sabato 1 febbraio 2020

Aprite le porte alla vita - Presentazione del Signore Gesù.


Festa della presentazione al Tempio. Quaranta giorni dopo Natale. Per non dimenticare che natale è solo un inizio: un inizio di luce, di vita che cresce e continua per sempre. Per non dimenticare che natale è un dono: una vita ricevuta che si fa vita offerta, giorno dopo giorno, in un crescendo di amore, di luce.
Ritorna questo messaggio di luce: si concentra su quel bambino divenuto “luce per rivelarti alle genti”, che viene ad illuminare la vita di tutti noi perché fiorisca quale vita ricevuta, offerta, donata per amore.
“Aprite le porte alla vita”: questa la frase scelta dai vescovi per la giornata nazionale per la Vita che oggi celebriamo.
Frase che possiamo coniugare in tre prospettive diverse ma al contempo complementari.
“Aprite le porte alla vita”: innanzitutto sono le porte di un Tempio come ci ricorda la festa di oggi, il vangelo e lo stesso salmo, che parlano di porte aperte per accogliere il Dio della vita che si rivela in Gesù. Diventa allora invito ad aprire le porte a Gesù stesso a riconoscerlo, come Simeone e Anna, ad accoglierlo tra le nostre braccia, nel tempio-santuario della nostra vita, Lui che della vita è l’autore ed è venuto a “prendersi cura” di ogni vita, come ci ha ricordato la seconda lettura.
“Aprite le porte alla vita”: diventa allora invito a riconoscere e accogliere ogni vita umana come dono prezioso. E’ quanto la Giornata per la Vita ogni anno ci ricorda. E’ invito ad accogliere ogni vita (da quella non ancora nata a quella in declino). Per questo ci è chiesto lo sguardo attento di Simeone e Anna, capace di riconoscere nella fragilità di un bimbo, nella debolezza dell’anziano, nella sofferenza del malato, in ogni vita, la luce di Dio. “I miei occhi hanno visto la tua salvezza”: in ogni vita c’è la salvezza di Dio, il suo Amore che non ci abbandona, la Sua presenza. E questo, a ben pensarci, ci deve portare ad abbattere ogni distinzione, barriera, differenza, tra gli esseri umani, che noi purtroppo per la nostra egoistica cecità andiamo ancor oggi a costruire.
Questo soprattutto ci chiama in causa per diventare capaci di “prenderci cura” di ogni vita. Prenderci cura gli uni degli altri, come Gesù fa verso ciascuno di noi. Prenderci cura della vita è aprire ad essa le porte del cuore, delle case, della comunità, della società imparando a dare il primo posto in particolare alla vita del debole e dell’indifeso invece che considerarla “scarto”.
“Aprite le porte alla vita”: da ultimo coniughiamo questa frase alla capacità di fare scelte di vita; scelte orientate a fare della nostra vita un dono. Oggi è anche la giornata di preghiera per la vita consacrata (religiosi, suore, monaci…) Uomini e donne che hanno scelto di fare della loro vita un’offerta d’amore, spesso silenziosa e nascosta, per Dio e per l’umanità tutta. Un dono totale di sé per il bene di tutti. Il loro esempio e richiamo sia sempre per tutti noi, e in particolare per i più giovani che stanno orientando le loro scelte, invito a scoprire che ciò che rende una vita bella, grande, vissuta e realizzata è la capacità di fare di questa vita un dono d’amore sempre, in ogni contesto, in ogni giornata.
Il Signore Gesù, luce di vita per tutti noi, ci illumini e sostenga sempre, soprattutto nei momenti più faticosi e difficili, perché abbiamo ad aprire a Lui le porte della nostra vita e attraverso Lui saperci accogliere gli uni gli altri così da riconoscere, amare e prenderci cura del dono più grande e prezioso che abbiamo ricevuto: la vita.


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