sabato 5 febbraio 2022

"Custodi della vita" - V° domenica del tempo ordinario.

Tre letture e tre personaggi che fanno un’esperienza comune: quella dell’inadeguatezza. Isaia, Paolo, Pietro nel vivere la loro relazione con Dio percepiscono la loro fragilità e indegnità. E la riconoscono apertamente: “uomo dalle labbra impure io sono” dice Isaia; “non sono degno di essere chiamato apostolo” afferma Paolo; “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore” esclama Pietro.

Non facciamo certamente fatica a riconoscerci simili a loro. E’ la nostra realtà umana e fragile. Tutti noi scopriamo la nostra inadeguatezza, il nostro limite, il nostro peccato, soprattutto quando ci poniamo con cuore aperto davanti alla grandezza e bellezza del Signore. Più ci si avvicina a Lui e più scopriamo quanto ne siamo lontani, indegni.

Questo potrebbe facilmente portarci allo scoraggiamento, alla rinuncia nel vivere un cammino di fede, alla chiusura. E’ lo stesso rischio sperimentato dai tre personaggi incontrati.

Tuttavia questo per loro non accade. Perché? Perché l’esperienza dell’incontro con Dio fa sperimentare loro anche la grandezza del suo amore.

Il Signore  accoglie così anche noi come siamo, con tutte le nostre fragilità. E dice anche a noi: “Non temere, tu sarai…”. Tocca le nostre labbra, sale sulla nostra barca, entra nella nostra vita e, accogliendoci così come siamo, ci dona la sua grazia, la sua forza. “D’ora in poi tu sarai”. Bello questo: “tu sarai”. “Il miracolo  più grande compiuto da Gesù non è tanto la rete piena di pesci, quanto aver aiutato i suoi discepoli a non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte. Li ha aperti a diventare annunciatori e testimoni della sua Parola.” (p.Francesco)

Con me – ci dice Gesù – tu sarai capace di cose nuove, belle, grandi. “Sulla mia Parola” la tua vita porterà nuovi frutti. Noi tutti veniamo resi capaci di costruire una storia non di affanno, paura, confusione che alla fine ci lascia a mani vuote – come quei pescatori dopo una notte di fallimento - ma una storia aperta al nuovo, al bene e alla giustizia, alle cose veramente essenziali e che contano, alla vita. Capaci soprattutto – ed è per questo che Lui ci chiama – di generare vita, di custodire la vita. Così farà Isaia diventando profeta che annuncia vita al suo popolo. Così Paolo, testimone che l’incontro con Gesù il risorto, il vivente,  riempie di senso la nostra vita. E così sarà di Pietro e dei discepoli chiamati a diventare “pescatori di uomini”, ovvero capaci di aiutare ogni uomo e donna a venir fuori dal mare della morte e sperimentare la bellezza della vita, a saperla custodire e amare.

Questo il compito-missione che Lui ci affida, a ciascuno e a tutta la sua chiesa. Compito che già troviamo nelle prime pagine della Bibbia e che sempre la accompagna: essere custodi della vita che ci è stata affidata dal Creatore.

Oggi la chiesa italiana celebra la giornata per la vita e questo messaggio risuona in tutta la sua forza.

Davanti al Signore riconosciamo certo la nostra indegnità ma soprattutto lasciamoci trasformare dalla sua misericordia per essere insieme “pescatori di uomini”, custodi di vita, annunciatori di una Parola che ha la capacità di illuminare e guidare la vita di tutti noi verso la sua pienezza.

I vescovi in particolare ci invitano a fare tesoro di questi anni di pandemia, dove ci siamo accorti della fragilità della vita umana ma abbiamo anche sperimentato l’importanza del farci custodi gli uni degli altri perché tutti possano affrontare la vita anche nei momenti più difficili. “La lezione della recente pandemia è la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme” (Papa Francesco). Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione. Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza.

Anche noi come Isaia, Paolo, Pietro e i primi discepoli sentiamoci oggi chiamati a diventare ogni giorno e in ogni situazione custodi del dono della vita, nostra e di tutti.

 

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