sabato 30 maggio 2020

VIENI....respiro di Dio!

La Chiesa ha bisogno della sua perenne pentecoste.

Ha bi­sogno di fuoco nel cuore, di parole sulle labbra, di profezia nello sguardo. La Chiesa ha bisogno d'essere tempio dello Spirito Santo, di totale purezza, di vita interiore.

La Chiesa ha bisogno di risentire salire dal profondo della sua intimità personale, quasi un pianto, una poesia, una preghiera, un inno, la voce orante cioè dello Spirito Santo, che a noi si sostituisce e prega in noi e per noi «con gemiti ineffabili», e che interpreta il discorso che noi da soli non sapremmo rivolgere a Dio.

La Chiesa ha bisogno di riacquistare la sete, il gusto, la certezza della sua verità e di ascoltare con inviolabile silenzio e con docile disponibilità la vo­ce, il colloquio parlante nell'assorbimento contemplativo dello Spirito, il quale insegna «ogni verità».

E poi ha bisogno la Chiesa di sentir rifluire per tutte le sue umane facoltà, l'onda dell'amore che si chiama carità e che è diffusa nei nostri cuori proprio «dallo Spirito Santo che ci è stato dato».

Tutta penetrata di fede, la Chiesa ha bisogno di speri­mentare l'urgenza, l'ardore, lo zelo di questa carità; ha bisogno di testimonianza, di apostolato.

Avete ascoltato, voi uomini vivi, voi giovani, voi anime consacrate, voi fratelli nel sacerdozio? Di questo ha bisogno la Chiesa. Ha bisogno dello Spirito Santo in noi, in ciascuno di noi, e in noi tutti insieme, in noi Chiesa.

Sì, è dello Spirito Santo che, soprattutto oggi, ha bisogno la Chiesa.

Dite dunque e sempre tutti a lui: «Vieni!»

(Paolo VI, Discorso del 29 novembre 1972).


Nuovi orari

GIORNI FERIALI:

apertura ore 7.00  -  chiusura ore 18.45

Nb. Possibili brevi chiusure nel pomeriggio

per igienizzazione chiesa.

 

 

GIORNI FESTIVI:

ore 7.00 - 9.30 aperto

ore 9.30- 10.00 chiuso per igienizzazione chiesa

ore 10.00 - 11.30  APERTO

SOLO PER CHI PARTECIPA ALLA s.MESSA

NB. Prima e durante la s.Messa NON E’ CONSENTITO

entrare nella cappellina della Madonna

 

ore 11.30 - 12.00 chiuso per igienizzazione chiesa

ore 12.00 - 18.45 aperto

ore 18.45  chiusura

sabato 23 maggio 2020

"Io sono con voi". Sempre! - Ascensione del Signore

E.Ronchi, da Avvenire.


I discepoli sono tornati in Galilea, su quel monte che conoscevano bene. Quando lo videro, si prostrarono. Gesù lascia la terra con un bilancio deficitario: gli sono rimasti soltanto undici uomini impauriti e confusi, e un piccolo nucleo di donne coraggiose e fedeli.

Lo hanno seguito per tre anni sulle strade di Palestina, non hanno capito molto ma lo hanno amato molto. E ci sono tutti all’appuntamento sull’ultima montagna. Questa è la sola garanzia di cui Gesù ha bisogno. Ora può tornare al Padre, rassicurato di essere amato, anche se non del tutto capito. Adesso sa che nessuno di quegli uomini e di quelle donne lo dimenticherà. Essi però dubitarono...

Gesù compie un atto di enorme, illogica fiducia in persone che dubitano ancora. Non rimane ancora un po’, per spiegare meglio, per chiarire i punti oscuri. Ma affida il suo messaggio a gente che dubita ancora. Non esiste fede vera senza dubbi. I dubbi sono come i poveri, li avremo sempre con noi. Ma se li interroghi con coraggio, da apparenti nemici diverranno dei difensori della fede, la proteggeranno dall’assalto delle risposte superficiali e delle frasi fatte. Gesù affida il mondo sognato alla fragilità degli Undici, e non all’intelligenza di primi della classe; affida la verità ai dubitanti, chiama i claudicanti ad andare fino agli estremi della terra, ha fede in noi che non abbiamo fede salda in lui. A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra... Andate dunque. Quel dunque è bellissimo: dunque il mio potere è vostro; dunque ogni cosa mia e anche vostra: dunque sono io quello che vive in voi e vi incalza.

