Le immagini presenti nelle letture:
la traversata, la barca, il vento e la tempesta (vangelo); ancora: una caverna e la notte (1 lettura).
In esse vediamo i momenti di fatica, di crisi, di prova che ci accompagnano nella traversata della vita.
Le reazioni:
Elia (1
lettura) si chiude in se stesso; i discepoli diventano preda della paura. Tu?
Una domanda che nasce: ma Dio dov’è in questi momenti? Perché non lo percepiamo?
Forse i nostri occhi sono impediti e lo vedono più come un fantasma (Vg).
Oppure rischiamo di avere false attese nei suoi confronti, come Elia che pensava a un Dio forte potente come il vento, il fuoco, il terremoto.
Nel cammino della nostra vita invece Dio c’è come “un sussurro di brezza leggera”, parla nel silenzio e soprattutto è il presente, sempre. Così lo rivela a noi la Parola ascoltata.
Presente “subito”. “Subito Gesù parlò dicendo: ‘Coraggio sono io non abbiate paura’”. “Subito Gesù tese la mano e lo afferrò”.
Lui c’è e salva. Sta a noi riconoscerlo come Elia, sta a noi guardare a Lui e tendere a Lui con fiducia come Pietro. Quel Pietro tuttavia che quando il suo sguardo si distoglie da Gesù e ritorna al vento, alla tempesta, eccolo affondare. “Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni” (Giovanni XXIII). Pietro chiede consiglio alla paura e affonda.
Solo tenendo fisso lo sguardo su Gesù nostra speranza si riesce a cavalcare le acque, a vincere le sfide dalla vita.
“Signore salvami” “Davvero tu sei figlio di Dio”.
Sia anche la nostra preghiera perché ci doni lo sguardo autentico della fede, quello sguardo che sa fissare gli occhi su Lui, fidandosi della sua Parola, come ha fatto Maria.
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