sabato 19 dicembre 2020

Lui accorcia le distanze... e tu rallegrati! - Quarta domenica di AVVENTO

Nella Parola oggi ascoltata ritorna più volte il termine ‘casa’.

Nella prima lettura è Davide che, dopo tante battaglie, ora che ha una casa stabile vuole fare una casa anche al Signore dove abitare. Il profeta Natan lo aiuta a comprendere che di fatto sarà il Signore a fare una casa a lui e non tanto di pietre ma di persone: una discendenza che non avrà fine. E’ una promessa grande, promessa di un Dio che ama questa nostra fragile umanità e desidera prendere casa tra noi.

Promessa che nel Vangelo ascoltato trova compimento in Maria “promessa sposa di un uomo della casa di Davide di nome Giuseppe”.

Torna ancora il termine casa e tutta la scena si compie all’interno della casa di Nazaret dove Maria viveva le sue giornate.

In questi mesi di pandemia (che purtroppo è destinata ancora a continuare) abbiamo riscoperto il valore e l’importanza della casa, costretti a rimanerci maggiormente e non sempre senza fatica… Abbiamo anche riscoperto la bellezza e la possibilità di fare della casa anche il luogo della preghiera, della presenza di Dio in mezzo a noi così da ripensare alla famiglia come piccola chiesa che accoglie il Signore e gli fa spazio dentro le sue mura… Come Davide, come Maria…

Ma se leggiamo e ascoltiamo con attenzione la Parola ci rendiamo conto che c’è qualcosa di ancor più grande e bello. Torniamo al Vangelo. Attraverso l’angelo Dio entra nella casa di Maria. Entra in una casa qualunque e non nel santuario; nella sua cucina e non fra i candelabri d’oro del tempio. In un giorno ordinario, segnato però sul calendario della vita (nel sesto mese...). E la prima conseguenza di questa visita è la gioia: rallegrati! è la prima parola. Quale il motivo di questa gioia? Il solo fatto di essere entrato in casa sua? Anche. Ma c’è di più. Rallegrati piena di grazia: il Signore è con te.

Ecco la sorpresa, la novità. Non tanto Dio in casa, ma Dio in te: piena del suo amore gratuito, Lui è con te, abita in te, prende casa in te. “Sei riempita di cielo, non perché hai risposto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a te. E dice “sì” a ciascuno di noi, prima di ogni nostra risposta. Perché la grazia sia grazia e non merito o calcolo. Dio non si merita, si accoglie” scrive E.Ronchi.

E se lo accogliamo anche noi siamo resi la casa di Dio. Dio vuole stare di casa in noi, come lo è stato con Maria, vuole fasi Dio vicino, presente, Dio con noi, forza e sostegno, salvezza. Veramente “nulla è impossibile a Dio”. Sappiamo che nella sua fedeltà questo può compiersi.  Sappiamo anche che tutto ciò Lui sa realizzarlo in modo inaspettato, dentro la nostra pochezza e debolezza, dentro questa nostra storia segnata ancora da tanto male. A Lui nulla è impossibile.

Occorre tuttavia che anche noi, come Maria, pur colti come lei da sorpresa e stupore, arriviamo a dire il nostro: Sì. Eccomi. Ti faccio spazio. Sono disponibile a vivere secondo la Tua Parola perché questa Parola possa trovare casa in me. Possa di nuovo ritrovare carne attraverso la mia vita.

Allora si che Dio starà di casa nelle nostre case, nelle nostre famiglie se è di casa in noi, in ciascuno. Le nostre case, le nostre comunità diventano casa di Dio solo se ciascuno di noi è casa di Dio. Non basta che ci sia la comunità perché essa sia spazio della sua presenza…, come non basta ci sia una casa perché lì ci sia una piccola chiesa. Occorre che Lui sia accolto e presente in noi: noi facciamo della famiglia la sua casa, noi facciamo della comunità il luogo dove lui si rivela. Senza questo passo ‘personale’ di apertura, accoglienza, disponibilità alla Sua presenza Dio non può trovare spazio in mezzo a noi. Lui non vuole luoghi, templi o chiese, case o edifici: vuole uomini e donne che come Maria si aprano con fiducia alla sua Parola e accogliendolo lo sappiano rendere presente oggi. Questo è il dono grande del Natale: diventare casa di Dio.

 

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