Dunque, andate. Fate discepoli tutti i popoli... Con quale scopo?

Arruolare devoti, rinforzare le fila?

No, ma per un contagio, un’epidemia di vita e di nascite. E poi le ultime parole, il testamento: Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Con voi, sempre, mai soli. Cosa sia l’Ascensione lo capiamo da queste parole. Gesù non è andato lontano o in alto, in qualche angolo remoto del cosmo, ma si è fatto più vicino di prima. Se prima era insieme con i discepoli, ora sarà dentro di loro. Non è andato al di là delle nubi, ma al di là delle forme. È asceso nel profondo delle cose, nell’intimo del creato e delle creature, e da dentro preme verso l’alto come forza ascensionale verso più luminosa vita: «Il Risorto avvolge misteriosamente le creature e le orienta a un destino di pienezza. Gli stessi fiori del campo e gli uccelli che egli contemplò ammirato con i suoi occhi umani, ora sono pieni della sua presenza luminosa» (Laudato si’, 100). Chi sa sentire e godere questo mistero, cammina sulla terra come dentro un tabernacolo, dentro un battesimo infinito.

 

(Letture: Atti 1,1–11; Salmo 46; Efesini 1,17–23; Matteo 28,16–20)


venerdì 22 maggio 2020

Richiesta di collaborazione e aiuto per la celebrazione delle S.Messe

In vista della ripresa delle celebrazioni in Santuario (domenica 31 maggio ore 10.30) desidero far presente a tutti voi le ‘novità’ che regolamenti e protocolli hanno portato per celebrare in sicurezza.

In particolare: il numero limitato di posti (solo 45 in Santuario), le distanze da rispettare, la necessità di evitare assembramenti dentro e fuori della chiesa. Inoltre, a celebrazione ultimata, la pulizia e l’igienizzazione degli spazi e degli arredi.

Per far fronte a queste ‘novità’ chiedo collaborazione e aiuto.

Necessitano almeno DUE persone per garantire il corretto afflusso dei fedeli (presenti sul posto alle ore 10.00) e altre DUE per aiutare nella pulizia dopo la Messa (disponibili a fermarsi fino alle ore 12 circa).

Chi vuole rendersi disponibile è invitato a dare il proprio nominativo telefonando o mandando messaggio al mio numero (345 4403829; nb. entro il venerdì precedente la festa!) specificando il giorno festivo in cui essere presente e il tipo di servizio (accoglienza fedeli o pulizia) che si intende offrire. In base alle disponibilità organizzerò un calendario festivo e vi darò conferma del vostro turno.

Forse anche questo aspetto molto concreto può aiutarci a renderci tutti più attivamente partecipi nel vivere le nostre celebrazioni comunitarie. Un GRAZIE di cuore a tutti, sia a coloro che potranno dare la loro disponibilità, sia a quanti, più lontani, ci sostengono con il loro ricordo e interessamento.

sabato 16 maggio 2020

Graduale ripresa delle celebrazioni


A seguito della COMUNICAZIONE del VICARIATO di Lenno-Menaggio (vedi sotto) di cui il Santuario del Soccorso è parte, presso il SANTUARIO della B.V. del SOCCORSO la prima celebrazione eucaristica si terrà DOMENICA 31 MAGGIO solennità di Pentecoste alle ore 10.30.

Il numero di persone che potranno essere accolte all’interno della chiesa è di 45, nel rispetto delle norme stabilite: con mascherina, mani igienizzate, senza febbre (37,5°) o precedenti contatti con persone positive, con distanza di sicurezza di 1,5 m.

Da quella data le celebrazioni dell’eucaristia riprenderanno anche nei giorni feriali (ore 17.00 dal lunedì al venerdì e ore 10.30 al sabato).

