domenica 24 novembre 2019

Scommetti che... Gesù re dell'universo.


Scommetti che…: le nostre giornate e i nostri dialoghi sono spesso accompagnati da questa frase. Scommetti che vince l’Inter? Scommetti che domani ci sarà il sole? Scommetti che Tizio alla fine molla Tizia?....
Scommettere è, alla fine, prendere parte, mettersi da una parte piuttosto che da un’altra…
La festa di oggi la possiamo vivere come una scommessa…
Siamo al termine di una anno liturgico durante il quale come cristiani abbiamo seguito Gesù, passo passo.
Siamo pronti a scommettere per Lui? A riconoscere che alla fine è Lui che vince? Sì perché attribuire a Gesù il titolo di re, come oggi la chiesa fa, altro non è che riconoscere che è Lui il vincitore, che la sua vita, la sua Parola, le sue scelte sono vincenti.
E il brano di vangelo ci porta al momento cruciale, nel vero senso della parola…, dove siamo tutti chiamati ad assumere la nostra posizione, a prendere parte per Lui o contro di Lui, a scommettere dunque su chi vince veramente.
La frase centrale è una scritta: “Costui è il re dei Giudei”.Su questa affermazione i diversi personaggi sono chiamati a scommettere. Da una parte quanti lo deridono (la maggior parte): popolo, capi, soldati. Dall’altra malfattori/ladroni che in modo diverso prendono anch’essi posizione.
Il punto centrale su cui la scommessa si muove è: “se tu sei il re dei Giudei salva te stesso”. Salva te stesso: allora sì che ti riconosciamo vincente, re, Messia…
Ci siamo anche noi tra tutti questi personaggi; anche noi chiamati a prendere posizione. A scommettere.
Se sei Dio salva te stesso, salva noi, me, tutti, rendici la vita facile, liberaci da tutti i problemi… E’ la tentazione di scommettere su una logica di forza, di potere, di dominio..
Non a caso il vangelo ci presenta uno, l’unico, la minoranza, che vede Gesù con occhi diversi, che arriva a fidarsi di lui a scommettere su di Lui. Il cosiddetto buon ladrone, che probabilmente di buono aveva poco…, ma che alla fine sa decidere da che parte stare. Le sue parole ci dicono cosa ha visto in Gesù: uno che sta al nostro fianco, che condivide le nostre pene (“condannato alla stessa pena come noi”); uno che ha sempre fatto del bene (“egli non ha fatto nulla di male”); uno del quale ci si può fidare (“ricordati di me”) perché nonostante tutto lo si riconosce vincente (“quando sarai nel tuo regno”).
Scommettere su Gesù, riconoscerlo vincente, re, anche per noi cristiani significa oggi accostarci a lui come il buon ladrone.
Riconoscere in Lui il Dio che condivide le nostre pene, che fa bene ogni cosa, che non ci abbandona pensando solo a se stesso (salva te stesso), ma si perde per noi, si dona per salvarci con Lui nel suo regno, aprendoci le porte a una vita feconda, piena, realizzata.
Significa per noi riconoscere allora che ci si salva solo perdendoci, donandoci; che il più grande non è chi salva se stesso, ma salva gli altri donando se stesso. Gesù, aveva detto ai suoi discepoli che solo chi perde la sua vita la salva; ora sceglie di salvare se stesso perdendosi, donandosi e non scendendo dalla croce. Questa è la strada anche per noi: scegliere di vivere donandosi; perderci per ritrovarci e salvarci. Gesù capovolge la logica di potere e di forza che regge L’idea umana di re, di vincitore. Gesù vince perché si perde, condivide e così facendo salva gli altri e se stesso.
La chiesa, di cui ciascuno di noi è parte, scommette su Gesù, seguendo questa stessa strada, fino a perdersi per stare con quanti si sono persi e condividere così la presenza misericordiosa di Dio, far fiorire lì, dal basso, il suo Regno.
La festa di oggi dunque ci invita da una parte a ringraziare (2 lettura) Dio che in Gesù ci dona pienezza di vita. Dall’altra a sentirci uniti a Gesù; come dice la prima lettura: “noi siamo tue ossa e tua carne”, siamo uno con Te.
Questo non è altro che scommettere che con Lui e facendo come Lui possiamo generare una storia nuova, far fiorire il suo Regno che trova tutta la sua forza nell’amore che si dona, condivide e serve, si perde per far sì che tutti possano ritrovarsi, salvarsi, realizzare la propria vita. 
Tornando alla frase centrale: “Costui è il re dei Giudei”?. No, non solo: Gesù è il re dell’umanità, dell’universo, è il cuore della storia, perché è l’amore che non trattiene nulla e donando tutto salva tutti.

Nessun commento:

Posta un commento