C’è come un’urgenza, un appello nelle
letture di oggi. Un invito si ripete, una voce forte risuona: “Alza la voce con forza, alza la voce non
temere”, “Voce di uno che grida”.
Questa voce, che trapassa la storia: dal
profeta Isaia è ripresa da Giovanni Battista, e oggi risuona in mezzo a noi.
Non è voce di guai, non è voce che incute timore e paura. Ascoltiamola.
“Consolate
consolate il mio popolo… Parlate al cuore… ditele che la tribolazione è finita,
la colpa scontata… Il Signore Dio viene”.
“Il
Signore è magnanimo”,
annuncia Pietro “non vuole che alcuno si
perda”.
“Viene
dopo di me colui che è più forte di me, vi battezzerà (vi immergerà) nello Spirito santo”.
E’ voce che annuncia liete notizie. E’ voce
che invita a riconoscere che nella storia c’è un nuovo inizio, una novità: “Inizio del vangelo” inizio di una buona
notizia destinata a provocare “nuovi cieli
e una terra nuova”.
C’è una novità dentro la storia, dentro la
nostra vita. Ecco il messaggio che la voce annuncia. Una novità che può portare
speranza, pace, serenità, pienezza di vita. Questa novità è “Colui che viene e che è più forte”, è il
“Signore Dio”.
Nulla c’è di più nuovo di Lui; perché Lui è
il futuro già presente. E’ il compiersi del nostro passato; è il Presente che
rinnova ogni cosa.
Questi è colui che aspettiamo nell’avvento;
o meglio Colui che già in mezzo a noi, siamo invitati a riconoscere e ad
accogliere.
“Preparate
la via al Signore”
dice la voce. E’ un’opera di abbassamento, di innalzamento, di decisione a
spianare e raddrizzare sentieri. I sentieri del cuore troppo persi alla ricerca
di false novità. I muri dell’odio da abbattere, fratelli e sorelle da
risollevare e innalzare, da strappare fuori da valli di lacrime. Quel
prepotente orgoglio che si leva dal nostro nulla, da demolire. E’ tutto un
lavoro di conversione, ovvero di ‘svolta a u’, di totale ribaltamento di una
vita impostata su pensieri, logiche, scelte che portano solo a generare vuoti,
valli incolmabili di divisioni, muri enormi di separazioni. “Preparate la via”. Solo “allora si rivelerà la gloria del Signore”:
la sua bellezza, la sua grandezza, il suo amore che fa nuove tutte le cose.
Noi tanto desiderosi del nuovo, noi sempre
alla ricerca di novità e mai sazi perché mai soddisfatti di ciò che ci viene
propinato come nuovo, ma di fatto è solo riciclo di già visto e sentito. Noi
uomini e donne stanchi di una vita vecchia, desiderosi di cambiare, in attesa
di cieli e terra nuovi, sentiamo che non ci appagano le illusorie novità che il
mondo propone. Sappiamo – e ce lo conferma la Parola - che il nuovo è possibile, ma che non potrà
mai fiorire se non gli prepariamo la strada.
Il nuovo è già qui dentro questa nostra
storia. E’ già qui presente in ciascuno di noi, nella parte più profonda del
nostro essere. E’ venuto e rimane con noi sempre e ci ha immersi nel suo
Spirito. E’ nascosto dentro le ferite e le pieghe del nostro vissuto di ogni
giorno. Chiede a noi, grida a noi la voce: “preparate
la via”. Come possiamo?
Innanzitutto imparando a scorgere questa
novità di Dio dentro la storia, dentro di noi. Una novità che non fa clamore,
che è nascosta dentro la vita quotidiana e le fatiche di ogni giorno, che è
presente ovunque ci sono uomini e donne capaci di parole, gesti, scelte contrassegnate
dall’amore, dalla verità, della sincera ricerca del bene, della pace, della
riconciliazione.
E’ pieno il mondo della novità di Dio.
Occorre saperla riconoscere. Sono pieni i cuori delle persone; di tutte le
persone, di ogni religione e cultura: occorre imparare a prestare attenzione.
Novità che si nasconde come seme, novità che non ha bisogno di annunci, di
pubblicità, di clamore. Nel segreto della vita e dei cuori, nell’intimo delle
coscienze essa opera. Riconoscere ciò è già preparare la via al suo
manifestarsi e attuarsi.
Occorre poi anche vivere nella novità e per
la novità. Con il coraggio dell’andare controcorrente (come Giovanni il
Battista). Con l’audacia di scelte che facciano fiorire quell’ “inizio del vangelo”, quella lieta
notizia che ancora oggi attende di essere annunciata e vissuta. Scelte di
consolazione (“Consolate, consolate”);
scelte di nuovi linguaggi (“parlate al
cuore”); scelte di pace di riconciliazione (“fate di tutto perché Dio vi trovi in pace”). Con le nostre scelte
permettiamo alla novità di Dio di manifestarsi dentro la storia e collaboriamo
a generare quei nuovi cieli e quella terra nuova che fin d’ora siamo chiamati a
costruire qui dentro questa terra vecchia così chiusa su se stessa da dimenticare
che esiste il cielo.
Avvento di novità dunque. Dobbiamo crederci.
Essa è sicura; presente in quell’ inizio
del vangelo di Gesù. Ma dobbiamo anche farla fiorire in mezzo a noi. Essa
ci interpella tutti; come voce che grida nel nostro deserto: “preparate la via perché ogni uomo possa
vedere la salvezza del Signore”. Come cristiani abbiamo il dovere di essere
portatori come Giovanni il Battista, in ogni nostra giornata, con la voce e con
le opere, della novità di Dio.
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