Si fa presente che per garantire la pulizia e l’igienizzazione del Santuario vi potranno essere momenti di chiusura dello stesso durante la giornata e prima della celebrazione della Messa.

Altre informazioni in seguito.

Con l’augurio di continuare nuovamente insieme un cammino mai interrotto di fede e di comunione sotto la guida dello Spirito e della Parola.

d.sergio

COMUNICATO DEL VICARIATO DI LENNO-MENAGGIO

Carissimi fedeli delle Parrocchie nel Vicariato di Lenno e Menaggio, da molte settimane affrontiamo con fatica e buona volontà l’emergenza sanitaria. Continueremo a farlo con sensibilità cristiana alla cura della fede e con attenzione alla custodia della salute di tutti.

DISPOSIZIONI MINISTERIALI E DIOCESANE

Con il protocollo siglato dal Ministero dell’Interno e dalla Conferenza episcopale italiana il 7 maggio 2020 si è aperta la strada per la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo.
Il Vescovo di Como in data 14 maggio ci ha offerto le disposizioni diocesane per l’attuazione delle misure previste dal Protocollo per le celebrazioni liturgiche con il popolo, in vigore dal 18 maggio 2020 (vedi http://www.diocesidicomo.it/).
Ci prepariamo ad applicare le disposizioni governative, che richiedono di predisporre adeguatamente l’ambiente della chiesa e di organizzare l’accoglienza delle persone in riferimento a tre precisi principi:
• la sanificazione degli ambienti
• il distanziamento sociale
• la protezione individuale

L’applicazione di queste norme richiede grande responsabilità.
Il Vescovo Oscar Cantoni, raccomanda «… ai fedeli che potranno partecipare alla celebrazione eucaristica, nel rispetto del distanziamento dovuto, di guardare l’altro non come una minaccia da cui difendersi, ma come un fratello da accogliere e con cui pregare il Padre comune». Ci invita anche ad aver «cura di salvaguardare la celebrazione come tempo sacramentale di incontro con Dio, così che i fedeli non siano solo preoccupati di osservare le vigenti norme di tutela sanitaria, pur necessarie, ma di curare anzitutto le disposizioni interiori proprie del culto».

NEL VICARIATO
Il Vicariato di Lenno e Menaggio è costituito da 17 Parrocchie (Colonno, Sala, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante, Menaggio, Croce, Nobiallo, Loveno, Grandola, Naggio, Bene Lario, Plesio, Barna, Acquaseria, S. Maria), radunate in 7 comunità pastorali.
Dopo un confronto con le istituzioni civili e con medici esperti che confermano il momento ancora critico per il nostro territorio, a motivo della percentuale di positivizzazione ancora molto alta; sentito il Vescovo Oscar che ci incoraggia alla prudenza,
tutti i parroci hanno deciso la data del
30 MAGGIO 2020 (vigilia di Pentecoste)
per l’inizio della ripresa graduale
delle celebrazioni nelle chiese

riservandosi una verifica dell’andamento dei contagi sul territorio,
a seguito della fase di riavvio delle attività.

Il Vicario foraneo don Italo Mazzoni; con i Parroci don Mario Zappella, don Luca Giansante,
don Pierino Riva, don Daniele Crosta, don Guido Locatelli, don Michele Parolini; e don Sergio Tettamanti

"Voi sarete in me, io in voi; mai orfani" - Sesta domenica del tempo pasquale

E’ l’ultima domenica del tempo pasquale prima delle feste dell’Ascensione e della Pentecoste. La Parola ascoltata sembra voler mettere in evidenza Colui che è il protagonista di questo tempo della Pasqua: lo Spirito santo.

Nel vangelo – siamo nel contesto dell’ultima cena – Gesù afferma di voler pregare il Padre perché conceda anche a noi lo Spirito: “io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito”.

Questo ci fa comprendere innanzitutto che lo Spirito santo è un dono; il dono del Padre e del Figlio. Dono che nella preghiera va chiesto al Padre che lo effonde gratuitamente su quanti lo invocano.

In cosa consiste questo dono?

