“Abbiamo faticato tutta la notte ma non abbiamo preso nulla”. C’è un gruppo di uomini, prima ancora che di discepoli, che dopo aver pescato tutta la notte non portano a casa nulla. Come siamo loro simili. La nostra vita rischia a volte di essere un continuo affannarci senza portare a casa nulla. L’esperienza del fallimento, in un modo o nell’altro, ci tocca un po' tutti, nei diversi ambiti della vita: sul lavoro, nelle relazioni, negli impegni della vita… In quei momenti siamo portati a chiuderci, a sentirci inutili, a gettare la spugna.
E invece proprio lì, in quella faticosa e dolorosa situazione c’è qualcuno che ha una Parola da rivolgerci. “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca.” Un invito a riprovare, a ricominciare ancora, nonostante tutto. Una Parola sicuramente strana, che suona quasi come assurda, impossibile. Eppure…
“Non abbiamo preso nulla ma sulla tua Parola getterò le reti”. Sulla tua Parola. “Fecero così e presero una quantità enorme di pesci”.
«Prendi il largo. Sulla tua parola». “Prendi il largo, non ti arenare sulle delusioni, impara ad andare oltre i fallimenti, gli scoraggiamenti, le stanchezze: prendi il largo con me, ti accompagno io. Sulla tua parola, Signore: non ci capisco niente, sono confuso, ma sento incredibilmente che di Te mi posso fidare, che posso rischiare e darti una possibilità, anche se mi chiedi l’impossibile”. (d.Luigi V.)
Quella sua Parola che apparentemente va contro ogni logica umana. Simone lo sapeva bene da pescatore esperto qual era: di notte si deve pescare non di giorno. Eppure “sulla tua Parola getterò le reti” anche se mi sembra di fare cosa assurda, inutile. “Presero una quantità enorme”. L’obbedire a una Parola che va contro le logiche umane del successo, del profitto, per seguire una logica differente che è quella del Vangelo, alla fine porta a trovare la pienezza e la vera riuscita.
Ecco la strada che ci viene indicata da questa pagina del vangelo di oggi. Il luogo dell’insuccesso e della nostra sconfitta, se abitato dalla Parola di Dio, diviene luogo di vita e di abbondanza.
La mia, la tua vita; la vita delle nostre comunità cristiane e di questa nostra società. Nonostante i tanti fallimenti può tornare ad essere feconda, ricca di frutti buoni, di opere di riconciliazione e di pace, se sulla Sua Parola impariamo a confidare e a lasciarci guidare.
Questo può sembrare impossibile. Soprattutto siamo portati subito a pensare: Chi sono io per riuscire a fare questo? Tutti noi infatti scopriamo la nostra inadeguatezza, il nostro limite, il nostro peccato. Come Isaia “uomo dalle labbra impure io sono”; come Paolo “non sono degno di essere chiamato apostolo”; come Simone “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”.
Tuttavia il Signore dice anche a noi: “Non temere, tu sarai…”. Tocca le nostre labbra, sale sulla nostra barca, entra nella nostra vita e, accogliendoci così come siamo, ci dona la sua grazia, il suo amore, la sua forza. “D’ora in poi tu sarai”.
Bello questo: “tu sarai”. Con me – ci dice Gesù – tu sarai capace di cose nuove, belle, grandi.
“Sulla mia Parola” la tua vita porterà nuovi frutti.
Allora “Tu sarai”. Noi tutti saremo uomini e donne nuovi capaci di costruire una storia non di affanno, agitazione, confusione che alla fine ci lascia a mani vuote, ma una storia aperta al nuovo, al bene e alla giustizia, alle cose veramente essenziali e che contano. E tutto questo attraverso noi, il nostro impegno, il nostro lavoro assiduo e serio, certo, indispensabile e necessario ma abitati dalla sua Presenza che va oltre il nostro limite e le nostre fragilità, il nostro peccato, cosi che anche noi possiamo affermare “per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana”. Pronti anche noi a lasciare un passato alle spalle per costruire un futuro di speranza: “tu sarai pescatore di uomini”!
Nessun commento:
Posta un commento