sabato 2 ottobre 2021

"Tutti da una stessa origine" - XXVII° domenica del tempo ordinario

Siamo a conclusione di un mese (Tempo del creato), aperto dal messaggio congiunto del Papa con il patriarca ecumenico Bartolomeo I° di Costantinopoli per la salvaguardia del creato; mese, che si chiuderà domani festa di san Francesco, contrassegnato da iniziative diverse sia in campo ecclesiale che sociale e politico, soprattutto sotto la spinta dei giovani.

E’ da questa particolare prospettiva che vi invito ad accostarvi alla Parola di Dio di questa domenica. E’ infatti una Parola che va oltre alla specifica riflessione sul Matrimonio e la relazione di coppia. O meglio: affronta questa questione attraverso uno sguardo molto più ampio. E’ Gesù stesso che interrogato dai farisei allarga il discorso e rimanda “agli inizi della creazione”, alle origini, per scoprire un progetto, un disegno di Dio che abbraccia l’intera creazione.

Un progetto che la lettera agli Ebrei (2 lettura) sintetizza con questa frase: : “provengono tutti da una stessa origine”, al punto che possiamo riconoscerci e chiamarci fratelli.

La prima lettura poi, pur essendo solo uno stralcio del 2 capitolo della Genesi, sottolinea la stretta relazione tra uomo, creature, uomo e donna, creature e Creatore.

Tutto viene da Lui a iniziare dal creato: piante e animali pensati perché l’uomo non resti solo ma trovi un aiuto che gli sia simile. Aiuto che sarà pieno e completo con la presenza della donna: uomo e donna si scoprono chiamati a vivere in relazione tra loro e con il creato realizzando una comunione di armonia, di amore che li renda, insieme, immagine e somiglianza di Dio il Creatore.

Il creato, l’uomo e la donna chiamati ad essere l’un per l’altro “aiuto”; creato, uomo e donna insieme, perché “non è bene che l’uomo sia solo”. Siamo stati fatti per la comunione, per l’unità nell’amore. Fatti per amare, che appunto significa diventare uno, “una sola carne”, una sola persona, una sola umanità. 

Tutto dunque si muove da un principio verso un fine che è la comunione, l’unità, l’armonia tra creature e Creatore. Siamo stati pensati nella prospettiva del noi e siamo in cammino “verso un noi sempre più grande”, chiamati insieme a costruire quella comunione di cui la coppia nel Matrimonio diventa segno-sacramento.

Quando questa armonia e comunione viene meno entra nel mondo la divisione che porta turbolenza, contrasto, così da sperimentare tensione, lotta fino ad aprire ferite che lacerano i rapporti tra uomo e donna , tra creato e umanità, tra umanità e Dio stesso. Solo la ricerca della comunione può aiutare l’umanità a crescere insieme in un giusto rapporto con il creato e il Creatore. Ecco perché la questione ambientale non può essere separata dalla questione sociale, dalle relazioni tra le persone. Siamo un tutt’uno. L’ecologia integrale di cui parla papa Francesco nella ‘Laudato si’ sta proprio nella capacità di coniugare la cura del creato con la cura delle relazioni sociali per generare armonia e fraternità, pace e giustizia sociale. Non ci basta un ambiente pulito, meno inquinato, ci occorre un ambiente fraterno: e più saranno fraterne e giuste le relazioni umane più sarà custodito anche l’ambiente. Ci occorre un ambiente fraterno dove sperimentare la bellezza di essere vivi, di riconoscersi provenienti da una stessa origine e chiamati a vivere insieme nel creato e con il creato una autentica fraternità universale.

Perché questo sia possibile occorre tornare al principio e al cuore. Tornare bambini perché “a chi è come loro appartiene il regno di Dio”. Curioso questo finale tra Gesù e i bambini. E’ un’indicazione preziosa. Solo tornando a un cuore di bambino, ciò pronto a fidarsi totalmente dell’altro, di Dio, del fratello, della sorella che abbiamo accanto, possiamo ritrovare la capacità di essere costruttori di unità e di comunione ovunque.

Oggi, dove tutti siamo tentati di sentirci supereroi, tornare bambini, più semplici e umili, più capaci di fiducia reciproca, più disponibili a costruire relazioni autentiche di amore, è la sfida per tutti.

 

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