Ancora Natale… anche quest’anno. Cosa ci
dice questa festa oggi?
Con questa domanda poniamoci di fronte alla
Parola di Dio che nella sua ricchezza, bellezza e semplicità, più che una
rievocazione dei fatti sembra essere un invito: c’è un’occasione da non perdere…
Il Natale è un’occasione da non perdere,
più che una festa da ripetere. L’occasione da non perdere è quella di riuscire
a vedere, ascoltare e accogliere.
Vedere nella notte, in profondità.
“Il
popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”. Un popolo in crisi
quello di cui parla il profeta. Ed era così anche al tempo della nascita di
Gesù, come ci ha ricordato il vangelo della nascita in questa notte.
Anche oggi, sia la prima lettura che il
vangelo insistono sul verbo vedere: “Le
sentinelle vedono con gli occhi il ritorno del Signore.. tutti i confini della
terra vedranno la salvezza del nostro Dio”. “Noi abbiamo contemplato la sua
gloria… Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito è lui che lo ha
rivelato”.
Occorre dunque saper vedere in profondità.
C’è uno sguardo puramente umano, materiale.
Ma è possibile anche uno sguardo profondo, interiore, spirituale cioè mosso
dallo Spirito.
La realtà in cui viviamo immersi è una,
identica, uguale per tutti; ma il modo di vederla e di affrontarla può essere
diverso.
Ecco l’occasione che il Natale ci offre:
occhi nuovi per vedere oltre.
Per vedere stelle nel buio, per vedere
amore dove serpeggia odio, egoismo, falsità… Per vedere Dio, quel Dio con noi,
che è entrato in questa storia, la abita, è in essa il Presente.
Saper vedere Lui è vedere la speranza, è
vedere orizzonti di novità e di riuscita, è percepire che si può vivere
diversamente, con nuove scelte, con una impostazione diversa di vita.
Dalla crisi in cui siamo immersi
(economica, ma non solo… soprattutto di valori e di vita) dobbiamo imparare
proprio questo. Un nuovo sguardo, che ci aiuti a vedere tutto il positivo che
c’è, e un nuovo modo di vivere, che ci aiuti a sviluppare e far crescere il
positivo, la novità.
Ma abbiamo bisogno anche di imparare di
nuovo ad ascoltare: occhi che sanno guardare in profondità e orecchie che di
nuovo sanno mettersi in ascolto. La Parola chiede ascolto. C’è “un messaggero di buone notizie che annunzia
la salvezza”. “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva
parlato ai padri…in questi giorni ha
parlato a noi per mezzo del Figlio”. “In principio era il Verbo (la Parola)
e il Verbo era presso Dio e il Verbo era
Dio”.
Natale è accogliere –come Maria – quella
Parola che è da principio, che è il principio di tutto e a tutto dà senso,
luce, vita.
In Gesù, Parola del Padre, Dio ci ha detto
tutto di Lui, si è pienamente manifestato a noi Non c’è altra rivelazione da
attendere, non ci sono altri messaggi da aspettare. Tutto ci è già stato detto:
la Parola brilla, illumina le nostre tenebre. Occorre ascoltarla, accoglierla
in noi, lasciarci da essa illuminare e guidare.
Questa Parola deve tuttavia prendere carne
nella nostra vita. “Il Verbo si fece
carne e venne ad abitare in noi”.
Ecco allora che oltre a occhi e orecchie,
occorre anche un cuore nuovo, un cuore disponibile a lasciarsi invadere da una
Presenza che rinnova e dona dignità e bellezza. “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”.
Il Natale, se ci trova con occhi attenti,
orecchie aperte e cuore disponibile, ci rivela chi veramente siamo: figli amati
nel Figlio. Non più soli, abbandonati, scoraggiati, ma amati, abitati,
accompagnati, sostenuti. “Nascesse Cristo
mille volte a Betlemme ma non nel tuo cuore, sei perduto in eterno” scrive
un mistico cristiano.
Dio si è fatto uomo in Gesù, perché l’uomo
diventi Dio. Questo è il grande mistero che celebriamo e che siamo soprattutto
invitati ad accogliere e vivere. E’ l’occasione che si rinnova anche quest’anno
e chiede solo di non essere sprecata, ma accolta.
C’è una luce dentro le nostre tenebre; c’è
una Parola di verità dentro le nostre vuote parole; c’è una Presenza d’amore
dentro la nostra storia personale, dentro la nostra umanità.
Ecco dunque il regalo di Natale che dobbiamo
chiedere: donaci occhi nuovi, donaci capacità di ascolto e di accoglienza della
tua Parola, donaci un cuore capace di fare spazio alla tua Presenza.
Regalaci in questo Natale occhi, orecchie e cuore che ti sappiano
riconoscere, ascoltare e accogliere in ogni giorno, in ogni uomo e donna, in
ogni creatura. Nel pane e nel vino che benediciamo sappiano vedere e incontrare
te, Dio che fin dalla mangiatoia ci inviti a nutrire la nostra vita con la Tua
Presenza.
Solo così saremo colmi di gioia duratura; anche le nostre mani sapranno
di nuovo aprirsi in gesti di dono, di perdono, di pace; tutta la nostra vita,
accogliendoti, verrà pienamente illuminata dalla Tua presenza che porta, per
ogni uomo e donna, il dono della vera pace.
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