Gesù definisce lo Spirito “un altro Paraclito”. Paraclito è Colui che sta vicino per difendere, custodire. Un “altro” perché prende il posto di Gesù stesso pastore e custode delle nostre anime. Lo Spirito dunque continua in noi “per sempre” la presenza di Gesù rimanendo “con noi”.

E’ poi chiamato “lo Spirito della verità”: Colui cioè che illumina e dà orientamento alla nostra vita aprendola a ciò che è vero, buono e bello. Chi si chiude a Lui – il mondo, cioè chi lo rifiuta – non lo può ricevere e conoscere.

Ma soprattutto lo Spirito è Colui che “rimane presso di voi e sarà in voi”. E’ la vita stessa del Padre e del Figlio che è posta in noi, nei nostri cuori. Nel nostro cuore non scorre solo sangue, ma lo Spirito consolatore di Dio.

Per questo Gesù può affermare: “Non vi lascerò orfani”.

Si resta orfani quando muore un padre. La morte in croce di Gesù non lo allontana da noi, anzi, attraverso di essa il Padre gli dona la vita senza fine così che “io vivo e voi vivrete”.

Con la Pasqua si attua una comunione così profonda tra Gesù e noi che viene realizzata dallo Spirito dato in dono. Mai orfani: sempre abitati e amati da Dio in ogni momento della nostra vita, anche nelle prove, nelle sofferenza, nel momento stesso della morte; Lui è Padre che non ci abbandona; anzi ha posto in noi la sua stessa vita, lo Spirito d’amore.

Questo dono d’amore cosa chiede a noi? Solo accoglienza.

Il vangelo si apre e si chiude con un duplice richiamo a un amore accogliente. “Se mi amate osserverete i miei comandamenti”, e alla fine del brano: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Questo manifestarsi altro non è che il dono dello Spirito.

Un amore che si traduce in ascolto della sua Parola e nel seguire giorno dopo giorno la sua strada, ci rende sempre più pronti ad accogliere il dono dello Spirito del Padre e del Figlio.

La vita cristiana è entrare in questa relazione d’amore che ci assicura che non siamo mai soli, mai orfani, ma sempre abitati dalla presenza dello Spirito.

Ecco perché Pietro nella sua lettera ci invita: “adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori”. Adorare è riconoscere con umiltà e gioia una Presenza d’amore che ci supera e che ci avvolge.

Tuttavia aggiunge subito: “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”.

E’ un chiaro invito alla testimonianza, al comunicare a tutti Colui che abbiamo conosciuto, amato e accolto nella nostra vita.

E’ la testimonianza che Filippo e i primi apostoli portano in mezzo alla gente, così come ci ricorda la prima lettura, e che diventa la via che apre la strada perché lo Spirito si effonda su tutti. Nel libro degli Atti c’è una diffusione dello Spirito santo proprio grazie all’annuncio e alla testimonianza del Vangelo.

Anche noi come loro oggi siamo chiamati – personalmente e come comunità – a testimoniare “la speranza che è in noi”, quella speranza che è Gesù stesso che abita in noi attraverso il dono dello Spirito.

E’ il pressante invito che papa Francesco non si stanca di rivolgere alla chiesa tutta: uscire, portare tra la gente, soprattutto tra chi è più piccolo, povero, disperato, la bella notizia di un Dio che non ci vuole orfani, ma figli amati per sempre e abitati dalla sua presenza.

E’ una testimonianza che va offerta certo con le parole, ma soprattutto con la nostra vita attraverso uno stile di “dolcezza e rispetto” verso tutti, anche verso coloro che non ci capiscono, ci oltraggiano e ci deridono.

Come possono capire le persone che incontriamo che sono amate da Dio? Solo attraverso parole e gesti che sappiano dire loro questo amore concreto. Solo attraverso la nostra vita che si apre alla solidarietà, all’attenzione per l’altro, alla condivisione di ciò che siamo e abbiamo; solo con gesti di perdono e di pace, di riconciliazione e di amore concreto.

Adora Cristo che abita nel tuo cuore con il suo Spirito; porta Cristo ovunque e a chiunque diventando testimone della sua presenza nella tua vita.

Questa la vita cristiana; questa la missione della chiesa.