sabato 24 agosto 2024

"Parole o cuore duro?" - XXI domenica del tempo ordinario

 

Gesù aveva parlato del suo farsi cibo per tutti e proprio questo era apparso incomprensibile per i Giudei, che si immaginavano un Dio inaccessibile, potente e glorioso, non certo un Dio tanto intimo da diventare pane, corpo del nostro corpo. Anche gli stessi discepoli fanno fatica a comprendere la parola di Gesù.

Una parola, forse più che incomprensibile, scomoda, che capovolge le nostre logiche umane, le nostre convinzioni, una parola carica di novità quella di Gesù che, se accolta rovescia la nostra vita, la apre alla novità di Dio.

Infatti quando l’annuncio del Maestro si allontana così tanto dalle nostre convinzioni tutto diventa duro, oscuro, lontano: perché amare i nemici? Perché porgere l’altra guancia? Possibile che i ladri e le prostitute ci precederanno nel regno dei cieli? Perché i miti, i pacifici, i misericordiosi sono i beati?

La Parola di Gesù capovolge tutto. Qui sta la fatica, la durezza che porta a non accettare di lasciarsi mettere in discussione dalla Parola.

Forse, o senza forse, la vera durezza allora non è tanto nella Parola di Gesù ma nel nostro cuore duro che non riesce ad aprirsi alle sue parole di novità, di tenerezza, e si ostina invece a volere costantemente plasmare un Dio a nostra immagine o a tentare di ridurlo al nostro piccolo e meschino tornaconto.

Gesù presenta il volto nuovo di Dio: un Padre che ama, che si fa pane, servo, dono di amore per tutti, che va incontro ai peccatori, che non fa distinzione tra vicini e lontani, che tutti ama e accoglie con misericordia. Che non chiede nulla, ma dona tutto, fino a donare sé stesso nel suo Figlio.

Accettare questo capovolge anche il modo di intendere e vivere le nostre relazioni: l’altro non è più un diverso da me, ma un fratello, una sorella perché anche lui figlio di questo Dio. Diverse le applicazioni che possiamo fare. Nella stessa vita di coppia, ricorda Paolo nella seconda lettura, cambia il modo di vivere la relazione coniugale: non più dominio di uno sull’altro, dell’uomo sulla donna, ma capacità di donazione-sottomissione reciproca, appunto come Cristo verso l’umanità, verso la sua chiesa, per farsi dono l’uno per l’altra. Cade così ogni logica di dominio, di superiorità, per lasciare spazio a relazioni di reciproco rispetto, di fraternità.

Ecco perché “questa parola è dura!”. Perché capovolge tutto il nostro modo di vedere, di pensare e di agire.

Sta qui la fatica che facciamo anche noi. “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?” Preferiremmo un’altra Parola, una religione che ci dia più sicurezza, che ci garantisce ciò che più ci serve, che risponde ai nostri immediati bisogni.

Come fare a vivere questa Parola che capovolge ogni cosa?

Gesù con pazienza non ci lascia soli, ci indica la via: “E’ lo Spirito che dà la vita, “le parole che vi ho detto sono spirito e vita”. Fidandoci e lasciandoci guidare dal suo Spirito e non dalle nostre sicurezze umane, dai nostri calcoli, questa parola di novità potrà essere accolta, vissuta e donare vita.

Viene invece la tentazione di andarsene, di allontanarsi da Lui. “Non andavano più con Lui”. Certo il Signore ci lascia liberi. A noi come ai suoi ripete: “Volete andarvene anche voi?”.

Oggi è il momento di decidersi. “Scegliete oggi chi servire”: così Giosuè – nella prima lettura - esortava il popolo a decidersi. E’ tempo di deciderci, come cristiani. Ne va di mezzo l’annuncio stesso del Vangelo. Oggi abbiamo bisogno di scegliere con chiarezza, e di conseguenza vivere con coerenza, quella Parola che ha la forza di fare nuove tutte le cose.

“Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. “Tu solo”, nessun altro, solo tu puoi darci vita e rendere il nostro cuore meno duro, più capace e pronto ad accogliere ogni tua Parola. La risposta di Pietro possa essere anche la nostra consapevole risposta.

 

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