondo unito e fraterno, per fare di noi “un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre” (2 lettura).

Per noi cristiani allora non può esserci altro riferimento, altro punto fondamentale di orientamento per la nostra vita personale e comunitaria se non Gesù Cristo.

Questo significa fare di Gesù, della sua vita, la verità per la nostra vita. “Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce”.

Ascoltandolo diventiamo parte del suo regno, della sua famiglia, capaci di esserne anche i costruttori dentro questo mondo, ma non secondo la logica del mondo.

A ciò siamo chiamati: non ad adeguarci alla logica del mondo, bensì a costruire dentro il mondo, nella storia, un modo di vivere nella verità, che è Gesù. Un vivere secondo il vangelo affinché cresca come seme e lievito quel Regno che Lui è venuto a portare e a testimoniare e che si compirà un giorno in tutta la sua pienezza.

 

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