mercoledì 24 dicembre 2014

Natale del Signore Gesù



Ancora Natale… anche quest’anno. Cosa ci dice questa festa oggi?
Con questa domanda poniamoci di fronte alla Parola di Dio che nella sua ricchezza, bellezza e semplicità, più che una rievocazione dei fatti sembra essere un invito: c’è un’occasione da non perdere…
Il Natale è un’occasione da non perdere, più che una festa da ripetere. L’occasione da non perdere è quella di riuscire a vedere, ascoltare e accogliere.

Vedere nella notte, in profondità.
“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”. Un popolo in crisi quello di cui parla il profeta. Ed era così anche al tempo della nascita di Gesù, come ci ha ricordato il vangelo della nascita in questa notte.
Anche oggi, sia la prima lettura che il vangelo insistono sul verbo vedere: “Le sentinelle vedono con gli occhi il ritorno del Signore.. tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio”. “Noi abbiamo contemplato la sua gloria… Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito è lui che lo ha rivelato”.
Occorre dunque saper vedere in profondità.
C’è uno sguardo puramente umano, materiale. Ma è possibile anche uno sguardo profondo, interiore, spirituale cioè mosso dallo Spirito.
La realtà in cui viviamo immersi è una, identica, uguale per tutti; ma il modo di vederla e di affrontarla può essere diverso.
Ecco l’occasione che il Natale ci offre: occhi nuovi per vedere oltre.
Per vedere stelle nel buio, per vedere amore dove serpeggia odio, egoismo, falsità… Per vedere Dio, quel Dio con noi, che è entrato in questa storia, la abita, è in essa il Presente.
Saper vedere Lui è vedere la speranza, è vedere orizzonti di novità e di riuscita, è percepire che si può vivere diversamente, con nuove scelte, con una impostazione diversa di vita.
Dalla crisi in cui siamo immersi (economica, ma non solo… soprattutto di valori e di vita) dobbiamo imparare proprio questo. Un nuovo sguardo, che ci aiuti a vedere tutto il positivo che c’è, e un nuovo modo di vivere, che ci aiuti a sviluppare e far crescere il positivo, la novità.

Ma abbiamo bisogno anche di imparare di nuovo ad ascoltare: occhi che sanno guardare in profondità e orecchie che di nuovo sanno mettersi in ascolto. La Parola chiede ascolto. C’è “un messaggero di buone notizie che annunzia la salvezza”. “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri…in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. “In principio era il Verbo (la Parola) e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”.
Natale è accogliere –come Maria – quella Parola che è da principio, che è il principio di tutto e a tutto dà senso, luce, vita.
In Gesù, Parola del Padre, Dio ci ha detto tutto di Lui, si è pienamente manifestato a noi Non c’è altra rivelazione da attendere, non ci sono altri messaggi da aspettare. Tutto ci è già stato detto: la Parola brilla, illumina le nostre tenebre. Occorre ascoltarla, accoglierla in noi, lasciarci da essa illuminare e guidare.

Questa Parola deve tuttavia prendere carne nella nostra vita. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in noi”.
Ecco allora che oltre a occhi e orecchie, occorre anche un cuore nuovo, un cuore disponibile a lasciarsi invadere da una Presenza che rinnova e dona dignità e bellezza. “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”.
Il Natale, se ci trova con occhi attenti, orecchie aperte e cuore disponibile, ci rivela chi veramente siamo: figli amati nel Figlio. Non più soli, abbandonati, scoraggiati, ma amati, abitati, accompagnati, sostenuti. “Nascesse Cristo mille volte a Betlemme ma non nel tuo cuore, sei perduto in eterno” scrive un mistico cristiano.
Dio si è fatto uomo in Gesù, perché l’uomo diventi Dio. Questo è il grande mistero che celebriamo e che siamo soprattutto invitati ad accogliere e vivere. E’ l’occasione che si rinnova anche quest’anno e chiede solo di non essere sprecata, ma accolta.
C’è una luce dentro le nostre tenebre; c’è una Parola di verità dentro le nostre vuote parole; c’è una Presenza d’amore dentro la nostra storia personale, dentro la nostra umanità.

Ecco dunque il regalo di Natale che dobbiamo chiedere: donaci occhi nuovi, donaci capacità di ascolto e di accoglienza della tua Parola, donaci un cuore capace di fare spazio alla tua Presenza.
Regalaci in questo Natale occhi, orecchie e cuore che ti sappiano riconoscere, ascoltare e accogliere in ogni giorno, in ogni uomo e donna, in ogni creatura. Nel pane e nel vino che benediciamo sappiano vedere e incontrare te, Dio che fin dalla mangiatoia ci inviti a nutrire la nostra vita con la Tua Presenza.
Solo così saremo colmi di gioia duratura; anche le nostre mani sapranno di nuovo aprirsi in gesti di dono, di perdono, di pace; tutta la nostra vita, accogliendoti, verrà pienamente illuminata dalla Tua presenza che porta, per ogni uomo e donna, il dono della vera pace.

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