sabato 29 settembre 2018

XXVI°domenicadel tempo ordinario


Una domenica densa di messaggi oggi. A partire dalla Parola di Dio, sempre centrale per noi cristiani che ci raduniamo per l’Eucaristia.
Oggi, su invito di papa Francesco, la chiesa celebra infatti la domenica della Parola, occasione per sentirci popolo radunato attorno al Verbo fatto Carne, in ascolto e nella gioia.
Il Salmo oggi proclama: “I precetti del Signore fanno gioire il cuore” e ancora “la legge del Signore è perfetta rinfranca l’anima”.
La Parola di Dio è sorgente di gioia e di vigore per chi la ascolta. Oggi, attraverso l’annuncio del vangelo che riprende il testo della prima lettura, siamo invitati a comprendere e a gustare l’agire di Dio che supera ogni confine da noi creato. Egli, con la forza del suo Spirito opera in tutti. Non ci sono “i nostri” e “gli altri”, i primi e i secondi, i vicini e i lontani… Una tentazione – a distinguere e a vivere di gelosia - dalla quale nemmeno i discepoli sono rimasti immuni. Davanti a Dio ogni uomo e donna è abitato e guidato dallo Spirito che sa suscitare cose belle, buone, vere in tutti, fosse anche solo un bicchiere d’acqua donato ai più piccoli!
Piuttosto la stessa Parola ci mette in guardia per non cadere nella reale possibilità di essere, con la nostra vita, i nostri gesti, le nostre parole, di scandalo, di inciampo per gli altri e in particolare i più deboli. Questo può verificarsi in diversi modi: non si tratta solo di scandali eclatanti e gravi quali la pedofilia, l’abuso delle persone, la violenza o l’uso indiscriminato delle ricchezze che crea oppressione e ingiustizia (come ci ricorda Giacomo nella seconda lettura), ma anche di giudizi e di gelosie che emarginano gli altri, più ancora dell’incoerenza tra fede e vita che ci porta a dirci cristiani ma poi a vivere non conformi al vangelo.
Proprio qui la Parola può svolgere un compito importante: fare luce. Luce su noi stessi, sul nostro pensiero e sul nostro agire, per arrivare così a “tagliare”, cioè a ripulire la nostra vita da tutto ciò che può essere di inciampo per gli altri, cosicché i nostri occhi, le nostre mani, i nostri piedi, il nostro cuore, tutta la nostra vita, possa essere sostegno, crescita nel bene, annuncio e testimonianza trasparente del Vangelo.
La Parola a questo ci guida. Occorre imparare sempre più a rivolgere ad essa il nostro cuore, i nostri occhi, le nostre orecchie per ascoltare, assimilare, vivere quella Parola che è uscita da Dio e si è fatta carne in Gesù e chiede oggi di vivere in noi.
Dobbiamo legarci ad essa sempre più. Papa Francesco, nell’Angelus del 5 marzo 2017, ha usato l’immagine del cellulare… la Bibbia come il cellulare: “se leggessimo i messaggi di Dio contenuti nella Bibbia come leggiamo i messaggi del telefonino, cosa succederebbe?”.
Sicuramente ci cambierebbe la vita, ci aiuterebbe a trovare luce, orientamento per le nostre scelte, ci donerebbe pace e gioia profonda così da vivere in modo nuovo le relazioni e gli impegni quotidiani.
Ridiamo il primato alla Parola di Dio. Sia personalmente che comunitariamente.
La nostra chiesa di Como sta vivendo da alcuni mesi il Sinodo: cammino comunitario di discernimento per scoprire dove e come il Signore ci chiama ad essere suo popolo.
Siamo nella fase di consultazione dove tutti – proprio perché tutti siamo guidati dallo Spirito, come ci ha detto la Parola di oggi – possiamo esprimere le nostre considerazioni, valutazioni e proposte per il cammino della nostra chiesa diocesana.
Tuttavia questo momento, che precede poi la fase di sintesi e di approfondimento di quanto emergerà, se vogliamo risulti costruttivo, deve essere vissuto proprio alla luce della Parola di Dio.
Nell’ascolto e nel confronto con la Parola saremo aiutati a discernere dove e come il Signore ci chiama a camminare insieme per essere oggi, qui in questo nostro territorio, annunciatori e testimoni della Sua misericordia.

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