martedì 15 agosto 2023

Guarda la stella! - Assunzione della B.V. Maria

 

Una festa segnata, per le nostre comunità, dal lutto per la morte di don Giuseppe.

Una festa tuttavia che dona luce e speranza pur davanti alla morte. Una festa quindi per pensare, riflettere, ringraziare e gioire.

Ricordiamo oggi la morte di Maria come dormizione e ‘transito’. Il transito di Maria.

Dopo la traversata della vita (vg. di domenica) la morte non spegne con la parola fine ogni nostro umano desiderio e sforzo, ma apre al transito, al passaggio, all’assunzione.

Tutti termini per dire “Pasqua”, appunto passaggio come ci ricorda la seconda lettura. Perché questo passaggio si è reso possibile proprio per la Pasqua di Cristo, il figlio di Dio “risuscitato dai morti primizia di coloro che sono morti”.

In Gesù Dio si è fatto uomo, ha assunto la nostra umanità, a iniziare dal grembo di Maria, e questa umanità, così preziosa e benedetta, è chiamata quindi ad essere assunta in Dio, a trovare in lui la piena realizzazione.

E’ quanto anche il brano dell’Apocalisse vuole sottolineare: in quella donna vestita di sole, incinta di vita, splendente e gloriosa, vincente sulle forze del male è dipinto il destino di ciascuno di noi e dell’umanità intera in cammino, pur in mezzo alle lotte di questa vita, verso la meta finale.

Meta che oggi vediamo realizzata in Maria. Non come il finale di una bella favola, ma come certezza e realtà destinata a compiersi anche per noi grazie a Cristo: “ciascuno nel suo ordine…L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi”.

Maria, che già condivide questo destino di gloria, quale madre non fa altro che indicarci la strada, la via da percorrere per giungere anche noi a questo obiettivo.

Perché se tutto ciò è dono e grazia, questa grazia deve trovare spazio, essere accolta e lasciata agire in noi, come Maria ha fatto.

Questo vuol dire vivere in pienezza la nostra umanità puntando alla giusta meta, all’obiettivo per il quale siamo al mondo: Dio.

Peccato, nella sua radice greca, significa “sbagliare il bersaglio, l’obiettivo” con conseguente fallimento.

Oggi dobbiamo allora chiederci: qual è l’obiettivo della mia vita? Verso dove sto orientando le mie capacità, il mio tempo, tutte le mie energie umane e spirituali?

Maria, accolta in lei la presenza del Dio fatto uomo, ha vissuto, come ci ricorda il vangelo oggi, “Magnificando Dio”. Magnificare significa fare grande. Ma come può la piccola creatura fare grande il suo Creatore? Tu fai grande Dio nella misura in cui gli dai tempo e cuore. Tu fai piccolo Dio nella misura in cui Lui diminuisce nella tua vita. Magnificare: fare grande Dio e non fare grande se stessa.

E tu? E noi? Chi magnifichiamo? Se fai grande Dio, vivendo nel suo amore, secondo la sua Parola, con la forza della sua misericordia, Lui farà grande te. Ti condurrà a non fallire il bersaglio, alla meta, alla comunione definitiva con Lui, come ha fatto con Maria.

Ecco allora l’invito che la festa odierna ci rivolge. Vivere con lo sguardo all’obiettivo giusto. Guardare in alto, a Maria che sta davanti a noi come meta e come strada.

Oggi si guarda troppo ai piedi, a noi stessi: è per questo che andiamo a sbattere già in questa vita non riconoscendo più chi ci è accanto e tanto meno Colui che della vita è il senso.

Alziamo lo sguardo. Guardiamo, nel buio della notte che ci circonda, le stelle.  Non ci sono solo le stelle cadenti; c’è una stella fissa che brilla per noi: Maria. Tendiamo a quell’orizzonte di gloria e di bellezza che ci sta davanti, perché anche la nostra vita diventi sempre più luminosa e bella.

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