sabato 3 luglio 2021

Profeti incompresi - XV domenica del tempo ordinario.

 

Il profeta incompreso. Questo ci presenta la Parola di Dio nella scena del Vangelo, con Gesù rifiutato nella sua patria. Ma anche nella figura di Ezechiele – nella 1 lettura - profeta inascoltato dalla sua gente e in Paolo che parla – nella 2 lettura - di oltraggi, difficoltà, persecuzioni, angosce, incontrate nella sua missione.

Profeti incompresi e rifiutati.

Tuttavia non abbandonati bensì sostenuti dalla Parola del Signore che manda (“Io ti mando”), dalla sua forza (“Ti basta la mia grazia”), dallo Spirito che guida e sostiene Gesù (“Lo Spirito del Signore è su di me”).

Per questo i profeti incompresi non si scoraggiano e nonostante tutto non smettono di annunciare, seminare, aprire squarci di futuro. “Sapranno che un profeta si trova in mezzo a loro”; “quando sono debole è allora che sono forte”, “si meravigliava della loro incredulità… e percorreva i villaggi d’intorno, insegnando”.

Guardando a questi profeti e direttamente a Gesù, la parola oggi ci invita a riflettere sui motivi di questa incomprensione, i motivi della chiusura, del rifiuto dell’ostilità verso il profeta, verso Gesù stesso.

Incomprensione e rifiuto che si ripetono ancora oggi. Per questo diventa importante capire perché ciò avviene.

Da dove vengono questi atteggiamenti di incomprensione?

Nella prima lettura si evidenzia una incomprensione di tutto il popolo definito come “una razza di ribelli, figli testardi e dal cuore indurito”. Ma soprattutto nel vangelo, nell’atteggiamento degli abitanti di Nazaret, vengono evidenziati i motivi forse più sottili e profondi oltre che sempre attuali.

“Rimanevano stupiti” davanti a Gesù ma nello stesso tempo scandalizzati: “era per loro motivo di scandalo”.

Che cosa li scandalizza? L’umanità, la familiarità di un Dio che abbandona il tempio ed entra nell’ordinarietà di ogni casa, diventando il ‘Dio domestico’. Rifiutano di riconoscere l’intervento di Dio attraverso una persona che per loro risulta ordinaria: “Non è costui il figlio del falegname…?”

L’incomprensione, che poi si traduce in rifiuto, nasce da preconcetti, idee distorte, presunzione di sapere tutto di quell’uomo e più ancora sapere tutto di Dio, di come deve essere e deve agire. Tutto ciò si traduce in chiusura verso chi non rientra nei parametri prestabiliti da loro, dalla loro mentalità ottusa e orgogliosa.

L’attenzione si sposta subito da Nazaret a noi, qui oggi.

Ogni qual volta ci chiudiamo dentro le nostre certezze e presunte sicurezze rischiamo di cadere nello stesso atteggiamento degli abitanti di Nazaret: incomprensione e rifiuto dell’altro, di chi appare diverso, di Dio stesso che è sempre oltre i nostri schemi e le nostre aspettative e che opera nella quotidianità e ordinari età e non tanto nella straordinarietà e nella grandezza.

Gesù anche oggi continuamente passa in mezzo a noi, annuncia la parola del Vangelo, continua la sua presenza attraverso tanti profeti che, pur nella loro debolezza, non si stancano di dare voce a Lui e di stimolarci a una vita nuova.

Sappiamo riconoscerlo? Sappiamo uscire dai nostri schemi mentali, dalle nostre abitudini e chiusure, per riconoscere, accogliere e ascoltare questi profeti?

Da Gesù ad oggi la storia è piena di profeti veri, spesso incompresi e rifiutati, diversi riconosciuti solo dopo la loro morte…

La Parola di oggi ci invita a uno sguardo nuovo, più attento e soprattutto ad ascoltare e accogliere chi ancora oggi parla a nome di Gesù dentro questa storia, attraverso quell’umanità debole e fragile che Dio ha voluto scegliere quale via per rivelarsi a noi.

“Siamo circondati da profeti, magari piccoli, magari minimi, ma continuamente inviati. E noi, come gli abitanti di Nazaret” non ascoltiamo, critichiamo, disprezziamo, rifiutiamo la novità di Dio che ci viene annunciata.

Ma di noi Dio non è stanco: è solo stupito. Stupito della nostra incredulità. Una incredulità che non ci permetterà mai di far fiorire nella nostra storia di oggi la buona notizia del Suo amore per noi. Ma Lui non si ferma: va e continua a insegnare, annunciare: i suoi segni di novità non vengono meno. Sta solo a noi aprire gli occhi, la mente e il cuore per accoglierlo.

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